Archivio per la categoria: La Voce di Epruno – L’Editoriale

OGNUNO E’ CIO’ CHE E’

Ognuno è un elemento pensante dotato di un suo raziocino.

Amo i cori, ma soltanto quelli musicali, scritti e pensati in armonia per costituire un tutt’uno perfetto e gradevolmente ascoltabile. Non amo i cori di “opinione”, per intenderci quel dire “è opinione comune”, poiché dietro questa opinione comune spesso, si nasconde il grande inganno. Spesso si nasconde un “Grande Fratello”. Ma quando i giornali ed i mezzi di informazione uniformano le prime pagine, personalmente qualcosa non mi “convince”!

Siamo entrati in un periodo di crisi e non si fa che parlare di altro. Alcuni lo hanno scoperto dalla stampa, altri non lo hanno ancora scoperto, ma fino a qualche giorno fa, tutto andava bene, perché ce lo dicevano gli stessi giornali ed allora quale era la nostra preoccupazione? A giudicare dai media, il chiodo fisso per l’opinione pubblica era quello di sapere su come il proprio “anziano” leader, passava le nottate in casa propria ad organizzare festini. Quanti talk-show televisivi, pieni di politici che litigavano su questo argomento. Dedicavamo sedute del parlamento su questi argomenti. Eppure, anche allora chiudevano le fabbriche, la gente non trovava lavoro, il paese non cresceva, il debito pubblico era galoppante ….

In un istante, però, tutto cambia e diventiamo un paese che ha bisogno di sobrietà, sostituiamo un anziano leader eletto, con un anziano leader nominato, ma sessualmente più misurato, dopo aver scoperto che tutto va male, perché ce lo dicono gli stessi giornali di prima! A sentir loro, a questo punto il pensiero unanime dell’opinione pubblica è quello di sapere perché guadagnino così tanto i parlamentari! Eppure le fabbriche continuano a chiudere, la gente perde il lavoro ed il paese non cresce anzi va in recessione!

Ma ne allora, ne adesso vediamo un titolo che si occupi del vero problema! Di come siamo giunti a questo punto e soprattutto di come uscirne. Balena la sensazione che qualcuno ci voglia distrarre dai veri problemi. Che ci sia un unico obiettivo, “delegittimare la politica”, fatta si oggi, da discutibili interpreti, ma sempre unico legame di espressione popolare democratica per determinare le sorti della cosa pubblica?

Sono certo che il problema non è quanti siano, chi siano e quanto guadagnino, ma se realmente siano all’altezza del ruolo e soprattutto cosa facciano per governare saggiamente per il benessere del “Paese”. Forse, mentre facciamo loro i conti in tasca, il nostro futuro si impoverisce, mentre per loro sono passati altri 5 anni, pronti nuovamente rilucidati a richiederci quel voto affinchè tutto cambi per restare come prima!

AUDIO EDITORIALE – EPRUNO 07-01 – PARTE 1 – SM mono – Editoriale Podcast

VERRA’ UN GIORNO….

Se doveste fare voi un bilancio di questo anno che si va a chiudere sono sicuro che non sapreste giudicare se questo anno è stato veramente un annus orribilis, un anno cattivo o un buon anno!

Vi lascereste influenzare da PRADA che apre a Palermo o dallo Spred che supera i 520 punti?

Sentireste realmente la pressione di una economia globale che ci ha portato sull’orlo del baratro, o cavalchereste l’ottimismo della nostra classe di parlamentari a qualunque livello di rappresentanza che vota compatta per scongiurare qualunque abbattimento dei loro compensi?

E quando imbottigliati con la vostra utilitaria, in mezzo al traffico vi troverete circondati da SUV sempre più grandi ed accessoriati, penserete ai sacrifici che vi attendono, o avrete un moto di ribellione al solo dubbio di una società a due velocità?

Se c’è Prada e ci sono i SUV ci sono anche i soldi, il problema è che questi rimangono nascosti e non circolano più come prima.

