Archivio per la categoria: La Voce di Epruno (Epruno in Radio)

“E’ prudenziale!”

E si! E già, è prudenziale!

Quante volte dopo aver parlato, vi viene voglia di dire “nte cannarozza”? E sì, il “35”, è prudenziale!

Poiché ci sarebbe la voglia di parlare, di dire qualcosa, soprattutto di dire la propria, ma subito dopo, guardato gli sguardi di chi ci sta attorno, comprendiamo che è meglio di no! E’ prudenziale!

Ma come? Intorno a noi vediamo che le cose non sono come qualcuno vorrebbe farle sembrare, apriamo i giornali e guardiamo la fotografia di un luogo, ci rechiamo in quel luogo con la pagina aperta in corrispondenza della fotografia e con un occhio guardiamo il luogo e con un altro occhio guardiamo la foto, eppure, ci sembrano differenti!

Allora vorremmo parlare, dire la nostra, dire qualcosa diversa da quella del giornale, ma poi incrociamo gli sguardi di quelle persone che ci fissano, con sguardo spersuaso e con più esperienza di noi, sembrano volerci dire, “lascia perdere”, e pensiamo, meglio di no, è prudenziale!

Eppure, fino a qualche tempo fa, guardavo la stessa foto nel giornale, mi recavo sul luogo e scoprivo anche allora che le due cose erano differenti, ma abbassavo il giornale ed incontravo sguardi di persone incazzate che gridavano contro il giornale, contro il luogo, contro il fotografo e che volevano farmi prendere coscienza e farmi aderire alla protesta!

Non è passato molto tempo, il luogo è lo stesso, il foglio di giornale con la foto è lo stesso, ma non è opportuno lamentarsi, stare zitti e meglio, poiché non sai chi di loro, ha fatto la foto, chi è il proprietario del luogo, chi ha scritto l’articolo, ma soprattutto, chi è il proprietario del giornale!

Ed anche se fermassimo qualcuno dei passanti per scuoterlo, ci accorgeremmo il fastidio che questo avrebbe nell’esprimere le sue opinioni, ma soprattutto nell’ascoltare le nostre ragioni, preso com’è nel raggiungimento della sua meta! Pertanto anche per lui è meglio stare zitti, è prudenziale!

In un mondo di muti all’apparenza contenti o soddisfatti, tanto da stare in silenzio, in un mondo di gente tutta con la riga a sinistra, perché provocatoriamente portare la riga a destra? Poiché sarà una scelta difficile il poter decidere tra una dittatura dove ognuno può giocare a chi la spara più grossa ed ad una libertà dove ognuno è libero di dover stare zitto per non offendere qualcuno.

Potere del pensiero! Potere del pensare a ciò che gli altri devono pensare! Potere di avere la libertà di stabilire che ciò che io penso è l’unica verità! Il potere del protagonismo. Parlare per essere e non sembrare per volta una zucca vuota, anche parlare da sciocchi, ma parlare da liberi anche se come Albertone, ci toccherà dire ciò che non si diceva più da 100 anni …… “s’è spenta!” …..

 

“Non Capisco”

Non capisco …… No ci arrivo, ….forse, e penso sempre a quel professore che davanti alla consapevolezza che l’allievo stesse dicendo un mucchio di cazzate, lo interrompe dicendo: “io per il momento ti metto 2 ….. ma tu continua, perché la teoria che mi racconti, mi intriga e mi diverte!

Ma voglio essere ancora più imparziale dicendo che probabilmente io non vesta i panni di quel professore, ma sono bensì l’allievo che sta prendendo un bel 2. Se così fosse i casi sono tre:

A) io non so nulla, non ho studiato e sto dicendo tante cose sbagliate;

B) Io sono in malafede, poiché non solo non ho studiato, ma sto tentando di ingannare il professore per farla franca, nella speranza che con una botta di fortuna, riesca a prendere un voto rimediabile;

C) Il professore non capisce nulla e sono io che dico cose giuste, ma rimango un genio incompreso.

Quindi, tutto si basa sul fatto che riconosciamo al professore il potere istituzionale di giudicare e di metterci quel “2” e se così fosse, escludiamo subito la terza ipotesi, e scegliamo soltanto con un esame di coscienza quale delle prime due meglio si addice al nostro caso.

