Carissimi

Ma quante ne devo vedere prima di dire a Roy Batty “figgiu mio a cu c’ha cunti!

Se qualcuno lascia uno spazio, c’è sempre chi è disposto ad occuparlo.

Se giungono ai vertici della nostra società le tanto osteggiate donne, può essere che oltre a trovarci davanti a soggetti per una volta lontani dagli stereotipi delle signorine Silvani o di chi trova scorciatoie puntando sulla propria avvenenza, ci troviamo non solo davanti a personaggi capaci, che hanno fatto anche la loro gavetta ma anche ad uno scenario dove gli uomini non sono riusciti a dimostrare le loro qualità?

Dice: “so arrivati i nuovi fascisti, è finita!

E no, ma quando mai! E poi ricordate sempre (dal Nome del Papa Re) “giovanotti, sveglia, non è finita perché so arrivati i garibaldini, ma so arrivati i garibaldini perché è finita!

Si, è finita e tutti coloro che credevano di poter dire qualcosa, non hanno più nulla da dire.

Prima ci hanno “atturrato” con l’uomo nero (in questo caso la donna nera), poi una inesistente opposizione ha usato i mezzi della dilazione, della banalizzazione dell’avversario e della ridicolizzatine del soggetto, oggi si ritrovano una “piccoletta” per nulla intimorita che sembra sapere il fatto suo e che non aspetta gli avversari in difesa, anzi si butta all’attacco alla loro ricerca.

Mi sto cominciando a convincere che esista una misura in altezza oltre la quale non bisogna andare se si vuole esser leder di qualcosa. Fin dai tempi di Napoleone i potenti erano bassi e anche ai giorni d’oggi si dice lungo a matula, cioè lungo per niente, inutilmente, come se giunti ad una certa altezza e completato il cervello, la parte extra del corpo sia riempita del nulla.

Così vedere oggi una donna e piccoletta entrare nella tana del lupo, meraviglia e da fastidio a molti finanche a coloro che usciti da un racconto del “oassato remoto” ostentando peluche e cantando ciao bella si divertono ancora a dissentire per parti preso credendo come sempre di esser custodi del giusto.

Questo momento storico è privo di personaggi che hanno un contenuto, ancor prima che un autore, spesso ricoprono un ruolo senza avere un ruolo, a volte senza neanche avere un interesse e allora ci si meraviglia perché un’apparente piccoletta diventa un gigante entrando nello spogliatoio degli avversari, non solo per salutare, ma per dichiarare le sue regole per la partita.

È rimasto l’eco lontano di una canzone popolare, “ciao bella” usata a sproposito, come un domani potremo trovarci a cantare “anima mia” per auspicare il ritorno non soltanto dei “cugini” ma di tutti questi pensatori da salotto, alla campagna, restituendo braccia all’agricoltura e togliendole agli inutili salotti dove si parla del contrario di tutto.

Si l’agricoltura può essere insperatamente il futuro per chi ipocritamente si indigna del povero disgraziato infante spiaggiato con il suo peluche, dopo un naufragio dell’ennesima barca della speranza, per chi ne usa la disgrazia per farne apologia e infine si mette dentro casa l’extracomunitario per fare le pulizie, rigorosamente in nero, e non parlo del colore della pelle o di eleganza, ma di qualunque diritto contrattuale e pertanto quando vedo costoro indignati mi rendo conto che in questo mondo è protetto soltanto chi coltiva bugie, tutti gli altri, la gente per bene, le forze dell’ordine, siamo un necessario addobbo di contorno, siamo comparse di un mondo raccontato sul libro cuore a gente che non ha più un cuore.

Siamo figli di una epoca dove per parafrasare importanti pensatori, al tramonto del sole anche le ombre dei nani sembrano quelle lunghe di giganti.

Siamo tutti nani? Bisogna essere nani per avere un’ombra? Siamo dei nani teutonici da giardino in una casa che ha già visto scomparire gli autorevoli padroni e oggi è in mano dei discendenti della servitù e allora ditemi a che serve studiare, a che serve insegnare a teste coltivate proprio per non avere spazi di memoria o attività cerebrale?

No, avere gli occhiali con lenti pulite, non aiuta a vivere bene, fare la Cassandra ancora peggio, guardare al passato è inutile ed impossibile.

Io piango per le vittime disperate in cerca di sfuggire ad un destino scritto e che si avventurano vendendosi tutto ai trafficanti di morte in impossibili viaggi e mi chiedo, che male ci sia a volersi sottrarre da una vita senza speranze per carcare una esistenza migliore per sé e per i propri figli?

Che male c’è ad esser nato in un posto dove non c’è nulla e sognare di andare in una società decadente dove un giocatore di calcio per divertirsi viene ricoperto d’oro da un emiro che a differenza del migrante ha avuto soltanto la fortuna di esser nato avendo sotto le terga giacimenti di oro nero?

Se ci limitassimo a stipendiare un Messi con un compenso anche pari a quello di un direttore generale di una azienda privata, con tutta la parte del compenso risparmiato, manderemmo avanti e sfameremmo tanti villaggi africani.

Se un Ronaldo si accontentasse di avere soltanto due auto di lusso, con il risparmio ottenuto quanta povera gente potremmo sfamare.

Lo so, troppi se e troppo populismo quello mio, ma c’è dubbio che il mondo è sbagliato e che esistono degli eccessi ingiustificati?

Ma siccome il cellulare ormai lo si impone quasi gratis a chiunque, anche a tutti coloro che giungono dal mare con solo questo, accettiamo anche l’idea che costoro possono leggere certe notizie sui social e sognare di giungere in occidente, avendo sentito dichiarare che “i soldi a volte sono così tanti che è opportuno buttarne un po’”.

Un abbraccio, Epruno