Archivio per la categoria: Dal vecchio Blog di Epruno

n. 38/08 – Per non dimenticare …!!!!!

Carissimi, …….Per non dimenticare! ..E chi dimentica, quel giorno di sabato! No il giorno dopo! ……Per non dimenticare! …… E come si dimentica la mafia da queste parti!! …. Per non dimenticare! …. Giocheremo a Basket, o a Calcio, faremo tornei e le vedove premieranno!! …. Per non dimenticare! …… Prenderemo i bambini delle scuole elementari e medie alle quali è stato dato il nome di una delle tante vittime della mafia ….. e gli faremo recitare una poesia!!!
….. Loro non li hanno conosciuti ….. Noi si!!!! …..Per non dimenticare! ……… Intervisteremo parenti ed amici al tempo nell’oblio …. e scopriremo che questi uomini, a differenza di quanto dissero ….. non potevano essere soli, eppure!!!! ….Tanti gli volevano bene!….. Specialmente quando facevano titillare le manette ….. e firmavano ordini di cattura …. e davano fastidio a quella città sdraiata sulle poltrone ……. che si tutelava gli affari!! …… Per non dimenticare! ……Che ieri come oggi tutti gli volevano bene! …… Anche i colleghi affranti!!! Per non dimenticare che è bastata una telefonata! …..Per non dimenticare ….. che lì dove non dovevano starci, al posto dei padri ci sono i figli …… e tutto va avanti!!! ….. Per non dimenticare!
……. Si fa così e basta!! …. Per non dimenticare! ….. Perché lui e non io!! …. Per non dimenticare! …… Perché prima lui e poi io! ….Per non dimenticare! …… Questo/a non si può toccare!!! …… Per non dimenticare! ….. Senti, meglio che la macchina accanto a quella non la parcheggi!!! …… Per non dimenticare! ….. Ma Vossia a casa non ha nessuno che l’aspetta???? …… Per non dimenticare! ….. Lo sa che ha una bella famiglia!!!!!! …… Per non dimenticare! …… Meglio che mi faccio i fatti i miei!!! ….. Per non dimenticare! …… Vuole fare il protagonista, è troppo ambizioso!!!
……Per non dimenticare! …… Tiene le prove nel cassetto. Perché non le usa????? …… Per non dimen……BANG…………..CAPACI ore 17.50!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Un Abbraccio Epruno

A proposito di autonomia……

Riunione del parlamento siciliano……… primi anni 60!!! Seduta fiume sul tema della “Questione Meridionale”, in aula i deputati stanchi, chi legge il giornale, chi sbadiglia, chi dorme……. E si percepisce un certo brusio quando il presidente annunzia “E’ iscritto a parlare l’On. Pitichiò del Partito Autonomista Sicilia Indipendente ….(facendo un gesto con la mano)….. invito l’onorevole, visto l’orario a non dilungarsi molto!!!” L’On. Pitichiò lascia gli scranni e si avvia verso il pulpito per iniziare il discorso …… “On. Presidente, colleghi onorevoli ….. Noi del Partito Autonomista Sicilia Indipendente ….abbiamo risolto il problema della “Questione Meridionale”!!!” A quel punto in aula piomba il silenzio, non si sente volare una mosca…… chi leggeva ripone i quotidiani, chi dormiva viene svegliato dal collega seduto accanto ……fatto sta che l’On. Pitichiò ……ottenuto l’attenzione di tutti continua il suo discorso ….. “E cari colleghi Onorevoli, vi spiegherò come tale questione annosa troverà a nostro parere soluzione!” ….Ancora più silenzio in aula e l’On. Soddisfatto per l’attenzione con molta enfasi e con tono di voce sostenuto, continua il suo discorso …..”Noi! In quanto Sicilia ……. Dichiariamo guerra all’America……. La perdiamo e così loro (gli americani) ci annetteranno quale “nuova stella” agli Stati Uniti d’America ….. e ci dovranno “campare” (sostentare)!!!!!!!!!!!!” ………….. A questo punto ….. piomba veramente il gelo in aula, mentre l’On. Pitichiò, con un sorrisone a 54 denti sotto i suoi baffoni,
con l’espressione di chi ha avuto una idea geniale, guarda il Presidente ed attende l’applauso dell’aula ….. che non arriva!!! Superati questi primi interminabili secondi di imbarazzo ….. il Presidente scopre che dal fondo dell’aula ….ha alzato la mano per richiedere la parola l’onorevole più aziano, mentre Pitichiò è immobile con il suo sorriso …….. il Presidente interviene “Dica On. Burbazza ….. ha facoltà di parlare” e dal fondo della sala … “Grazie Presidente! …. On. Pitichiò … il suo progetto non fa una piega …….. Ma se poi vinciamo!!!??????????”

