Ci sarà un motivo se Viktor Navorski, cittadino di Cracozia, con il suo barattolo di noccioline contenente ciò che lui chiama “Jazz”, ovvero una raccolta di autografi sulla mitica foto di Art Kane, Affronta tante vicissitudini e un lungo viaggio, per esaudire l’ultimo desiderio dal padre, grande appassionato di Jazz, ottenendo l’autografo di Benny Golson, l’ultimo Jazzista mancante alla collezione e fare ritorno a casa.
Ci sarà un motivo se lui chiama soltanto “Jazz” quello scatto che Art Kane, fece alle 10 del mattino del 12 agosto 1958, all’esterno di una palazzina sulla 126th Street, tra la Fifth e Madison Avenues ad Harlem.
Art Kane, Riunì 58 tra i più grandi jazzisti del periodo, Basie, Young, Monk, Blakey, Mingus, Rollins, Mulligan, per dirne alcuni, ma soltanto 57 rientrarono in quello scatto leggendario, “The greatest photograph in the history of jazz”.
Non fu cosa semplice farli stare fermi, tanto che alcuni istanti prima dello scatto il pianista Willie “The Lion” Smith, stanco di aspettare, si spostò appena fuori dell’inquadratura.
Una vivace scolaresca di creature della notte, qualcuno come Whitney Balliet, si narra ironicamente, scoprì per la prima volta la presenza di due ore 10 nell’arco della stessa giornata.
Tanto frenetico entusiasmo è testimoniato da Dizzy Gillespie, che disse:
“…Ecco l’occasione per incontrare tutti questi musicisti senza dover andare ad un funerale.”
Semplicità e grandezza. Ecco il motivo della parola “Jazz”
(Scritto e Letto nell’ 10° Episodio di Status Donne – Su CTS – Format di Paola Carella)