Non vi balena mai il sospetto che queste due società posseggono velocità differenti proprio perché una da sempre rispetta le regole e viene chiamata a fare sacrifici per l’intera collettività e l’altra da sempre gioca sporco nell’ombra, e si arricchisce ai danni della prima?

Che motivo avrebbe quest’ultima di essere pessimista?

Non siamo mai stati un popolo di virtuosi, la realtà sta nel fatto che prima di tangentopoli e di tutte le leggi sulla tracciabilità dei capitali, ci si vantava di dire che la “pecunia non olet” ed il denaro girava, veniva speso nei negozi, creava opportunità di lavoro.

Oggi quella stessa pecunia non certamente frutto di stipendi, viene depositata magari in paesi che spesso ci fanno la morale giudicandoci popolo di fannulloni o di “spaghetti, chitarre e manduline” mentre si arricchiscono senza alcuno scrupolo con le loro “grandi lavatrici” togliendo “l’olet” del nostro denaro sporco e lo custodiscono procurandosi profitto.

Immaginate di sedervi ad un tavolo da gioco dove voi rispettate le regole e gli altri no, quando potrete mai vincere? E la nostra speranza?

Non preoccupatevi, quanto sopra ……. vedrete non durerà, poiché stretta troppo la cinghia più nessuno potrà permettersi di non chiederà lo scontrino o la fattura, ed il furbo non potrà più nascondersi!

E sarà lo stesso, per quanto concerne l’economia globale ed i paesi emergenti quali l’India e la Cina che hanno scoperto oggi il capitalismo attraverso lo sfruttamento di maestranze che senza garanzie lavorano 20 ore al giorno, ma verrà anche da loro il giorno in cui alla loro porta busserà il primo Sindacalista ed allora saranno amari … BUON ANNO.

AUDIO EDITORIALE – La Voce di Epruno del 31 Dicembre 2011

UN ABBRACCIO

Termino quasi sempre qualunque corrispondenza con la parola “Un Abbraccio”. Il motivo di tale saluto, sta nel significato ma soprattutto il valore di tale gesto, oggi spesso sottovalutato o addirittura dimenticato.

Nella nostra terra sicula, ricordo ancora quando attorno agli anni settanta si diffuse la moda, ancora in vigore, del bacio, quale saluto anche tra uomini che desto non poco scandalo. Ebbene, questo gesto, seppur confidenziale giunse ad una sua evoluzione artificiale, in quanto di bacio non ne rimase traccia, poiché nella pura simulazione, i giovani arrivavano ad appoggiare o meglio sfiorare le guancia emettendo il suono onomatopeico del bacio. Il bacio, rispetto all’abbraccio, ha avuto valenze e significati storici tradizionali, poiché è stato da sempre un gesto legato ad un atto d’amore, ma è stato anche il bacio del tradimento.

Un abbraccio, no! Un abbraccio non è mai un gesto ipocrita. Un abbraccio è sempre stato un gesto forte, di passione, di possesso, di compenetrazione. Un abbraccio caloroso ha sempre trasmesso sentimento di affetto, stima, amore. Ci si abbraccia quando ci si deve salutare, prima di un lungo viaggio, ci si abbraccia quando ci si rivede dopo una lunga assenza. Ci abbraccia nostra madre, non appena nasciamo, paradossalmente ci abbraccia la morte quando ci prende in consegna.

Un abbraccio è cristiano, come il colonnato barocco di piazza San Pietro. Un abbraccio è apertura, accoglienza. Un abbraccio è apertura, poiché se ci riflettete nell’aprire le braccia per prepararvi ad un abbraccio esponete il petto, il vostro cuore senza alcuna protezione, sicuri e convinti che nessuno mai potrà colpirvi in quel momento. Chi abbraccia ed apre il proprio cuore, non merita di essere ferito in quel momento! C’è chi prudentemente non abbraccia chiunque, per non sottoporsi a tali rischi.