Purtroppo vedete, oggi, io tutta questa certezza sull’autorità del professore non l’ho più!

Io, non mi fido più della preparazione di chi mi deve giudicare, non mi fido più del modo arbitrario e superficiale, per non dire subdolo, con il quale vengono scelti costoro e posti nei ruoli per dare giudizi. Personalmente, davanti a certe “lezioni”, davanti a certe “azioni”, davanti a certi “giudizi”, io inizio a prendere consapevolezza che quella terza ipotesi, possa essere valida! Comprendere la pericolosità di questa evenienza?

Se Giovenale avesse ragione, crolla tutto! Se nessuno custodirà “ipsos custodes”, se nessuno garantirà per gli “ipsos custodes”, gli studenti, noi quindi, avremo la libertà non solo di sparare le più grosse cazzate e venderle come verità, perché non ci sarà nessuno più sapiente di noi in condizione di poterci dire “stai sbagliando”, ma rischieremo …. E credetemi ciò è molto peggio, di avere “professori, custodi, giudici” che ci premino per cose, iniziative e convincimenti sbagliati, punendo con il “2”, magari, chi sta nel giusto!

La famosa “culpa in eligendo” quindi, minerà le basi del nostro vivere democratico, poiché continuando con questa china, saranno sempre di più i pochi, le minoranze, a scegliere attraverso le loro cerchie ristrette chi dovrà decidere per tutti, anche per coloro che gridando “schifiu” si celano dietro le astensioni, e saranno sempre più pochi, sempre di meno, coloro che decideranno per tutti, finchè non ne resterà solo uno e certamente non sarà Highlander, e saranno cazzi per altri 20 anni, ma certamente il popolo accorrerà in massa ad applaudire sotto quel balcone!

“L’Accendiamo?”

Immaginate il nulla, non sempre pensato come l’assenza di tutto, anzi …..

Immaginiamo tanti mucchi terra lasciati qua e la, chi coperti di gramigna, o  aridi e spogli…. immaginiamo che questi mucchi di terra non siano stati sempre in queste condizioni, anzi … probabilmente sono stati parte di giardini …. Immaginate che un appassionato di “botanica” si prenda il gusto di raccogliere la terra e di riutilizzarla mettendola in un contenitore, che so, un vaso, e che da tutta questa terra ne ricavi un fiore.

Peccato! Distratti dall’aver visto spuntare un fiore e convinti che questo sia frutto della sola terra, noi che siamo “la terra raccolta” ci compiaciamo di aver generato un fiore, dimenticando completamente che se non ci fosse stato qualcuno che si fosse preso la briga, con passione, di prendere questa terra, dai vari mucchi isolati e fatto un minimo di “crivio” prima di metterla nel vaso, oggi non ci sarebbe il fiore.

Di più se costui che ha messo la terra ed ha curato il vaso, con il tempo se ne disinteressa,  il fiore appassirà e ricrescerà l’erbaccia, perché è vocazione di quel tipo di terra, generare erbaccia, se “non curata”.

Immaginiamo di aver tanto digiunato, immaginiamo che la causa del nostro digiuno è stata anche una nostra indolenza, immaginiamo che qualcuno mossosi a compassione, ci invita ad una tavola imbandita di tutto e noi non solo ci abbuffiamo, ma parliamo male del sistema che fino ad oggi ci ha tenuti digiuno, in più, convinti di aver risolto il problema della fame, addirittura ci dimentichiamo di ringraziare il padrone di casa.

Parliamo della nostra vita. Ma siamo convinti che le cose non vadano per il verso giusto soltanto per colpa degli altri o per le condizioni esterne?

Se non siamo in grado di guardare in faccia la realtà e di guardarci allo specchio, di vedere prima tutti i nostri limiti ed i nostri difetti per tentare di migliorali, se non siamo in grado di spendere “un grazie” o un “mi scusi”, se non siamo in grado di comprendere che in alcuni casi i treni passano una o due volte al massimo, se non siamo in grado di capire che quelli che pensiamo esser contenuti nostri, gli altri li hanno già scartati da tempo, alimenteremo la nostra mediocrità autodistruttiva che ci porterà sempre più ad essere isole, oggi fiorite e domani aride e dimenticate!

