Intrapreso un lungo viaggio, metteremo nel conto di giungere alla meta da soli?

Se saremo stati realmente soli, lo testimonieranno altri, al momento della conclusione di questo transito terrestre.

Solo chi non va da nessuna parte, potrà sempre consolarsi dall’apparente conforto della presenza altrui. Solo chi vive nel gruppo e non abbandona mai il branco potrà spalleggiarsi dell’apparente forza della massa.

L’uomo che ha una meta deve mettere nel conto di rimanere solo.

Se avete fatto una gara di fondo o avete visto una maratona, sapete benissimo che alla partenza ci sarà una massa di concorrenti pigiati dietro la linea di partenza, ma dopo lo sparo dello starter, questo gruppo si andrà sempre più assottigliando, trasformandosi prima in un serpentone che alla fine ci darà un vincitore che di solito, per distacco, giunge solo.

Sarà certamente festeggiato all’arrivo da una folla plaudente, ma quando si spegneranno i riflettori, quando il suo successo avrà esaurito la sua celebrazione, non l’atleta, ma l’uomo o spesso entrambi, torneranno soli.

La solitudine, sarà il prezzo della vanagloria! Tutti gli uomini di potere sono soli!

Eppure le loro corti sono sempre piene di gente adulante che non ti ama, ma ti teme e sotto sotto ti disprezza invidiandoti!

Eppure chi gestisce potere, sarà comunque sempre convinto che il seguito e quell’affetto dimostrato dai propri collaboratori più stretti, sia frutto delle proprie capacità di coinvolgere il prossimo, senza comprendere che è proprio quello il momento nel quale si è più soli, poiché non si potrà mostrare alcuna debolezza.

In quei momenti e a quelle quote, verrà sempre più difficile aprirsi con qualcuno, senza correre il rischio di rimanere feriti a causa della propria vulnerabilità dovuta all’abbassamento degli scudi di protezione.

Verrà il giorno in cui, giunta la pensione, persi i privilegi, oppure, caduti in disgrazia, tutte quelle grandi amicizie, tutte quelle pletore di persone questuanti, tutta quella gente vista come quotidiana compagnia, scomparirà insieme alle cariche e quel telefono, smetterà di squillare.

Non lo so! Ci sto studiando ancora! Forse la solitudine è una sensazione di disagio che colpisce, i potenti, i ricchi, la gente piena di se, coloro sempre pronti a comprare il prossimo e non intacca gli umili, la gente modesta, la gente di principio, la gente che non difende interessi, ma porta avanti sogni.

Chi è più solo? Chi sconta ventisette anni di galera in compagnia dei propri principi morali o chi riempie le piazze e si compiace di quel grande seguito che sarà pronto ad abbandonarlo nel momento in cui la sua stella “decade”?