C’è chi come me, è un inguaribile ottimista ed è convinto che in ogni uomo c’è qualcosa di buono, c’è sempre qualcosa anche nascosta, al di la del suo livello sociale, del suo livello intellettuale sul quale si può costruire qualcosa di positivo, per se e soprattutto per gli altri. Il vero Eprunista non si interessa alla conoscenza del prossimo che non lo arricchisce di valori in una affinità elettiva, non ne ha il tempo!

La vita è breve, ed ogni incontro è prezioso, perché quindi sprecarlo in sole occasioni che si limitano ad appagare solo nostre carenze, senza dar nulla al prossimo. Tali incontro, non producono null’altro che non possa esser cancellato da una sciacquone.

AUDIO EDITORIALE – La Voce di Epruno del 10 Dicembre 2011

UN QUARTO PIENO

Il mio bicchiere è un quarto pieno. Ho detto un quarto e non mezzo, perché non voglio dare l’impressione di chi non è consapevole di ciò che gli succede attorno. Ho detto un quarto e non mezzo, non perché voglio far cadere nessuno nell’interpretazione di ciò che voglio dire, prendendosi la libertà di dividersi tra chi lo vede mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto. Il mio bicchiere è un quarto pieno, perché sono un inguaribile ottimista e so che il mio compito sarà quello di riempirlo per intero. Il mio bicchiere è un quarto pieno, perché oltre ad essere un inguaribile ottimista, so che sono obbligato ad essere ottimista, poiché il mio bicchiere è su una tavola modesta, la mia!

Il mio bicchiere è un quarto pieno, perché lo ho ereditato così da chi è stato prima di me, facendo il massimo ed onestamente. Allora spetterà a me dare il mio massimo onestamente e non importa se alla fine non lo avrò riempito tutto, ma l’importante è che io abbia lasciato a chi verrà dopo di me, non solo un bicchiere non vuoto, ma un bicchiere che si sia riempito di più del quarto di partenza. Solo così la mia vita avrà un senso, per me e per gli altri.

Il mio bicchiere è un quarto pieno, perché a me è toccato in sorte di riempirlo. Coloro che hanno il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, consumano la loro esistenza a filosofeggiare su cosa è meglio tra l’essere ottimista e l’esser pessimista e durante questo periodo il contenuto del bicchiere evapora, come la loro vita. Chi ha avuto in sorte un bicchiere pieno, ha un unico destino, berlo …… e così toccherà alla generazione che verrà dopo, ricominciare da capo riempiendolo. Dalla quantità della loro sete, dipenderà la quantità di sforzi dei loro figli nel doverlo riempire nuovamente, in parte o per intero. Quindi che ti tocchi bere o che ti tocchi riempiere il bicchiere, sempre con un bicchiere avremo a che fare.

Ed allora a che serve stare a rammaricarsi se hai un bicchiere non pieno. Prendi consapevolezza di quanto esso sia pieno e vivi, contento del tuo livello di riempimento, sapendo che l’unica cosa che tu possa fare e riempirlo, sia che lo vedi parzialmente pieno o che lo veda parzialmente vuoto, poiché è il tuo bicchiere e nessuno potrà metterci la bocca. Più il tuo atteggiamento sarà positivo, più sarai tentato di riempirlo….. prima di bere.

AUDIO EDITORIALE – La Voce di Epruno del 3 Dicembre 2011

Addio o Arrivederci………….

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Carissimi ….. Arriva sempre inaspettata!

Ma arriva, non dando alcuna prova di appello e tempo extra.

Anche se abbiamo provato a programmarla, non saremo certo noi a dire quando potrà essere il momento.

Non sempre è una cosa brutta e sarebbe bene condividere, per noi che abbiamo una mentalità positiva, l’idea che comunque, qualunque cosa bella ha una fine.

Gli addii sono tristi, ed è sempre difficile doversi separare dalle persone alle quali vogliamo bene, o dalle cose alle quali siamo stati affezionati, dalle nostre abitudini …….ma avremo la coscienza a posto se la nostra presenza sia stato di giovamento per gli altri.