Rimarremo nelle mani per sempre di dilettanti allo sbaraglio che nella pura indifferenza delle masse distratte da chi sa chi a chi sa cosa, saranno deputati dai giornali o dalle tv a decidere il destino nostro senza aver mai avuto un incidenza determinante sulla propria vita.

L’Accendiamo?

La nostra vita, l’accendiamo? ……Per una volta la vogliamo trovare la forza di ritornare padroni della nostra vita?………….Si, l’accendiamo!

 

 

“Sono Stanco”

“Sono Stanco e me ne vado!” Quante volte lo avete detto e soprattutto quante volte lo avete pensato! Ma sono stanco di cosa? Ma vado via da dove?  Ognuno di noi è stanco di qualcosa e vuole andare via da qualche posto, da qualche situazione, da qualche contesto.

Personalmente sono stanco di certa gente!

Non della gente in generale, diversamente non avrei pensato Epruno e non starei qui a fare una trasmissione dando “la voce ad Epruno”!

Sono stanco di certi personaggi che popolano il nostro quotidiano.

Sono stanco del “nulla mentale” venduto come massima espressione dell’intellettualità. Sono stanco dei ragionamenti del cazzo fatti passare per contenuti o per filosofia. Sono stanco delle nicchie di persone che si candidano a dettare le regole per la collettività. Sono stanco dei capipopolo e dei “peti con le cravatte” e di tutti quegli ex ovicultori che da poco hanno scoperto l’uso delle scarpe, e si danno un tono.

Sono stanco delle auto blu e delle file riservate.

Sono stanco di chi pretende biglietti per ingressi di favore e poi li regala, per il solo gusto di esercitare un misero potere e far sapere a tutti che lui può.

Sono stanco dei SUV che percorrono le traversine del centro storico, restandovi incastrate e bloccando il traffico in tutta la zona. Sono stanco di tutti quei fessi che in cerca di protagonismo organizzano cortei per dieci gatti e paralizzano la città. Sono stanco di tutti coloro che si fanno pubblicità personale e che si costruiscono mestieri appellandosi “professionisti dell’antiqualcosa” quando già a Santa Rosalia hanno rubato la grata.

Sono stanco delle “sue eccellenze” e delle “sue eminenze”, che condividono le tavole e sono altresì stanco della loro meraviglia quando dopo anni scoprono che alla stessa vi stava seduto anche “sua delinquenza”, ovviamente a loro insaputa!

Sono stanco di sentir parlare idioti che stanno li a farmi le prediche.

Sono stanco di assistere ai talk-show, dove ci si flagella parlando di crisi e del lavoro che non c’è; dove ci son sempre gli stessi opinionisti, arricchitisi con tali comparsate. Sono stanco di tutti coloro che “si io l’avevo detto”, per poi qualche giorno dopo correggersi dicendo si, “ma è vero anche il contrario”, per poi qualche giorno dopo ancora ricorreggersi dicendo, “ma effettivamente erano vere entrambe le ipotesi”.

Sono stanco di constatare la validità, giorno dopo giorno, dei miei postulati:

“Dietro un figlio testa di caz__ c’è sempre un padre testa di caz_” e che

“Tutte le teste di cazzo si conoscono”!!!

Per questo motivo, per tale ragione, me ne vado, ………si………… ma dove??????  Meglio che me ne vado a dormire …! …………..Buonanotte!

 

 

“Peppino”

Peppino, io in questa casa ci sono già stato!

Chi sa quante volte te lo sarai sentito ripetere, ma tu …. No, tu eri ostinato e pertanto continuavi imperterrito a fare la tua satira, sfidando l’ignoranza di ti chi ti ascoltava e l’ignoranza di chi scuncicavi, ma mentre chi ti ascoltava, avrebbe avuto la necessità di ascoltarti per tanto tempo, prima di capire ed aprire gli occhi, gli altri, quelli, i malvagi, capirono subito e non essendo avvezzi alla satira, si dimostrarono non pronti ad accettare l’ironia e fu così che decisero che la tua voce non avrebbe dovuto più parlare.

