Molti conoscono la notte e la identificano con il buio, altri la identificano attraverso i suoi rumori, tutti gli scricchioli sospetti e quindi il silenzio, ma la notte non è soltanto questo e lo sanno coloro che la notte la vivono.
Non è un segreto, ma quando tutti gli altri dormono c’è chi per dovere o per volontà propria o per insonnia inizia a vivere una vita parallela, rubata al solo proprio sonno, un valore aggiunto nella propria esistenza nella quale fare bilanci e progetti, che ti avrà permesso di ritrovarti al passo la mattina dopo con tutti coloro che nel mentre hanno dormito.
Il vantaggio della notte sta nel poter ritrovare le proprie potenzialità, la propria creatività, la propria concentrazione quando superato il primo abiocco si ritorna ad esser lucidi, pronti a tirare avanti fin quando le lancette dell’orologio non saranno ritornate a risalire nel quadrante del tempo, proprio quando la luna avrà iniziato la sua fase calante, quando i primi uccelli del mattino intonano i loro canti, quando si alzano le saracinesche dei panettieri, quando i metronotte avranno terminato il proprio giro e i primi bagliori dell’alba iniziano ad illuminare da dietro prima le montagne ed a poco a poco la città.
A quel punto sarai in buona compagnia di tutti coloro che nella storia hanno conosciuto di notte il loro picco di creatività! Anche Marcel Proust, anche esso impegnato nella ricerca del tempo perduto, affermava: “dovrò lavorare di notte, tante notti ….” comprovando quanto la notte fosse importante e non solo per dormire!
Così nel tempo, dopo che l’ultimo caffè avrà esaurito il suo effetto a farci compagnia rimarrà solo la televisione con le sue vecchie repliche di programmi in bianco e nero, ma che erano belli i tempi nei quali le trombe della “aria di Saturno”, malinconico brano di Roberto Lupi, chiudeva le trasmissioni della RAI lasciando posto al monoscopio, rammentando che anche la TV andava a dormire!
Stessa sensazione ricevevamo dalla compagnia notturna della radio, con la sua rigorosa cadenza e la programmazione settimanale, che ci faceva apprezzare come gente di famiglia quei conduttori che alternavano la loro voce in diretta ai brani musicali, accompagnandoci fino al momento in cui le “campane” e l’inno nazionale delle 6.00, davano l’apertura ufficiale ai programmi della giornata!
Oggi, c’è internet ed i social network che ci permettono di godere della compagnia virtuale di tante persone che come noi tirano avanti nella notte, tra una discussione profonda ed il puro cazzeggio. Spegniamo adesso l’abajour, domani è un altro giorno anche per noi……