Se saremo riusciti a strappare un sorriso, se avremo contribuito per qualche minuto a fare dimenticare un momento brutto, se avremo regalato un paio di occhiali speciali con i quali vedere anche le cose difficili della vita …Beh, penso proprio che insieme non avremo speso male il nostro tempo.

Bisogna sentirsi appagati e come per qualunque dieta, bisogna trovare la forza di alzarsi dalla tavola avendo ancora fame.

Bisogna pertanto capire per tempo quando una esperienza può dirsi completa ed avere la forza di dire noi “basta”. Così facendo avremo appeso nella nostra vita una ennesima bella fotografia da ricordare positivamente per tempo. Così facendo avremo deciso di rendere eterna la bellezza delle nostre cose, fotografandole nel loro momento migliore.

Marilyn Monroe è rimasta per sempre bella ai nostri occhi perché è rimasta giovane per sempre, come “gli eroi” della “Gucciniana Locomotiva”.

E così è non solo per l’esistenza, ma per tutto ciò che è umano, per i sentimenti, per le sensazioni, per i vizi.

Bisogna saper dire basta ed affidare tutto alla “vita” convinti che se sarà nel nostro destino, non è escluso che potremo ritornare, magari in modo diverso, magari sotto altra forma………..

Come Voi, Amo la vita, ed amando la vita ho amato da sempre la vita di tutti, di qualunque organismo vivente su questa terra, eppure ho imparato dalle piante che la fine di un ciclo è spesso l’inizio di un nuovo ciclo sotto altra forma.

Einstein diceva “Alla fine di un lungo viaggio, quando sarete ritornati al punto di partenza, avrete quasi la sensazione di esser stati in questo luogo per la prima volta”. ………..Solo chi va via ha possibilità di ritornare!

La “storia di epruno” è ancora lunga ed anche se non avrà più “una voce” continuerà ad avere una penna ed un eco sul web, per continuare a ridere o indignarsi e poter continuare ad affermare: …………………

Se Ne Capissi ….

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Se capissi qualcosa di politica e purtroppo non ne capisco un cazzo!

Se capissi qualcosa e mi occupassi di politica, io desidererei votare per una persona autorevole che ha già fatto uno stimato percorso sociale e si è formato politicamente;

Se mi occupassi di politica, mi piacerebbe delegare una persona seria che sapesse parlare con la gente, che sapesse porsi allo stesso piano e con lo stesso linguaggio degli umili e dei potenti, e con ognuno sapesse stare a suo aggio, facendo sentire a proprio agio gli interlocutori nei propri contesti;

Se mi occupassi di politica, mi piacerebbe sapere che la persona che ho delegato è ogni giorno lì, in quel palazzo, a quel piano e dietro quella porta;

Se mi occupassi di politica, mi piacerebbe fare anticamera dietro la porta di chi ho votato, certo che se aspetto è perché c’è dentro il suo studio un’altra persona che come me ha avuto necessità di parlare con lui ed è arrivato all’appuntamento prima di me;

Ciò, Se capissi qualcosa di politica e purtroppo non ne capisco un cazzo!

Se capissi qualcosa e mi occupassi di politica, io desidererei poter parlare con lui del problema della mia città e sapere che cosa ne pensa e cosa sta facendo, e mi sentirei onorato di sentirmi chiedere il mio modesto parere, perché avrei la sensazione di trovarmi al cospetto di una persona da me eletta che ascolta la sua gente.

Se mi occupassi di politica, mi piacerebbe ritirarmi a casa dal mio lavoro e passare a tarda sera sotto il suo studio e trovare la luce accesa.

