Chi di voi ha la fortuna di vedere svegliare la città, si sarà imbattuto, ormai di rado negli omini, degli elfi, che mentre tutti dormono e s’intravedono le prime luci dell’alba, danno la corda alla città, con un’enorme chiave, centrando un buco nell’asfalto della strada.
Siamo abituati, in un’epoca di benessere mediamente diffusa, a trovare dei servizi, più o meno efficienti, a tanta gente che vive e lavora attorno a noi, per permetterci una vita confortevole. Siamo così abituati, da darne per scontata l’esistenza a prescindere da chi li fornisce, come se questi non solo non costassero nulla, ma li pagassero i marziani, quei soliti marziani causa di tutti i nostri problemi. Questi servizi alle nostre latitudini sono generalmente erogati dalla “cosa pubblica”! Usciamo la mattina da casa presto e c’è qualcuno che si è alzato più presto di noi per guidare l’autobus che ci porterà in ufficio. Torniamo tardi la notte a casa e c’è chi non andrà a dormire per garantire la nostra sicurezza e la nostra salute. E noi pretendiamo il meglio da ciò!
Ma immaginiamo per un attimo di svegliarci una mattina e non trovare acqua che esce dai rubinetti, accendere l’interruttore della luce e non sorbire nessun effetto, luci spente, Tv e tutti gli altri elettrodomestici spenti, ascensori fermi. Immaginiamo tutto ciò esteso ai nostri posti di lavoro, i mega uffici o soltanto i negozi, con la merce deteriorabile che perde.
Immaginiamo che il gas non arrivi più nelle nostre case, immaginiamo le pompe di benzina senza più carburante, i mezzi di trasporto fermi, gli ospedali chiusi, le scuole chiuse, le strade ancor più sconnesse di adesso, con i semafori spenti, senza più nessuno che raccoglie i rifiuti con grandi e reali rischi di epidemie che nessuno avrà la disponibilità di curare, senza nessuno in giro che garantisca il rispetto delle regole. Uno scenario realmente catastrofico!
Tutto ciò, ovviamente, non conseguenza del solito sciopero generale per la stabilizzazione di precari che per un’ora crea disaggi a una città, ma quale effetto di un giocattolo che rischia di rompersi, per incapacità a farlo funzionare.
Ho ben spiegato l’importanza e il rispetto che merita la “cosa pubblica” e le sue istituzioni? Comprendete la pericolosità del populismo che tenta di istigare un conflitto sociale tra poveri, accendendo il riflettore sui piccoli dettagli e distraendo l’attenzione dai grandi temi? Di soldati son pieni i cimiteri, non possiamo sempre scaricare la colpa di tutto sugli operatori.
Ad ognuno il proprio ruolo, a noi il senso civico, ma alla politica, “servizio” che strapaghiamo, va il compito di fornire prestazioni all’altezza del costo.
Sono poche e semplici le regole della democrazia, le regole del vivere comune e non possono prescindere da un’applicazione di una seria solidarietà sociale e dal rispetto di regole certe per tutti, ma soprattutto dalla garanzia di affidarsi a una classe dirigente, a qualunque livello, capace, scelta e selezionata con seri criteri che sappia dirigere, guidare e controllare, con onestà e senso delle istituzioni, l’efficienza dei servizi resi ….. è questo che da tempo manca!