Io ho un grosso vantaggio, io sono un utente come voi e gioco dove gli altri lavorano e questo era anche il grande dispiacere e fastidio della sindrome del ginecologo, ben nota.
Io vedo la tv come voi, leggo i giornali come voi e quindi in questo momento di cosa volete che vi parli?
Non c’è stata alcuna speranza in tutti i miei amici redattori di portarmi a parlare di politica, anzi quando mi hanno “costretto” a rivelare l’identità dello pseudonimo ci sono rimasti pure male, poiché si aspettavano che io potessi parlare male di questo o di quello.
Le “5 W” sono da sempre l’ispirazione del buon giornalista, ma io non sono giornalista, non sono neanche la Doris Day di “10 in Amore” e non sono neanche il nefando “Clark Gable direttore del giornale travestito da allievo giornalista”, io venendo colpito sulla strada di Damasco o meglio venendo miracolato nel mio percorso giornaliero con il mio scooterone nelle “Real trazzere di Palermo”, mi prendo di ispirazione e scrivo.
Si io scrivo e in un appuntamento come quello mio del venerdì sul web, non posso scrivere di cronaca, semmai posso fare una critica ironica su cose che nella settimana mi colpiscono.
Scrivo e non posso parlare di politica, in primis perché ho studiato e so cosa significava politica nel mondo ellenico e questa che chiamiamo politica non ci assomiglia minimamente e quindi non posso parlare di qualcosa che non è.
Di contro, come vedete spesso, ho un approccio alle domande nello stile filosofico, perché ho studiato filosofia ma non sono un filosofo e poi se esser filosofi vi porta ad esser sempre incazzati come a Cacciari perdonatemi, ciò non mi appartiene.
La satira politica benché Crozza la usi ancora per me è morta già ai tempi di Noschese ed è stata dissepolta per poi “vrudicarla arrieri” con il “Bagaglino” e Oreste Lionello. Questa satira colpisce coloro che indenni dalle notizie della cronaca politica rimangono incastrati nel format politico satirico, per cui se un illustre sconosciuto che fa politica non lo conoscevi attraverso i telegiornali te lo ritrovi servito nel dopo cena.
Ciò mi lascia qualche perplessità, come tutti i programmi politicamente schierati che vorrebbero fare satira squilibrata. No, non mi piace fare satira dovendo sfottere servilmente “non personaggi” per farli diventare personaggi. Non mi piace parlare di cose serie in modo spropositato facendole diventare notizie e commenti e magari nascondendomi dietro uno pseudonimo.
Potrei parlarvi di sport, ma purtroppo non sono all’altezza. In gioventù mi sono dilettato quando c’era ancora qualcosa da descrivere, ero grande estimatore di Beppe Viola o Gianni Brera e mi sarebbe tanto piaciuto inventarmi nomignoli come “l’abatino” o dire come Ferretti “c’è un uomo solo in fuga nella nebbia e la sua maglia è bianco celeste”, frase che mi commuove ancora al solo ripeterla, per la sua profonda poesia, in una frase questi grandi giornalisti raccontavano tutta una storia e la mia immaginazione volava.
Io, se non sto attento e mi distraggo un attimo nella mia strada rischio di cadere come il ciclista colombiano al Giro d’Italia.
Lo stesso dicasi su chi fa vignette blasfeme facendo secondo me il doppio errore di parlare di qualcosa che non si rispetta e non si condivide e di conseguenza offendere tutti coloro che in ciò credono.
Dico, con tanti argomenti proprio di ciò devi parlare? Difenderò la tua libertà di espressione ma non puoi non mettere nel conto come direbbe Epruno: “e poi dici ca unu s’incazza!”
Ma è di patto che mi devo cercare gli argomenti per essere notato, neanche se fossi sindaco di una città metropolitana.
Dire: “perché non parli come tutti di Coronavirus?”
Diceva il compianto professore di matematica alle medie: “e che mi chiedi, io u panillaru fazzu!?”
Aveva ragione, poiché io faccio un mestiere che ai giorni d’oggi è bistrattato e ambirebbe ad avere il successo del panellaro, poi di contro non sono neanche laureato in “tuttologia” così come esimi esponenti della TV e rischierei di dire cose più banali di quelle che dicono loro. Però ….
A me c’è una cosa che in questi mesi di reclusione e di tabelle “m’acchiacca” e mi chiedo dall’inizio:
“Ma comu cazzu ci vinni di nvintarisi in laboratorio una mostruosità del genere” se è vera questa ipotesi, perché credo poco a chi la vuole buttare da tergo al “pipistrello untore di altre specie animali” …. in primis perché vi sfiderei a trovare con facilità orifizio del pipistrello e poi provate voi a stare sotto sopra tutto “stu tiempu”.
Un abbraccio Epruno.