Oggi è facile contestare con la Kefiha palestinese al collo, da figli di papà che sconoscono magari i confini geografici della Palestina e la sua storia, oppure fare movimenti di opinione dopo che gli eroi ci son stati, ma al tempo, fare “l’Apache” in un paese come il tuo, ci voleva coraggio, molto coraggio. Al tempo per mettersi contro lo status quo in una terra come la nostra, bisognava essere eroi o incoscienti, ……… piccoli eroi di grandi storie.

Chi sa Peppino, come avresti vissuto i giorni d’oggi, in mezzo ai giovani d’oggi e se avresti fatto lo stesse battaglie, magari con gli strumenti informatici di oggi. Io penso che tu, anima in pena, come quella di tanta gioventù insoddisfatta del mondo regalatogli, avresti trovato lo stesso il modo di non tacere davanti l’ingiustizia e la soverchieria, poiché a queste latitudini, non è l’ideologia a fare la differenza, ma il sopruso.

E si, Peppino, in questa casa ci siamo stati entrambi e purtroppo non siamo stati i soli e questa non è la casa della “sora Gina”, ma è pur sempre “un vecchio bordello”, ..è la nostra terra, dove da un lato i furbi, i ricchi, i potenti prendono stuprando tutto, perché dal loro punto di vista, tutto gli appartiene, dall’altra parte, noi, che non ci rassegniamo a fare la parte dei fessi, non comprendendo il perché, ci chiediamo se è giusto che biologicamente nascendo tutti allo stesso modo da uno spermatozoo, dobbiamo avere chance diverse.

Eppure, c’è chi fa la storia e chi no ……… e Tu Peppino purtroppo quel giorno di campagna elettorale, la “tua storia” la compisti su un binario, mentre per un fatale scherzo del destino, un altro Lui, un uomo importante, avvolto nel suo cappotto, veniva rinvenuto in un bagagliaio di una Renault 4, oscurando la tua notizia …… ironia della sorte entrambi zittiti ed adagiati in due mezzi di trasporto, …. due storie agli antipodi, due belle intelligenze, ma tu, uno dei tanti, uno scocciatore di cui diffidare, ….  parlavi di indiani e la gente non ti capiva, e andavi in giro in dolce vita e non con la cravatta, era normale all’epoca che qualcuno pensasse di cancellare finanche il rispetto e soprattutto la memoria di te con infami falsità ………… E ho detto tutto! Ciao …

 

“Uscite”

Non si esce dalla porta di sicurezza utilizzandola come una uscita normale, se le uscite vengono battezzate di sicurezza, ci sarà un motivo?

Eppure molte volte la tentazione è grande.

In momenti che ci sembrano di grande difficoltà, ce la troviamo a portata di mano e vorremmo spingere quel maniglione, anche esso di sicurezza, per uscire, ma poi ci riflettiamo e notiamo che malgrado la nostra angoscia ed il nostro affanno, tutto intorno a noi regna la calma.

Le uscite di sicurezza sono progettate con l’auspicio che non debbano mai servire, quindi se noi ne facciamo un uso spropositato, violiamo le regole. Nella vita dobbiamo sforzarci di cercare soltanto le uscite principali e non dobbiamo aver vergogna ad utilizzarle, anche quando fuori, gli occhi di tutti sono puntati su di noi.

Solo gli inferi possiedono porte che non portano da nessuna parte,

le porte di sicurezza spesso ci conducono verso uscite secondarie, attraverso retroprospetti bui.

La vita, quella vera, quella onesta, quella che vale la pena di vivere è piena di difficoltà ed è cosparsa di tante uscite di sicurezza.

Quanti più ostacoli si incontreranno, quanto più saremo allenati a superare le difficoltà, con gradualità e più grande sarà la nostra capacità di sopportare il dolore Quanto meno sarà riempita la nostra esistenza di continui ostacoli, quanto più difficile per noi sarà l’affrontare quei pochi ostacoli, che comunque tutti dovremo incontrare ma, che a quel punto ci sembreranno giganteschi.

Accanto ad ogni ostacolo, piccolo o grande ci sarà sempre una uscita di sicurezza alla quale dovremo resistere.

La vita quella vera è fatta di continue cadute ed immediate rialzate.

Pertanto si può andare giù in un istante senza accorgersene, si può cadere senza necessariamente esser calpestati dalla folla, avendo quindi il tempo per potersi rialzare, si potrà andare a fondo senza annegare poiché se ci fideremo della fisica e non perderemo la calma sarà la stessa spinta dell’acqua a riportarci nuovamente in superficie.