Se mi occupassi di politica, apprezzerei tanto che lui invece di spendere il tempo tra eventi mondani ed istituzionali, passasse il tempo in mezzo alla gente normale ed al centro dei problemi, per capire e non aver raccontata e mediata la realtà;

Se mi occupassi di politica, sarei in grado di capire a quel punto che anche un non poter far nulla nell’immediato per problemi più grandi noi è pur sempre un atto buona volontà, di chi ogni giorno tenta di vincere le sfide;

Se mi occupassi di politica, davanti ad un uomo del genere, mi leverei tanto di cappello ed accetterei l’idea che anche lui come me non è un super uomo, ma soltanto una persona seria, che c’è, è presente, ed è lì accanto a me, a godere delle poche vittorie delle mie giornate e purtroppo a consolare le tante odierne sconfitte. Saprei, che avendo affidato il mio destino in tali mani, avrei scelto le migliori mani possibili.

Se mi occupassi di politica ma soprattutto, Se capissi qualcosa di politica ……..Ma purtroppo non ne capisco un cazzo!

Essere ….

Immagine piedistallo 2 piccoloEssere o non Essere. Questo è il Problema!

Questo è il Problema?

Si è o non si è, non a proprio piacimento. Si è o non si è per nascita, ed allora hai poco da dire, “Essere o non Essere”, se non sei!

Si è poiché si diventa ed allora carissimi, se non lo si è diventati non lo siamo, ma nulla vieta che lo potremo diventare, ma per il momento se non lo siamo, non lo siamo!

Si è perché ci si sente!……… Sbagliato, se non lo siamo a nulla serve il sentirsi! …..Sentirsi ovviamente nel significato di essere!

Siamo d’accordo il mondo è pieno di pochissimi “Essere” e di una infinita quantità di “Sentirsi” cioè di “non Essere”!

Più la realtà è provinciale, più è piena di “non Essere”;

più la realtà è esclusiva, più è popolata di “Essere”!

Una delle peggiori combinazioni nasce, quando “l’Essere”, incontra “l’Avere”, ed allora Essere ed Avere costituiscono una “miscela esplosiva” e quindi diventa importante stabilire la priorità tra i due “verbi”, pertanto bisogna stabilire se si “E’ perché si Ha” o si “Ha perché si E’”?

Quanta ammirazione destano questi ultimi, ma non bisogna essere ipocriti, quanti di Noi vorremmo “Avere” e di conseguenza “Essere”, siamo tutti in cerca di una scorciatoia, se “non Siamo”, c’è poco da fare “non Siamo”.

Ma “Essere o non Essere”, questo è il problema!

A volte siamo qualche altra cosa, ma non Siamo quello che avremmo voluto Essere!

Certe altre volte “Siamo” oggi, già di più di quello che avremmo dovuto essere, ma anche questo non ci basta ed allora ci complichiamo la vita.

Quindi accontentiamoci di “Essere, ciò che Siamo”, sarà la nostra autorevolezza a darci il metro di ciò che siamo diventati e non avremo bisogno di sbattere i nostri “titoli”, le nostre “conquiste”, le nostre “ricchezze” in faccia a nessuno.

Se “Siamo”, sarà non soltanto il nostro presente a darcene merito, ma probabilmente resterà traccia di noi non soltanto nel nostro, ma anche nel futuro altrui. Se “Siamo” non abbiamo bisogno di imporre la nostra presenza pretendendo comparsate in prima fila! Va da se il fatto che coloro che “Sono”, hanno una certa predilezione all’isolamento ed all’apparire in pubblico. Se non “Siamo”, il nostro pretendere di stare sempre davanti, il nostro imporre la propria presenza agli altri, non soltanto arreca grande irritazione, ma non ci gioverà ad “Essere” e quindi non soltanto il nostro presente, sarà come il nostro passato…….., ma del nostro futuro non ne resterà che concime, anzi gas flatulento ……

Occhi Aperti!

Immagine piedistallo 2 piccoloSono con gli occhi aperti eppure dormo!

E’ da tempo che sto dormendo! Malgrado ciò sono con gli occhi aperti ma della mia attività cerebrale non c’è traccia.

Mi lascio vivere come uno “zombie” ed ogni tanto grazie a qualche raro scossone riprendo coscienza, per poco, ma poi, riprendo sonno, ad occhi aperti!

