Carissimi,
che settimana ci siamo lasciati alle spalle? Sopravvissuti alle fastidiose influenze stagionali, ci teniamo informati attraverso i giornali on line o i notiziari Tv su ciò che ci accade attorno, nell’attesa che giunga questo periodo dell’Acquario con “Saturno contro” (ma poi chi ci ha fatto mai qualcosa a questo Saturno?)
Per fortuna a distrarci da brutte notizie e gravi problemi reali, pur lasciandoci qualche dubbio, ci pensa il dibattito politico oggi sempre più nel vivo avvicinandosi la scadenza elettorale.
Così accade che ancora oggi padri di famiglia usciti di casa per andarsi a guadagnare il pane possano trovare la morte sul lavoro, perché le precauzioni e i controlli non sono mai troppe, di contro cambiando canale troviamo chi dibatte sulla possibilità o meno di abolire il canone Rai.
Così accade che qualcuno si sveglia una mattina e scopre che esiste un problema in una città mediamente opulenta del “mondo occidentale”, piena di grosse automobili e che vive di contraddizioni essendo un giorno capitale del “sogno”, il giorno dopo filiera di saracinesche chiuse.

Scopriamo che ci sia chi viene a morire sui nostri marciapiedi al freddo della notte, figlio di un terzo mondo lontano o del terzo mondo che abbiamo sotto casa scoperto abbassando gli occhi per terra al risveglio del “sogno”.
Ma anche in questo caso mentre dibattiamo su redditi di cittadinanza, su 80,00 euro al mese in più, o sull’abolizione della legge Fornero, abbiamo bisogno di Fratello Biagio, all’anagrafe Biagio Conti, con un clamoroso gesto che richiami l’attenzione e le coscienze di tutti, abbiamo bisogno di un semplice frate laico che attiri l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni che per propria peculiarità o missione dovrebbero stare accanto agli ultimi.
Così accade in un canale TV troviamo le immagini di Frate Biagio sui cartoni e nel canale TV successivo assistiamo a coreografiche costose cerimonie, fatte nel nome di chi duemila anni fa scelse la povertà.
Siamo cresciuti per strada, abbiamo frequentato l’oratorio e ci chiediamo perché?
Dimentichiamo tutte le chiacchiere e i proclami di chi fa finta di scoprire oggi che al mondo esistono “le diseguaglianze sociali che esistono super stipendi o privilegi per pochi” e poi si concentra poco per fare qualcosa di più per quei poveri e disperati sul quale si basa tutta la “teoria della loro esistenza e la genesi della loro istituzione”, poiché quanto oggi si fa è ancora molto poco.
Ma ammettiamolo siamo disposti ad accettare i difetti di tutti, ma non dobbiamo mai perdere di vista da quale pulpito giunge la predica poiché è proprio lì che si fa la differenza, tra coloro che si azzardano a fare scelte di principio “apparentemente perdenti” e coloro che non si fanno scrupoli ad accettare la soluzione più semplice arrivando a pensare che “per amore del lardo si bacia il culo al porco”.
Cambi canale Tv e senza voler offendere nessuno, parlando di “porco”, specialmente in una settimana nella quale, parli di “porco” e pensi subito a Gene Gnocchi e “Di Martedì”, ti consoli con il fatto che mai come questa volta hai visto le donne e le persone di buon senso indignarsi, in egual maniera, davanti a una “molestia”, per di più una “molestia necrofila” fuori luogo, da parte di un “comico” in palese difficoltà per carenza di testi di qualità.
Cambi ancora canale Tv e t’imbatti con chi sente la necessità di “essere a tutti i costi” e allora per ritornare al proverbio su detto, ricordi che nella nostra cultura contadina il “lardo” e il “maiale” assumono significati quali la convenienza e il potere politico.
Certo, potrebbe accadere anche a me di esser contattato dal segretario della S.V.P., la Südtiroler Volkspartei (in italiano il “Partito popolare sudtirolese”) il quale approfittando della circostanza che io conosca il tedesco e frequento da anni in estate il Sud Tirolo, condividendo con loro molti punti di vista sul senso civico e la comunità, mi proponga una candidatura con loro in Sicilia.
Come si può giudicare serenamente tali proposte? Personalmente non mi lascerei coinvolgere preferendo di rimanere a far bene la mia professione con professionalità, trovando surreale l’ipotesi di una mia candidatura con un partito che nulla ha a che vedere con la mia terra, la mia storia.
Bisognerebbe non soltanto ricordarsi di chi siamo, come siamo, ma soprattutto con quale percorso lo siamo diventati, ciò ci darebbe una chiara lettura dei nostri “gradi di libertà”.
Un abbraccio Epruno.