Archivio per la categoria: La Voce di Epruno – L’Editoriale

“Panta Rei ”

Tutto Scorre e noi mezzo al tutto!

Cosa siamo?

Spesso perdiamo la piena consapevolezza dell’essere e confondiamo “l’essere con il sentirsi”, ovviamente non inteso sotto il significato di “udirsi”, ma compreso come sensazione di autopercezzione finalizzata ad una autostima che sovente supera la razionalità.

Ma mentre “l’essere” è oggettivo, il “sentirsi” e soggettivo. L’ambizione brucia gli animi di persone normali alle quali vengono date opportunità a volte insperate, ma anche la più brillante carriera, anche il più brillante successo a volte ed in modo insperato, si schianta e finisce in un incrocio, sulla macchina di qualcuno che quel giorno è sceso di casa qualche secondo prima o dopo! Peggio ancora quando tutto ciò che noi abbiamo costruito si spegne nella consapevolezza che anche noi siamo una “macchina” a volte non perfetta che ci presenta il conto anzitempo!

Tutto passa, anche noi purtroppo ed è proprio nel prenderne consapevolezza che evitiamo di diventare ridicoli quando la nostra stagione è volta al termine, mentre ci ostiniamo a volerci concedere delle inutili proroghe che servono soltanto ad ingannare noi stessi.

La vita vissuta in società è l’intreccio di relazioni, di responsabilità, di doveri ma anche di piaceri e sta nel saper separare con saggezza queste varie componenti. “Si lavora per vivere e non si vive per lavorare” dico sempre, ma quante volte siamo in grado di mettere in pratica questo principio? Quante volte riversiamo le tensioni del lavoro sulla famiglia, portando lo stress lavorativo in pretestuose discussioni familiari? Quante volte portiamo i problemi di casa nostra sul lavoro? Quante volte pensiamo che i due contesti si somiglino adoperando metodi ed atteggiamenti dell’uno nell’altro?

Tutto scorre purtroppo e dobbiamo fare insegnamento dei nostri quotidiani errori, perché siamo umani e sbagliamo, ma non fidiamo molto sulla opportunità di avere l’occasione di porre rimedio a quanto danneggiato, ma dobbiamo andare avanti, magari anticipando la vita, certamente correndole accanto, ma evitando assolutamente dal farci superare da questa!

Anche per la vita, i bilanci si tirano alla fine e saranno gli altri a farli, intanto più che “sentirci”, viviamo, siamo pieni delle cose belle delle vita, concediamoci un giornaliero esercizio di positività per noi stessi e di conseguenza per chi ci sta accanto, anche quando pensiamo che non ci siano più risorse nel nostro animo, poiché vi dissi e vi ripeto “La vita è meravigliosa, ma c’è data purtroppo in comodato d’uso!”

 

 

“Cera una volta …..”

….. in un paese molto lontano, un uomo di nome Edgar Hoover pur non avendo nulla a che vedere con il creatore degli elettrodomestici William H. Hoover,  seppe comunque fare a suo modo piazza pulita.

Divenne potente perché un altro uomo, appartenente ad una famiglia di ceppo irlandese, lo volle accanto a se a guidare una agenzia federale importante ed uno dei compiti nei quali costui si distinse fu quello di creare dei pesanti controlli di sicurezza interni sugli impiegati del governo federale.

Scopo dei controlli era quello d’investigare e portare alla luce eventuali connessioni comuniste, impiegando testimonianze fornite da fonti anonime che i soggetti sotto investigazione non erano in grado di identificare o con cui non potevano confrontarsi.

Strumento delle operazioni del potente Hoover, fu il Senatore e Colonnello Joseph McCarthy con il quale costruì la così detta “paura rossa” (Red Scare) che rovinò tanta gente, ma che contribuì alla vertiginosa ascesa di quest’ultimo tanto che l’azione di McCarthy, durata dai tardi anni quaranta fino a circa la metà del decennio successivo, divento per i mass-media famosa con il nome di “maccartismo”!

La caccia alle streghe prese di mira anche Hollywood.

Tra le vittime celebri Charlie Chaplin a cui fu cancellato il suo visto di rientro in occasione del suo soggiorno in Europa nel 1952, Walt Disney ed Elia Kazan i quali furono obbligati a denunciare i propri colleghi, pur essendo successivamente lo stesso sospettati di comunismo.

Finirono sotto inchiesta anche Arthur Miller, Robert Taylor, Luis B. Mayer e Gary Cooper, ma ciò che rimase più impresso fu il processo dei coniugi Rosenberg che si concluse con la loro condanna a morte.