Se avessi coscienza di dormire e potessi chiudere gli occhi, mi riposerei, ma così è una vera ed inconsapevole tortura, poiché non chiudo gli occhi eppure dormo!

Tutto ciò fa si che non distinguo nei ricordi quelle che sono le sensazioni vissute e ciò che appartiene solo al mondo dei sogni.

Certe volte sono convinto che ciò che sto vivendo sia un sogno, purtroppo poi scopro, soltanto dopo, quando non posso far nulla, che sto vivendo la realtà, perché i miei occhi rimangono sempre aperti!

Sono con gli occhi aperti eppure dormo!

Sono con gli occhi aperti e c’è chi se ne approfitta perché in questo stato sono facilmente governabile, non mi amo, sto in confusione perenne e faccio soltanto ciò che gli altri si aspettano da me, ciò che gli occulti “burattinai” vogliono che io faccia.

Sono con gli occhi aperti e siamo in tanti, ma dormiamo!

Se solo fossimo stati svegli non avremmo permesso e non permetteremmo che tutto ciò accada.

Dormiamo e non possiamo sognare. Dormiamo e non possiamo riposare.

Se solo avessimo avuto l’alibi di aver tenuto gli occhi chiusi mentre tutto ciò stava accadendo, ce ne saremmo potuti fare una ragione.

Eppure eravamo la, ad occhi aperti ed eravamo qua ad occhi aperti, ma dormivamo, e tutto, tutto quanto è avvenuto sotto i nostri occhi aperti!

Tutte le cose brutte, anche le più deplorevoli della storia, sono avvenute davanti i nostri occhi, aperti, ma dormivamo.

Ce ne siamo fatti un alibi. Ci siamo puliti la coscienza. Abbiamo permesso che tutto quanto accadesse e non abbiamo neanche dovuto voltarci da un’altra parte, perché è vero che avevamo gli occhi aperti, ma dormivamo!

Oggi ed in tanti altri giorni come questi, organizziamo sfilate, commemorazioni, portiamo in strada bambini nella memoria di questo o di quella cosa, facciamo teatro, ripulendoci la coscienza per un giorno, prima di riprendere a dormire per un altro anno, sempre ad occhi aperti, ….

Quando, sarebbe bastato per una volta, per un momento o per un giorno “svegliarci”!

Mi Frastorno!

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“Io la sera mi addormento e qualche volta sogno, perché voglio sognare”, e qualche volta frastornato, mi capita di sognare cose strane come la scorsa notte. Mi ritrovavo nella ns. città in un epoca futuribile. Nelle strade vi era un misto di macerie frutto di vandalizzazioni e moderne applicazioni tecnologiche, tante videocamere ad ogni angolo ed imponenti schermi al plasma con immagini pubblicitarie che si alternavano a messaggi.

Uno di questi mi colpì particolarmente, poiché in una aurea quasi da santone, appariva vestito di bianco, il Presidente del Palermo e con la sua voce rauca che con tono grave ricordava degli stadi e degli ipermercati costruiti in città e di come solo lui poteva dare il divertimento e soddisfare tutti i bisogni ed i desideri della popolazione, ed invitava a diffidare di coloro che facendo politica, avevano fatto soltanto i loro interessi.

Eravamo all’indomani della vittoria ad Amsterdam della Coppa dei Campioni da parte del Palermo …… ma era passato più di un anno, da quel giorno in cui i precari scesi in piazza per festeggiare la loro stabilizzazione, avevano scoperto insieme ai dipendenti pubblici, che non c’era più una lira per pagare gli stipendi e non ce ne sarebbe stata neanche in futuro!

Si, eravamo a circa un anno da quella rivoluzione popolare che aveva portato la gente esausta a defenestrare i vertici, saccheggiare gli uffici pubblici e lapidare quegli amministratori, puniti esemplarmente, senza neanche aver avuto la necessità di cercarli, avendo dovuto soltanto appostarsi attorno alla tribuna autorità dello stadio in occasione di una importante partita casalinga, cogliendoli tutti sotto mano in un sol colpo.

