Carissimi
Affacciato alla mia finestra ho preso consapevolezza che la mia via una volta alberata a poco a poco sta perdendo questa caratteristica e molte delle aiuole predisposte con cadenza regolare nel battuto cementizio del marciapiede, oggi sono rimaste vuote, i residui alberi appesantiti e mal curati negli anni sono diventati pericolosi per i pedoni e le auto posteggiate, tanto che è stato necessario abbatterli senza pero pensare a sostituirli perché potevano dare impaccio a qualche esercente o a qualche bancarella. Sorrido nel pensare che proprio oggi che la sensibilità verso l’ambiente è cresciuta tanto, abbattiamo gli alberi in città e non li ripiantiamo come da regolamento, mentre prima era naturale urbanizzare una strada e riempirla di verde.
Quando all’università mi dissero che Palermo era una delle città con più verde in Europa stentavo a crederci perché mi lasciavo condizionare dalla circostanza che a falsare il parametro fosse il vasto polmone del Parco della Favorita e invece la verità era davanti ai miei occhi.
Probabilmente sono state fatte delle scelte sbagliate nel piantumare alberi le cui radici hanno finito per sollevare i marciapiedi, ma qual è stata l’efficienza di strutture dedicate alla manutenzione del verde se la sfrondatura degli alberi è stato sempre visto come rimedio a qualche incidente?
Greta neanche era nata quando si cementificava in continuazione e si estendeva la città, ma almeno si piantavano gli alberi. Come sempre è stata la manutenzione e la cura di ciò che esisteva a venire meno. Son cresciuto allenandomi in favorita e al tempo poteva più la cura privata di chi si recintava terreni pubblici per coltivarli che non una cura pubblica programmata e organica e così è stato fino a qualche tempo fa anche per i giardini cittadini a ridosso della via Libertà o per la Villa Trabia ormai resa da qualche anno pubblica e visitabile, ma per quale motivo le fontane belle di questi spazi verdi cittadini sono ad oggi spente e/o non funzionanti?
Dovremo aspettare la nascita di un altro sindaco che se ne intesti l’opera, finendo anche per passare alla storia come il “sindaco delle fontane”? Come se fosse un demerito?
La narrazione di questa città, dopo esser passata da visioni più o meno giuste, deve necessariamente passare dalla cura scrupolosa di un decoro urbano, pulizia e soprattutto manutenzione. Per le prime due occorre soltanto forza di braccia e volontà e non mi venite a dire che le pubbliche amministrazioni sono carenti di braccia, semmai c’è da chiedersi che fine facciano dopo la loro assunzione.
La qualità della vita passa anche dal poter vedere la realizzazione di cose scontate, la cura dei marciapiedi, l’asfalto stradale devastato dai tanti scavi per il passaggio di fibre telefoniche e mal ripristinato, certamente non a regola d’arte, la risistemazione dei basolati stradali nel centro storico, pericoloso da percorrere per l’esistenza di continue disconnessioni.
Sono le grandi opere che necessitano in una città che sconta un ritardo più che decennale rispetto ad altre capitali, ma è pur vero che non si può non partire dalla cura delle proprie strade, bene comune, nelle quali tutti giornalmente trascorriamo parte delle nostre giornate.
Pertanto sono tra i primi a gioire dell’esaltazione delle nostre bellezze in tv ma non nascondo che una volta che queste siano diventate attrattive occorre non deludere chi ha scelto di visitarle facendogli trovare un contesto di contorno non consono per una città che ambisce a farsi chiamare capitale del mediterraneo e quindi, essendo del mestiere, so bene che occorre darsi delle priorità in base alle risorse disponibili, ma sono più che certo che ormai è arrivato il turno di una maggiore attenzione per il decoro non soltanto urbano.
Un abbraccio Epruno.