Carissimi
Credetemi, non ci sono più le feste di una volta.
Prima si sentiva di più nell’aria l’atmosfera del Natale, ci si approcciava lentamente con addobbi, riti e quant’altro a quella che era la festa dell’anno e si rimaneva nell’atmosfera fino al giorno dell’epifania.
Bastava camminare per strada e anche se le vetrine dei negozi avevano meno luci di adesso si percepiva di più l’aria del Natale, la gente sembrava più allegra, noi per primi aspettavamo questa festa per ricevere un regalo.
Che bei tempi, ci si scambiava i regali, c’erano meno ipermercati e più negozi, c’erano meno saggi natalizi e più festa, diciamola tutta, c’era più fame ….
Oggi tutto sembra preconfezionato e falso, fino agli auguri collettivi che rito siamo obbligati a farci e pensiamo soltanto a sederci a tavola la notte di Natale e il pranzo successivo, per mangiare, magari attendendo che qualcuno torni da fuori per stare tutti insieme, perché il Natale è la festa della famiglia.
Forse e a me che tutto ciò sembra diverso perché ho visto tanti natali e con il passar del tempo sono state sempre di più quelle persone che quest’anno non saranno più con noi, ma di contro ce ne saranno delle altre che sono nate e magari stanno crescendo e per le quali noi saremo il loro Natale.
Ci saranno meno tombole, ci saranno meno luci per strada, ci saranno alberi di Natale più spogli o addobbati di tante cineserie, di lucette che funzioneranno per un Natale, ma di contro con certezza ci sarà in tv “una poltrona per due”, basterà cercarlo.
Magari non ci sarà neve, magari non suonerà “oh happy days” o il “vanghelis della pasta Barilla”, non sarà un Natale da pubblicità, ma state certi che seppur ridotto da austerity o da contingenze non sempre favorevoli, in qualche angolo della casa ci sarà uno “spelacchio” con qualche pacchetto colorato sotto, ci saranno due casette e una capanna con innanzi il pastore con la pecora a spalle davanti ad un bue e un asinello sproporzionati, ci saranno tre Re Magi rincoglioniti che percorreranno il percorso dallo scaffale alla mangiatoia in venti giorni, ci sarà qualcosa che per poche ore ci riporterà tutti bambini davanti a quella piccola figura del bambinello nel presepe, tanto da spingerci a dire ancora una volta e con piacere:
Buon Natale
Un abbraccio, Epruno