Carissimi,

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare“.

Lo scrisse Dante Alighieri nel 1307 circa e sono passati centinaia di anni e quanto sopra non era di certo solo l’invito di Virgilio a Caronte a farsi li “cazzi propri” ma a “lasciar perdere” che è ancora peggiore, perché testimonia che oltre alla giustizia dove vi sono regole per tutti, c’era anche un potere superiore che decideva a prescindere da queste ultime.

Una delle cose più disarmanti per un uomo libero è il sapere di non essere padrone del proprio destino e che questo venga deciso da annoiati commensali o partecipanti a riunioni ristrette dove non è presente alcuno dei competenti.

È importante prima il capire il “colà dove si puote ciò che si vuole” e comprendere che posto sia per avere contezza o dell’importanza o della autorevolezza per farsi una idea di chi siano i mulini a vento da contrastare.

Di contro capire, ma “vuolsi” da chi? Chi sarebbe costui che “vuolse” o, peggio, costoro che “vollero”?

Si, ormai siamo tutti “scrittori”, siamo “tutti attori”, pensate che addirittura siamo diventati “tutti laureati” e in buona parte “in gegneria” e quindi non ci rimane che per distinguerci si riesumino o si comprino vecchi titoli nobiliari.

La “nobiltà”. Che cosa è la “nobiltà”? Non certo quella “veramente nobile” e cioè quella d’animo, ma la “nobiltà” per censo che lasciava privilegi, e essendo “nobili” ai tempi della monarchia vi facilitava la vita, poiché permetteva di “non lavorare per vivere” e di essere padroni delle sorti altrui.

Allora bisognava essere nobili per stare bene, ma sempre a discapito delle masse ma è escluso che questi nobili fossero arrivati da un altro mondo, quali alieni con poteri superiori agli umani.

Quindi se erano nati su questa terra o da Adamo per i credenti o attraverso qualunque teoria scientifica sulla creazione dell’essere umano, alla fine di ciò essendo, gli individui ancor prima della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, tutti uguali per nascita, non si diventava nobili e re per concorso ad esami e titoli, ma attraverso ruberie, violenze e omicidi.

Ci sono troppe similitudini con fatti e circostanze contemporanee che potrebbero portarvi in discorsi che non è opportuno affrontare in questa sede.

Allora per confronto chi potrebbero essere i “vuolsi” oggi, i nobili? No, il referendum post bellico dichiarò la “cacciata” della monarchia (anche se questa era già fuggita di suo dopo un “brindisi”) e allora chi sono questi moderni autori delle nostre sorti?

E chi lo sa, so solo che noi umani davanti a questi nuovi “Dei” dobbiamo stare sempre attenti in ciò che facciamo, in ciò che diciamo, con chi parliamo perché i “vuolsi” si incazzano e se chiedi loro ragione ti rispondono ancora dopo quasi mille anni “più non dimandare”.

Speriamo almeno che questi, come era uso fare, Giove o i suoi colleghi, ossessionati dal sesso, non si travestano o cambino sembianze e ce li ritroviamo un domani nella doccia proprio mentre ci chiniamo per raccogliere la saponetta, ecco perché il consiglio ad usare saponi liquidi con dispenser e più che mai salutare, anche nel post pandemia.

Niente, questa settimana di avvento mi sento ancora stanco e scoraggiato perchè penso che superata questa fase in cui ci cercano e sono tutti simpatici e stringeremo la stessa mano per più incontri uguali, ma organizzati da persone diverse e ci daremo del tu pure con il Papa qualora dovesse chiedere il nostro voto, usciti gli esiti elettorali, fatto il grande festeggiamento nel comitato elettorale, tutti madidi di sudore e stretta quella mano, forse per l’ultima volta, scopriremo che il giorno dopo “il numero da lei chiamato è inesistente”.

Allora cercherete (perché io nel frattempo ci avrò tolto mano) all’altro numero dove il gentile segretario vi dirà che l’On. è stanco di una lunga e faticosa campagna elettorale e vi consiglierà di ricontattarlo cortesemente tra 15gg ma solo per sentirsi dire: “Chi ca’.. è?

Ecco perché, meglio il “non dimandare”, perché tanto, “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole” e allora, perché fare abili, amici miei, noi che non siamo nobili né eroi, non siamo politici, non siamo “Marchesi del Grillo” e diciamolo per una volta insieme a Don Bastiano ………… “non siamo un ca’…”, sediamoci comodamente con una birra accanto e guardiamoci la partita con sportività. Un abbraccio Epruno.