La crociata anticomunista di McCarthy inizio il suo declino, nel 1954 quando la TV e la stampa si ricordarono quale fosse il loro dovere, rendendo pubbliche le udienze, permettendo ai telespettatori di comprendere la vera natura ed il comportamento di McCarty e dalla sua gestione negativa delle indagini, che rovinò la vita di molte persone con accuse che non erano supportate da nessuna prova o, in certi casi, da prove false.

Dopo la censura, McCarthy perse la presidenza del comitato e uscì di scena, morì appena tre anni dopo di epatite, probabilmente causata dall’alcolismo.

La storia periodicamente si dimentica dei suoi errori ed a qualunque latitudine e con qualunque ideologia i potenti manipolano la verità e l’informazione.

Il termine “maccartismo“, coniato dal disegnatore satirico Herblock rimarrà per sempre sinonimo “di accusa falsa, addirittura isterica, e d’attacco governativo alle minoranze politiche”.

“Miopia”

Molti si scandalizzano del fatto che un presidente di una squadra di calcio, possa cambiare tre allenatori a stagione, rimettendo in discussione continuamente qualunque programma iniziale, ma se ci riflettiamo non ci fu mai squadra più simile nel carattere alla nostra gente e specchio del nostro essere.

Pensate al modo di far politica dei giorni d’oggi ed alle nostre latitudini. Oggi, con il pseudo bipolarismo, mediamente ogni otto al massimo dieci anni, vi è una alternanza politica al governo del territorio che basandosi su vecchi schemi di schieramento nell’arco parlamentare, ai quali non crede più nessuno, rimette in discussione quanto programmato dal predecessore. Non c’è continuità se non nell’errore.

Troppa conflittualità stupida che si perpetra sulle spalle della collettività.

Abbiamo sempre affermato che malgrado il teatrino indecente e mediatico che spesso si da dei politicanti con i loro cortili televisivi o sulla stampa, la “politica” nel senso puro del suo termine, è una cosa seria, è una cosa che sta alla base del vivere in comune.

La nostra terra è un condominio e come tale va governato da regole di buona convivenza, pertanto devono esistere come in tutte le parti del mondo delle politiche di interesse generali e strutturali nelle quali non ci si può dividere, non se ne può fare scopo di propaganda.

Una strada, un parcheggio, una metropolitana non sono ne di destra ne di sinistra. La famosa buca per strada, non ha un colore politico quando si crea, lo assume quando permane nel tempo.

Come ci si può chiamare città europea se ciò che già altrove esiste da più di un secolo e qui rimane ancora sterile dibattito per guadagnarsi il gettone in commissione?

Quando nel 1863 a Londra si inaugurava la metropolitana, qui discutevamo con Garibaldi e Cavour, e non è caso isolato, se consideriamo che a Parigi la stessa opera venne inaugurata nel 1900 e tutto ciò credetemi non solo mi fa rabbia, nel pensare che qui probabilmente ne parliamo da molto temo prima, ma ne parliamo soltanto, perché a noi piace parlare e lamentarci e sentirci vittime.

Qui anche se piove e sempre colpa di qualcun altro abituati come siamo ad aver visto passare tante dominazioni che hanno realizzato opere che durano da secoli.

Ma la peggiore dominazione è quella della nostra indole gattopardesca che nella consapevolezza di una furba perfezione basata su non so cosa, non ci permette di cambiare, e così, gabbando il prossimo non ci accorgiamo che il prossimo siamo noi, confondendo le concessioni che ci vengon fatte della cosa pubblica ed i nostri diritti.

 

 

“Non c’è! ”

Una delle scorciatoie più semplici per andare oltre ad un problema è quello di ignorarne la presenza!

Così, tutto di un tratto, tutte le difficoltà, tutte “le male persone”, tutte le violenze fisiche e verbali, non esistono!

Basta non solo non vederle, ma addirittura ignorarle!

Immaginate questo principio riportato nella vita quotidiana.

Immaginate di procedere con la vostra macchina e riscontrare un posto auto riservato ad un utente “H”, con tanto di divieto di posteggio per gli altri, se io mi impongo di non vedere il divieto, mi convinco che questo non esista e così trovo parcheggio facilmente.

Cosa volete che mi importi del povero utente in carrozzina, se il divieto per me non c’è, non ci sarà alcun scrupolo per l’utente in carrozzina, poiché questo non esisterà alla stessa stregua del divieto!

