Carissimi

Fa freddo e con il freddo anche a questa latitudine i pensieri “ghiacciano” anche se con il dovuto paragone, senza necessariamente dover andar oltre alpe, se dico ad un abitante di Vipiteno, qui fa freddo, mi devo anche attendere la risposta: “la posso toccare?

Ma ognuno ha il proprio freddo e questo per noi è freddo, poiché davanti al disaggio spesso constatiamo l’impossibilità o peggio l’inadeguatezza a porre rimedio.

Un isolano, qualunque sia la grandezza della propria isola, è di per sé stesso un’isola e in quanto tale circondato da un mare di problemi e inoltre da una mentalità che lo auto protegge isolandolo non solo dal prossimo, ma addirittura dai problemi, forte di una congenita rassegnazione, per cui se a un individuo del genere esterni il disaggio dicendogli “fa freddo” ti devi preparare a sentirti rispondere: “e a mia chi mmi cunti?

Vedete qual è la grande differenza tra gli abitanti di una stessa nazione ma allocati agli estremi geografici opposti?

Quando mai gli isolani potranno fare squadra davanti ad un obiettivo o una necessità “comune”? Poiché è il concetto di “comunità” che manca alla base di ogni ragionamento e ciò si esterna anche nel governo delle cose.

A “matula” che ci si propone in appuntamenti elettorali presentandosi come migliori e più efficienti di chi ci ha preceduti, dimenticando spesso di esser gli stessi, ma truccati in altra maniera, immischiati in gruppi e sigle sempre nuove ma con un unico scopo, quello di poter arrivare a dire: “Io” e successivamente “è mio, me lo merito io!” Come quella famosa pubblicità.

Conta arrivare per primi ad afferrare qualcosa che è di tutti, senza aver partecipato ad una competizione di evidenza pubblica che metta tutti nelle stesse condizioni di “almeno provarci”, e invece la rapidità crea il diritto rimandando al dopo la costruzione di “giuste motivazioni” per essersene impossessato.

È vero che il mio occhiale recuperato vede allo stesso modo da vicino e da lontano, ma è anche vero che se alzo lo sguardo all’orizzonte non vedo niente. Se esistessero ancora i vecchi parametri mi sentirei di chiedermi: “ma la competizione è di sinistra o di destra?

Penso che non sia cambiato nulla negli ultimi tempi, anzi chi si aspettava delle novità si ritrova soluzioni proposte e accantonate tanto tempo fa, e la voglia di andare oltre a cerchi magici, seppur odiosi, nei quali si poteva a volte per caso, per un fortuito incidente, trovare anche talento, si scontra con l’uso della mediocrità imposta a mezzo delle vecchie ma sempre sicure e in voga “raccomandazioni” che ti garantiscono il sonno tranquillo dei vecchi gattopardi, sempre loro, noiosamente dietro le quinte di un gioco snervante quale lo “zero X”, messo in piedi per dare l’illusione a chi vuol giocare di potere vincere, li dove se si sa giocare non vince mai nessuno.

E così facendo, mentre così facendo teniamo la gente lontana dalla vera grande paura di un “isolano”, la “competizione”, termine terribile e principio da rifuggire poiché mina alla base certezze costruite a furia di “nepotismi” e “nomine” scelte dagli “Zii di turno”, negli allevamenti di utili idioti coltivati in cattività affinché il pio Gattopardo possa affidare, battendosi il petto, alla “stella” i suoi ultimi giorni di vita, avendo fatto a pieno il proprio dovere e cioè quello di aver consegnato intatto il proprio “feudo” a qualcuno della “famiglia” che ne perpetrerà la custodia. Un abbraccio, Epruno.