Il panfilo reale “Al Said”, 154 metri e mezzo di lunghezza e un elicottero a bordo, nel porto di Palermo. Sua illuminata maestà, Qaboos Bin Said, sultano dell’Oman arriverà a Palermo, ovviamente col Boeing privato, accompagnato e preceduto dal suo staff, che farebbe paura ad un qualunque “gabinetto” di un assessorato regionale siciliano, e per il quale sono stati prenotati tre albergucci cittadini, Villa Igea, l’Hotel delle Palme e l’Hotel Excelsior, dai fribobar dei quali sono stati fatti sparire tutti gli alcolici. Sua altezza, “socialmente utile” ha un patrimonio personale stimato in mezzo miliardo di dollari, arriva a Palermo preceduto dalla fama di munifico benefattore della quale ha dato prova nella sua recente vacanza a Bari dove ha distribuito rolex d’oro e laute mance, oltre che donato in beneficenza 5 milioni di euro. Alla città di Palermo lo staff del Sultano ha già promesso un concerto della banda nazionale dell’Oman e un paio di cene di gala alle quali però, come da tradizione, sua altezza non presenzierà. Si è già aperta la caccia ai biglietti di invito da parte dei “professionisti dello scrocco”, per intenderci quei “pezzenti” e le loro “segreterie-staff” che hanno visto da poco la prima “camicia di seta” e che animano la “vita politica” di questa solare città del terzo mondo.