E se non c’è il cartello di divieto, non c’è l’utente “H”, come volete che ci sia il bigliettino giallo di una multa su parabrezza?

Non esiste una multa, quindi non avrò sanzione da pagare!

Pensate adesso di essere in due, a non vedere o meglio, a non voler vedere un divieto!

Una persona, può anche pensare ad una allucinazione, due persone già possono iniziare a costruire una verità!

Immaginate adesso, che invece di due, siano più persone, addirittura un gruppo!

Pensate all’ipotesi remota (ma io non ci credo) che questo gruppo ne faccia anche una questione ideologica e si auto convinca che il divieto non esista ed anzi porti supporto al ragionamento che la cosa pubblica è di tutti ed in quanto di tutti, è mia!

Se la cosa pubblica è mia, come possono esistere divieti?

Se applicate questo principio a tutto ciò che ci fa paura, che non riusciamo a risolvere o addirittura che non ci piace, il problema è risolto!

Lascio la gente “libera” di divertirsi, io risolvo i problemi ignorandoli ed il gioco è fatto!

Certo, se malaugaratamente c’è qualcuno che non la pensi così, poiché si accorge, avendole da sempre rispettate, che le regole esistono, basta ricordare a costui, “nemico della contentezza” che invece di divertirsi, sta a porsi questi problemi, di leggere “i giornali” dove, per miracolo, non troveranno traccia dei problemi e dei divieti.

Non esistono!!!!!!

A proposito che fine ha fatto …………….

E dire che anche un’altra volta, non esistendo “il problema”, mentre gli altri si divertivano …… “il lavoro rese liberi”!!!!!!!

“Il Bue”

“Il Bue ha le corna!”

“Ma come vi permettete! Come si fa ad offendere l’integrità morale del Bue, la sua storia e quello che ha rappresentato per tutti noi?”

“No guardate bene, non tergiversate, il Bue ha le corna! Non solo lo sanno tutti, non solo lo vedono tutti con evidenza, ma è una verità che passa di bocca in bocca da tanto tempo! Non comprendo come Voi non ve ne siate mai accorto?”

“La sua affermazione mi lascia basito. Devo dirle che mai e poi mai avrei potuto pensare che il Bue avesse le corna! Certo non ho avuto a che fare sovente con il Bue, negli ultimi anni ho frequentato poco la sua presenza, ma quelle poche volte che ho avuto la necessità di farlo, non ho mica attenzionato se il Bue potesse avere le corna o meno! Pertanto le dico che ciò non può essere!”

“Continuo a ripeterle che il Bue, ha le corna, me lo ha detto gente fidata, gente che frequenta quegli ambienti e può testimoniare!”

“Io non c’ero prima e non so di cosa parli, ma da oggi che sono costretto a vigilare, sentendo una tale affermazione, sono io che vado sui giornali a dire che da ora in poi, qualunque animale dovrà provarmi di non avere le corna e per scoraggiare qualunque tentazione, non voglio sapere di quale Bue si parli, ma so solo, che da domani un “animale” su tre, verrà macellato, venduto o trasferito in altre stalle!”

E così che ogni qualvolta il Pierino di turno grida che “il re è nudo”, qualcuno si accorge che il “Bue è cornuto”! Quindi, “il giustiziere di turno” nascondendo a se la realtà, dimenticandosi che il Bue è cornuto da sempre, per dare un esempio fa una strage di “animali incolpevoli”, lasciando il Bue indisturbato al proprio posto! Fin quando un altro Pierino non griderà che il “re è nudo”, ed allora si ricomincerà da capo, proprio da dove si era smesso!

Morale: non raccontare mai la verità a chi già la conosce già e fa finta di non saperla, poiché chi sa e vuole, fa! Chi è in buona fede, avendo ricevuto una denunzia, ne verifica la veridicità ed agisce puntualmente! L’intervenire sul mucchio è sinonimo di poca lealtà e trasparenza, è prerogativa di chi aumentando il campione statistico, spera che il Bue di turno, tra tanta confusione, rimanga mimetizzato nel mucchio facendola franca , in modo che nessuno possa avere la certezza che lui abbia le corna.

Comunque se anche voi siete rimasti liberi di vedere la realtà così come essa si presenta, saprete certamente chi è il Bue, e che da che mondo è mondo, lo sanno tutti gli “animali”, il Bue ha le corna, la mucca no!

L’Odore della notte!

