Carissimi,
“Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare“.
Lo scrisse Dante Alighieri nel 1307 circa e sono passati centinaia di anni e quanto sopra non era di certo solo l’invito di Virgilio a Caronte a farsi li “cazzi propri” ma a “lasciar perdere” che è ancora peggiore, perché testimonia che oltre alla giustizia dove vi sono regole per tutti, c’era anche un potere superiore che decideva a prescindere da queste ultime.
Una delle cose più disarmanti per un uomo libero è il sapere di non essere padrone del proprio destino e che questo venga deciso da annoiati commensali o partecipanti a riunioni ristrette dove non è presente alcuno dei competenti.
È importante prima il capire il “colà dove si puote ciò che si vuole” e comprendere che posto sia per avere contezza o dell’importanza o della autorevolezza per farsi una idea di chi siano i mulini a vento da contrastare.
Di contro capire, ma “vuolsi” da chi? Chi sarebbe costui che “vuolse” o, peggio, costoro che “vollero”?
Si, ormai siamo tutti “scrittori”, siamo “tutti attori”, pensate che addirittura siamo diventati “tutti laureati” e in buona parte “in gegneria” e quindi non ci rimane che per distinguerci si riesumino o si comprino vecchi titoli nobiliari.