Gli altri burocrati, vecchi marpioni del trasformismo, o si erano convertiti a questo nuovo credo, “più stadi per tutti” o si erano dati alla macchia, come il “Mullah D” (piccolo lui) che fattosi crescere un barbone bianco mandava messaggi ad una fantomatica resistenza dalle montagne, ricordando insistentemente di “rimuovere le carcasse dalle strade”.

La gente sembrava felice, perché il Palermo era in serie A e vinceva pure le coppe e tutto il resto passava in secondo ordine, anche il mangiare, poiché un pezzo di pane in un ipermercato lo si trovava sempre. Così quella figura paterna, campeggiante da tutti i maxi schermi disseminati nella città, ci regalava inquietante, una tranquilla esistenza da “serie A” e non avremmo neanche avuto la necessità di pensare.

Poi mi sono svegliato frastornato, ma certo che si era trattato di un sogno, ma il mio primo pensiero fu: “Dove gioca il Palermo Domenica?”

Scusate. Ho Sbagliato!

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Mi son chiesto tante volte, anche in avanzata età, cosa posso fare per migliorare e crescere? Il 99% delle volte mi son risposto: “Fare! Anche mettendo nel preventivo il rischio e la possibilità di sbagliare!”  Eppure quanti ad oggi hanno la modestia di ammettere la sola remota idea di poter sbagliare? Di questa categoria di persone, ne abbiamo parlato e ne continueremo a parlare purtroppo, attribuendogli gli aggettivi di “mediocri” e quasi sempre di “cretini”.  Costoro, se messi ai posti di responsabilità della nostra società, sono coloro che si pongono ad ostacolo per il raggiungimento del nostro concetto filosofico di “essere bene”, di “qualità della vita”, identificando sempre il motivo della loro incapacità a trovare soluzioni ai problemi della collettività per i quali sono proposti, nei più svariati fattori contingenti esterni!!

Noi “Eprunici” che amiamo le cose belle della vita, sappiamo che tra queste c’è anche il potersi permettere di dire al momento, “ho sbagliato”, poiché accorgersi di un errore, è una grande qualità di chi “opera” ed esercita una “funzione critica” su ciò che fa!

Ad esempio, è di questi giorni, il riproporsi della interminabile polemica sulle parziali chiusure degli impianti per lo sport, tutto ciò, mentre si fanno i conti con una città in ginocchio. Mi è sembrato, pertanto, naturale riflettere su cosa ne penserei io e Voi, se fossimo al posto del nostro “Lord Major” che affettuosamente chiamiamo “il piccolo lui” (intendendo con “il grande Lui”, colui che sta a Roma). Attorniato dai suoi collaboratori che non sbagliano mai, mi chiederei (così come Voi):

“Come posso tollerare che ancora oggi gli impianti sportivi di questa città non hanno le agibilità? Che al primo vento volano le coperture di maestosi palazzi dello sport?”

Se fossi lui, “il piccolo lui”, mi chiederei “Chi mi ha fregato?”

“Ed ancora …Come posso tollerare, che in questi stessi impianti pieni, ho premiato Andrew Howe? Che ho assistito a concerti musicali sold-out? Che non ci sono interventi che bastano a garantire una continuità di gestione in una delle più belle piscine del mondo?”

Se fossi lui, “il piccolo lui”, mi chiederei “Chi mi sta fregando?”

“Ed in ultimo …. Come posso tollerare che mi si suggerisca di svendere o demolire strutture quasi nuove con ancora i mutui da pagare?” Se fossi lui, “il piccolo lui”, mi chiederei “Chi mi vuole continuare a fregare?”

Se fossi lui, “il piccolo lui”, stanco di sentirmi “cornutiare” in questo caso per la “storica” incapacità altrui, …….dicendo……. “scusate ho sbagliato” …….batterei il più bel rigore della mia vita …. Calciando sul culo degli “utili idioti preposti alla soluzione del problema”…..