Molti conoscono la notte e la identificano con il buio, altri la identificano attraverso i suoi rumori, tutti gli scricchioli sospetti e quindi il silenzio, ma la notte non è soltanto questo e lo sanno coloro che la notte la vivono.

Non è un segreto, ma quando tutti gli altri dormono c’è chi per dovere o per volontà propria o per insonnia inizia a vivere una vita parallela, rubata al solo proprio sonno, un valore aggiunto nella propria esistenza nella quale fare bilanci e progetti, che ti avrà permesso di ritrovarti al passo la mattina dopo con tutti coloro che nel mentre hanno dormito.

Il vantaggio della notte sta nel poter ritrovare le proprie potenzialità, la propria creatività, la propria concentrazione quando superato il primo abiocco si ritorna ad esser lucidi, pronti a tirare avanti fin quando le lancette dell’orologio non saranno ritornate a risalire nel quadrante del tempo, proprio quando la luna avrà iniziato la sua fase calante, quando i primi uccelli del mattino intonano i loro canti, quando si alzano le saracinesche dei panettieri, quando i metronotte avranno terminato il proprio giro e i primi bagliori dell’alba iniziano ad illuminare da dietro prima le montagne ed a poco a poco la città.

A quel punto sarai in buona compagnia di tutti coloro che nella storia hanno conosciuto di notte il loro picco di creatività! Anche Marcel Proust, anche esso impegnato nella ricerca del tempo perduto, affermava: “dovrò lavorare di notte, tante notti ….” comprovando quanto la notte fosse importante e non solo per dormire!

Così nel tempo, dopo che l’ultimo caffè avrà esaurito il suo effetto a farci compagnia rimarrà solo la televisione con le sue vecchie repliche di programmi in bianco e nero, ma che erano belli i tempi nei quali le trombe della “aria di Saturno”, malinconico brano di Roberto Lupi, chiudeva le trasmissioni della RAI lasciando posto al monoscopio, rammentando che anche la TV andava a dormire!

Stessa sensazione ricevevamo dalla compagnia notturna della radio, con la sua rigorosa cadenza e la programmazione settimanale, che ci faceva apprezzare come gente di famiglia quei conduttori che alternavano la loro voce in diretta ai brani musicali, accompagnandoci fino al momento in cui le “campane” e l’inno nazionale delle 6.00, davano l’apertura ufficiale ai programmi della giornata!

Oggi, c’è internet ed i social network che ci permettono di godere della compagnia virtuale di tante persone che come noi tirano avanti nella notte, tra una discussione profonda ed il puro cazzeggio. Spegniamo adesso l’abajour, domani è un altro giorno anche per noi……

 

 

“Ma Bella …. A virità”

Se c’è una cosa che oggi va a buon mercato, questa è la verità!

Tutto ciò nasce dal fatto che il mercato è influenzato da questa che una volta era una “merce rara”, e che adesso in molti fabbricano e tanti si costruiscono in casa a propria misura, a proprio uso e consumo.

Una volta era la religione a custodire “la verità” o a seconda dei casi “le verità”, adesso neanche queste sembrano efficaci, ma soprattutto hanno perso l’esclusività e spesso, non dico che hanno imparato a mentire ma certamente sovente fanno “peccato di omissione”, dimenticano certi particolari importanti, nascondono alcuni fatti scomodi, schierandosi!

Certo, in un mondo infestato da immoralità, in una società nella quale una persona seria, sobria, diventa l’eccezione è molto difficile fare coincidere quel vecchio connubio di “moralità e verità”, poiché chi è che oggi dovrebbe custodire il campione di questi fondanti principi?

Parlavamo prima della chiesa e delle religioni. Certo si dice che la chiesa essendo fatta di uomini, sta nel conto che gli uomini possono sbagliare! Troppo comodo, non per passare da integralista, ma se ti ergi ad esempio da seguire, non puoi sbagliare! Ed alle nostre latitudini la religione non fa guerre sante, non fa fatwe, non ordina di uccidere infedeli.

Idealizzavamo lo stato, bene, anche in questo caso la visione statalista della società è stata minata alla base da tanti uomini di governo che si sono macchiati del reato di corruzione o di condotte altamente immorali, ma ognuno di loro a puntato il dito contro i loro accusatori, raccontando la loro verità e sbugiardando i rivali!

Chi dovrebbe quindi garantire la ricostruzione e la custodia della verità e la giustizia? I giudici? Sembra proprio che anche loro nel tempo abbiano perso la loro caratteristica di terzietà e si siano buttati a pieno nelle vicende e nelle liti comuni, schierandosi politicamente ed addirittura candidandosi.