Dunque, non lasciatevi attrarre da apparenti facili uscite di sicurezza, non abbassate mai il vostro sguardo, non sfuggite ai problemi e guardateli negli occhi. Fate valere la vostra presenza, ciò metterà gli altri in difficoltà, poiché gli assenti hanno sempre torto.

Solo così, se avrete personalità, potrete percorrere l’esistenza in un corridoio tra due ali di folla…Poiché l’uscita è una sola e si attraversa una unica volta e passa per l’uscita principale!

 

 

“29 …”

Bisogna essere un idiota per mettere un voto quale il “29”. Bisogna aver vissuto un’infanzia difficile per giungere a fare il professore che nel momento massimo del giudizio, mette un “29”, con la motivazione che siamo stati bravi ma non perfetti per meritare il “30”. Se dovessi definire un fallito frustrato, lo definirei così! Non pensando ad un allievo che prende un “29”, ma a colui che giudica e che ha il coraggio di dare un “29”!

La vita è fatta di episodi ed una materia per un giovane è un episodio da mettere nella cartella delle esperienze da dimenticare, ma se qualcuno dall’alto della sua somma saggezza ti mette un “29”, nella sua mente perversa è passata l’idea che tu per una vita intera te lo possa ricordare, mentre per lui rimarrai uno dei tanti esami di routine da dimenticare.

C’è chi per esistere ha bisogno di fare gesti singolari, ossessionato dal trasmettere ai posteri un ricordo di se, lasciandovi un rimorso per sempre. Io non ho mai ricevuto un “29” e non so come avrei reagito, ma certamente la vita, come a molti di voi, mi ha regalato ben altri “29” davanti ai quali ho dovuto non perdere la calma. Quanti capi, quanti direttori, quanti maestri impongono la loro autorità senza diventar mai autorevoli. Se ci riflettete, avente incontrato tanti professori, con i loro “spregi”, ma pochissimi maestri che vi hanno regalato lezioni di vita.

Lo “spregio”, la violenza gratuita, è anche frutto di una mancata attitudine al comando ed è strumento di coloro che hanno ricevuto in “regalo” un ruolo di potere che gli altri hanno dovuto sudarsi, figli di una errata selezione naturale. L’arte del potere, l’arte del comando, l’arte del giudizio non si apprende attraverso i libri e non c’è nessuna accademia che può insegnare ciò che si impara soltanto in trincea, li dove si forgiano gli uomini ed i loro capi. Una grande malattia di questa società democratica e la pessima scelta della classe dirigente, creata attraverso il nepotismo e la nomina, attraverso un orribile arma chiamata “meritocrazia”, strumento di valutazione pericolosissimo se non gestito attraverso asettici ed imparziali parametri, pericolosissimo se vengono truccate le regole e non dato a tutti le stesse opportunità.

Purtroppo l’aver lasciato questi strumenti in inesperte o corrotte mani, ha fatto si i criteri di giustizia sono stati sostituiti da “simpatia” e “tornaconto”, premiando spesso, “gli utili idioti”, “puttane e puttani” e “gli eterni leccaculo”, creando danni irreparabili per questa società, ed azzerando il “dissenso critico”. Non credo ai giovani capi, i geni non nascono con facilità e quando nascono sono asociali e mai portati a comandare o organizzare il lavoro altrui chiusi come sono nella loro genialità.

Nel mondo normale si ha bisogno di fare esperienza, tanta esperienza, prima di giungere ai vertici, come accadeva in passato attraverso quella parola magica detta “anzianità sul campo”, che portava tutti a fare un percorso di saggezza quella che ti faceva scegliere se darti un “28” o un “30”, ma mai un idiota “29”.

 

Che Strano …..

Che strano! Sa tutto di molto strano …A darmi riprova di ciò è il fatto che i grandi chiacchieroni, coloro che hanno da sempre avuto le frasi fatte e gli slogan di regime, oggi sono in silenzio!

Tutti coloro che hanno da sempre vissuto in un mondo dove la colpa era di qualcun altro, si ritrovano in un istante catapultati in una realtà dove devono decidere se uscir fuori da un mediocre copione che gli impone idee ed atteggiamenti e li premia con qualunque tipo di assopimento artificiale o iniziare a vivere accendendo in piena libertà il proprio cervello.