Chi custodisce la verità quindi? Ma a che punto siamo arrivati? Il povero Giovenale si chiedeva “chi custodisse i custodi”, noi siamo ben oltre, il problema dei custodi lo abbiamo già superato, li abbiamo già deprecato quasi tutti ed allora, non rimane anche a noi che costruirci una nostra verità, non attraverso i giornali ed i media in genere, non attraverso i talk pollai politico televisivi, ma attraverso i nostri occhi, sforzandoci di guardare e con l’aiuto della luce giusta, anche di traguardare, come avviene la mattina alle prime luci, guardando le montagne attorno alla nostra città e scoprendo che oltre le montagne, se si fa attenzione, ci sono altre montagne, e dietro loro, altre ancora ….Un abbraccio……

 

“La Sindrome”

Chi, tra gli uomini, in un momento particolare della propria vita, non ha mai avuto invidia per “Lui”? Lo so, siete in tanti! E nell’aver provato invidia o ammirazione, o grande considerazione per “Costui”, vi siete limitati ad apprezzarne superficialmente l’aspetto esteriore ed apparente del tutto, senza approfondirne i dettagli e considerare che anche davanti ai tanti pro, ci sono i molti contro.

Pensando a “Lui” avete certamente considerato il fattore reddito, ma sicuramente anche il fatto che, a senso vostro facesse un bel lavoro e per alcuni di voi, il più bel lavoro, essendo attorniato continuamente da donne.

Eppure, anche dietro questo apparente luccichio, si cela, si dice, una grande sindrome che costringe “Costui” a “lavorare, dove tutti gli altri giocano”!!!!! Eh si! Purtroppo molti non facendo il nobile mestiere del ginecologo, hanno la sindrome all’opposto.

Quanti sono coloro che “giocano, dove gli altri lavorano”? Il ginecolo è un professionista e non si distrae con fantasie erotomani da “commedia pecoreccia”.

Una cosa è il “lavorare”, un’altra cosa è il giocare e peggio il “giocare a lavorare”! Se ci piace fare una cosa, non necessariamente siamo dei professionisti di quella cosa.

Ad esempio, se ci piace giocare a pallone, non necessariamente è detto che diventeremo dei calciatori. Oltre ad avere il piacere di giocare, bisogna avere doti di natura di base ed allenarsi tanto ogni giorno per rimanere a determinati livelli e potersi permettere di farne una professione.

Mi sembra che oggi, tutti abbiano un po’ di premura e vadano alla ricerca delle scorciatoie, probabilmente avendo avuto cattivi modelli nella politica o nella società, attraverso la vista dell’ascesa di tanti utili idioti senza “arte, ne parte”, ma spesso stelline cadenti, di un firmamento fasullo. Tanti si sentono artisti o professionisti incompresi sol perché si dilettano a fare qualcosa. Sono consapevole che stare dietro un microfono in radio il sabato mattina, non fa di me un speeker radiofonico, a differenza del ginecologo, “io qui gioco, dove gli altri lavorano”.

Oggi, chiunque è davanti ad una telecamera, si sente un “ancorman”, chiunque scrive un “pezzo”, si sente giornalista, chiunque attira l’attenzione raccontando barzellette, si sente un attore, chiunque ha un microfono in mano si sente un cantante.

Purtroppo non è così, ma forse la colpa è delle nostre mutate abitudini alimentari. Non si mangia più pane e quindi non rimane “pane duro da mangiare”, come hanno fatto le generazioni di qualità! Un abbraccio……

 

 

“Annus Difficilis”

Carissimi! Eccoci nuovamente alla fine di un anno difficile.

Si, perché il termine più appropriato che mi viene in mente per definire il 2012 è proprio “difficile”!

Abbiamo avuto anni più difficili, certo, ed in alcuni casi li abbiamo chiamati “Annus horribilis” dal latino , frase che significa anno orribile , o in alternativa, “anno di orrori”.

Questo se mai, è stato un “anno degli errori”, un anno di scelte certe volte non felici e che ancora ci dovranno presentare il conto.

Anno bisestile del terzo millennio, dodicesimo del XXI secolo, è stato caratterizzato dalla così detta crisi dell’euro zona e nello specifico della crisi economica greca che ha offuscato anche l’evento mediatico sportivo olimpico di Londra, ma che soprattutto ha fatto piombare un continente e soprattutto la nostra Italia in una crisi di sfiducia verso il presente e di timida speranza per il futuro.