Eppure c’è ancora chi si accontenta di transumare in grande solitudine in un oceano di gente e c’è chi si ostina a chiamare arte la stravaganza, prendendo ad alibi la stravaganza certifica di grandi menti del passato. Ma è vero, la genialità spesso si sfoga in stravaganza, quindi si può essere geni o grandi artisti e stravaganti, purtroppo non è vero il contrario e non c’è alcuna reciprocità tra genio e sregolatezza e quindi non è vero che ogni stravagante è anche artista, ma il più delle volte, anzi, è una testa di cazzo!

Quindi è subdolo colui che vuole buttare il tutto in una grande confusione, giustificando ogni cosa come espressione dell’animo libero.

Non si può fare tutto ciò che ci passa per la testa e chiamarla “libertà” e chi ci vende questo caos per libertà è in malafede, poiché il più delle volte dietro finti miti ed ideologie, campeggia il vile denaro ed il guadagno che qualcuno ne ricava, dal vendere i “falsi paradisi terrestri”.

Fateci caso, coloro che organizzano questi piaceri, sono sempre dietro le quinte delle quinte, nascosti e sempre savi e scevri da qualunque coinvolgimento che ne potrebbe far perdere qualunque lucidità.

Se tutto ciò fosse vero ed universale, nessuno troverebbe la forza e la volontà per resistere al coinvolgimento. Fintanto che c’è qualcuno che organizza stando ai margini del gioco è tutto finto e dietro c’è certamente il “dio denaro” o qualunque interesse monetizzabile attraverso il potere a governare il tutto, ed intanto, molte vite si svuotano e perdono di vista la realtà.

Ma cosa è la libertà? Libertà viaggia attraverso concetti banali! E’ soprattutto, non solo potere agire, o farcirsi di idee altrui attraverso le letture di esperienze del prossimo. Libertà è non avere obblighi di orientamento, ma non farsi imbrigliare da obblighi abitudinari, non affezionarsi alle proprie idee. Libertà è soprattutto pensare, anche in controtendenza, anche se qualcuno ci resterà male, poiché chi si offende per le vostre idee è sempre in malafede. Libertà è avere una sola certezza, quella di non essere custodi di chi sa quali verità. Libertà è esser liberi di sparare la propria cazzata ……

 

 

“Anche loro si sono estinti”

Un genere umano come il nostro, sempre soggetto all’azione esterna della natura, sempre soggetto alla fragilità di quell’appuntamento imprevisto con la propria dipartita, può mai definirsi potente?

Se pensate a quanti uomini nel tempo, in balia di catastrofi, sono stati spazzati via in un istante, senza che qualunque sofisticata tecnologia a protezione avesse potuto porvi rimedio!

Quindi, anche quando parliamo di potenza, quando ci sentiamo onnipotenti rispetto agli altri ed a tutto il creato, sappiamo che basta un istante, basta un “tic”, basta un battito che si ferma ed ecco che diventiamo passato.

Ma malgrado ciò, ci ricadiamo sempre e periodicamente! Ricordatevelo almeno voi che con me dovete condividere il concetto di “bello della vita”! Solo se abbiamo piena consapevolezza di ciò che realmente siamo e di quanto appariamo fragili nel contesto universale, ma soprattutto di quanto poco tempo “duriamo” in rapporto alla eternità, solo così, possiamo ambire alla conquista di quella qualità di vita che da sola giustificherà il nostro transito terrestre.

Anche i dinosauri si sono estinti, eppure erano giganteschi rispetto a noi, basta confrontarsi con quei pochi reperti ritrovati che ne provano la loro esistenza. Malgrado ciò, non è certo come, sono stai spazzati in un istante dalla faccia della terra.

Mistero dei misteri ……

Ciò andrebbe ricordato con chiarezza, ai nuovi dinosauri, a coloro che senza aver studiato la storia, si ripropongono con gli stessi vizi e difetti di questo genere estinto. Certo il pianeta all’epoca ancora giovane, doveva essere più bello, ma loro che ne erano i padroni assoluti, in un batter di ciglio, per chi sa quale evento straordinario della natura, sono diventati oggetto per i cartoni animati dei nostri bimbi.

Ah cari odierni nuovi dinosauri, comprendo la vostra voglia di specchiarvi e di vedervi imponenti e forti, comprendo la vostra voglia di occupare spazi e di affermare la vostra ferocia e potenza, anche in alcuni casi, occultandola dietro la fama di esser di specie “erbivora”, comprendo la vostra voglia di far ruotare la vostra robusta e lunga coda, comprendo la vostra voglia di muovere quelle piccole braccine per afferrare il tutto, comprendo anche la tentazione che avete di addentare con ferocia i vostri simili e non solo per cibarvi, ma adesso siete voi, che dovete comprendere una sola cosa, guardatevi bene allo specchio ed oltre a scoprire che avete una piccola testolina su un corpo imponente, guardate le vostre rughe, siete vecchi, come è vecchio il vostro modo di pensare, come è vecchio quel mondo ormai estinto, artificialmente vi ostinate a tenere in vita, e come disse una volta Gandi: “E’ arrivato il momento che ve ne andiate!

Ed aggiungo io, per il vostro bene, prima che sia una nuova “catastrofe a spazzarvi via ….

“La Roba”

Abbiamo parlato tanto del tempo, dei sogni, dell’essere, ma come dimenticarsi dell’avere, inteso come cosa che mi appartiene?

Prendete ad esempio la cosa pubblica, prendete la nostra terra, se è vero che noi siamo stati generati su questa terra e certamente è nata prima la terra, a meno che la nostra origine non venga da un altro pianeta ed allora potremmo stare qui a fare un’altra discussione, ma a me piace pensare che il genere umano sia stato concepito sul pianeta terra.

Quindi dal momento in cui abbiamo aperto gli occhi e siamo stati eretti e coscienti abbiamo iniziato a dare clavate a destra ed a sinistra ed abbiamo iniziato a dire: “questo è di mio!” Ne più ne meno che come i bimbi.

Abbiamo cominciato a recintare tutto quanto ci circondasse e dall’accaparramento di ciò che era di tutti perché non era di nessuno è nata la nostra ricchezza e la nobiltà!

Si………, tenuto conto che un individuo non viene al mondo portandosi con se della ricchezza, appare scontato dimostrare che i primi ricchi erano necessariamente dei ladri!

Ed i primi nobili, sono stati certamente i primi ricchi e per transitività anche essi dei ladri!

Ma perché ladri se ancora non esisteva il diritto?

Bella domanda! Da quel momento chi rubò, finendo il suo rubare disse: “da adesso colui che mi toglierà la roba, che io ho preso e che è diventata mia, sarà punito” e da quel momento divenne “reato rubare”!

Poiché nacquero le leggi, gli avvocati ed i giudici!

Ma purtroppo erano nati anche i poveri! Ma chi erano i poveri?

I poveri erano coloro che all’inizio non ebbero il coraggio di rubare ciò che era di tutti e quindi di nessuno e di conseguenza anche loro, oppure arrivarono in ritardo, quando non c’era più nulla da prendere!

Ma i poveri non erano nobili ed erano anche ignoranti e non potendo parlare loro con il linguaggio dotto delle leggi, fu necessario inventare le religioni ed i sacerdoti, per poter predicare loro con parole semplici non solo “non rubare, ma che ad esser poveri si era anche beati!

Pensate la beffa ….. Per esser arrivati in ritardo a rubare ed accaparrare ciò che era di tutti si sono scritte storie e destini diversi che hanno contrassegnato generazioni!

Beffa delle beffe, da allora, se i poveri avessero voluto avere qualcosa, l’avrebbero dovuto comprare, pagando a coloro che precedentemente l’avevano rubato come si dice “a gratis”!

Ma beffa delle beffe, delle beffe, i poveri, una volta comprato e pagato a coloro che in origine era stato rubato, avrebbero dovuto successivamente pagare una tassa con ulteriore denaro a coloro che erano giunti per primi a mettere mano a ciò che era di tutti e quindi di nessuno e divento loro!

Eh si, questa si chiamava era antica e poi medio evo, meno male che queste cattive abitudini non si siano perpetrate ai giorni d’oggi, nell’era moderna, ce lo vedreste un potente odierno, che so un politico, a rubare ciò che è di tutti e quindi di nessuno ed accaparrare ricchezze?