E’ stato un anno nel quale molte “carte” si sono mischiate e sotto la velata “omissione” di tutti, sono cambiate regole fondamentali del comune vivere, del democratico vivere, fino a giungere al punto che una sparuta ma efficiente parte del potere economico-politico è arrivata a porsi il dubbio della necessità di esercitare il voto democratico, se “l’uomo della provvidenza” identificato, oltre ad esser il “più serio” era anche il più ben voluto e ben visto dai nostri “competitor europei e mondiali”!

Queste medicine addolcite, queste diagnosi sospette, queste cure fuori dal protocollo, mi hanno portato in mente periodi storici medievali nei quali le potenze straniere, sceglievano i re o i tiranni in casa altrui, per garantire la stabilità di una area geografica.

Per fortuna, non siamo più nel medioevo e tutti ormai conosciamo la storia ed abbiamo imparato che se qualcuno si pone l’obiettivo di governare un paese, deve prima proporre si un modello, ma poi deve passare dal consenso popolare che non si esprime nelle piazze o nelle convention, ma si conta alla chiusura delle urne elettorali!

Non ci sarà più bisogno di giornali o di talk-show politici televisivi per farsi la propria opinione, basterà leggere i loro nomi, guardarli in faccia e ricordare quello che hanno fatto prima di riproporsi “vergini”!

Non mi importa sapere chi vincerà, mi interessa soltanto sapere che colui che sarà uscito vincente dalla prossima competizione, sia che sia sobrio o che faccia il cucù alla Merkel, o stia a smacchiare i giaguari, sia uscito fuori dalla maggioranza del volere popolare, perché questa è la democrazia e perché su questo principio è stata costruita l’Italia.

Buona fine di anno e buon 2013 a tutti voi! Un abbraccio……

 

Latitudine

Immaginiamo che sia finito tutto ieri ed immaginiamo inoltre che sia finito tutto a Palermo. A Palermo, ho detto! Mi auguro avrete compreso la sottile precisazione. Tutto può accadere da qualunque parte, ma se accade a Palermo, certamente il tutto assume una speciale particolarità. Nella nostra amata città, qualunque cosa è speciale e sproporzionata. Una cosa o è grandissima o è infinitesimale, poiché non soltanto il Palermitano è esagerato, ma anche tutto ciò che lo circonda è smisuratamente esagerato e la sua reazione è quasi sempre surreale! Tutto è esagerato, quindi, da queste parti, figuratevi la fine del mondo. Supponiamo che questa fine fosse giunta dal cielo, con astronavi aliene, modello “indipendence day”, posizionate a far ombra su tutta la nostra città, in attesa di lanciare l’attacco coordinato finale. Il primo vero intoppo, si sarebbe verificato qualora queste astronavi avessero deciso di atterrare, avrei voluto vedere come avrebbe potuto fare a posteggiare con tutte le auto in doppia fila per strada, se anche loro, non avessero fatto ricorso all’aiuto dei parcheggiatori abusivi! Ma anche se così fosse stato, chi li avrebbe garantito da una sicura multa da parte degli ausiliari del traffico? Del resto, un alieno che viene dallo spazio che zona avrebbe dovuto dichiarare come residenza? P3? Certo voi mi direte: “figurarsi se degli alieni venuti per distruggerci si sarebbero posti il problema del parcheggio?” Sono d’accordo con voi, ma siete certi che il nostro primo cittadino, informato del loro arrivo, non avrebbe chiesto di incontrarli? Ma ipotizziamo che questa fine fosse arrivata a causa di una persistente pioggia di materiale meteoritico, sempre più grande. Sono certo che alle prime precipitazioni il camper di una tv locale, con il suo condirettore, sarebbe stato sulla scena a testimoniare le lamentele del cittadino modello! Così, sotto la pioggia di pietrisco, protetto da un robusto ombrello, avremmo sentito l’intervistato che nel mostrare la propria macchina posteggiata davanti casa e già danneggiata, lamentare: “Talè, a machina nuova!!! E ora i danni cu mi paga? U Sinnacu?” Io invece sono fermamente convinto che se la fine fosse giunta a Palermo, sarebbe certamente arrivata dal mare, con un enorme onda di tzunami, che progressivamente avrebbe allagato la città dal fronte sul mare verso le montagna, lasciando la cinica signora, pronunciare le sue ultime parole dicendo: “Ci vulia! Na bella puliziata! S’aspittavamu o Comune!!” Per fortuna anche oggi, il sole è spuntato ancora …. E per tutti!