(Omaggio a Pino Caruso)

Europei – Diramata la lista dei 24 calciatori convocati

EURO 2008: LA DELUSIONE DI FILIPPO INZAGHI.

ROMA – Alle ore 15.00 di oggi all’hotel Parco dei Principi di Roma, il commissario tecnico della Nazionale Azzurra, Roberto Donadoni, alla presenza del presidente Abete, ha diramato la lista dei 24 calciatori convocati. I 24 calciatori parteciperanno al raduno di preparazione, presso il Centro Tecnico di Coverciano, da domenica 25 maggio (ritrovo alle ore 12.00) a mercoledì 28, giorno in cui sarà consegnata alla Uefa (entro le ore 12) la lista ufficiale dei 24 Azzurri che lunedì 2 giugno partiranno per Baden, sede del ritiro dell’Italia.

PORTIERI: Amelia (Livorno), Buffon (Juventus), De Sanctis (Siviglia);
DIFENSORI: Barzagli (Palermo), Cannavaro (Real Madrid), Chiellini (Juventus), Grosso (Olympique Lyonnais), Materazzi (Inter), Panucci (Roma), Zambrotta (Barcellona);
CENTROCAMPISTI: Ambrosini (Milan), Aquilani (Roma), Camoranesi (Juventus), De Rossi (Roma), Gattuso (Milan), Montolivo (Fiorentina), Perrotta (Roma), Pirlo (Milan);
ATTACCANTI: Borriello (Genoa), Cassano (Sampdoria); Del Piero (Juventus), Di Natale (Udinese), Quagliarella (Udinese), Toni (Bayern Monaco).
L’Italia, esordirà lunedì 9 giugno contro l’Olanda (Stade de Suisse di Berna, ore 20.45); successivamente affronterà la Romania venerdì 13 giugno (Stadio Letzigrund di Zurigo alle ore 18) e, ultima partita del girone, incontrerà la Francia martedì 17 giugno (Stadio Letzigrund di Zurigo alle ore 20.45).

Roberto Vecchioni (Il Cielo Capovolto (1995)) – Le Lettere D’Amore (Chevalier De Pas)

Fernando Pessoa chiese gli occhiali e si addormentò
e quelli che scrivevano per lui lo lasciarono solo finalmente solo…
così la pioggia obliqua di Lisbona lo abbandonò
e finalmente la finì di fingere fogli di fare male ai fogli…
e la finì di mascherarsi dietro tanti nomi,
dimenticando Ophelia per cercare un senso che non c’è
e alla fine chiederle “scusa se ho lasciato le tue mani,
ma io dovevo solo scrivere, scrivere e scrivere di me…”
e le lettere d’amore, le lettere d’amore fanno solo ridere:
le lettere d’amore non sarebbero d’amore se non facessero ridere;
anch’io scrivevo un tempo lettere d’amore,
anch’io facevo ridere: le lettere d’amore
quando c’è l’amore, per forza fanno ridere.
E costruì un delirante universo senza amore,
dove tutte le cose hanno stanchezza di esistere e spalancato dolore.
Ma gli sfuggì che il senso delle stelle non è quello di un uomo,
e si rivide nella pena di quel brillare inutile, di quel brillare lontano…
e capì tardi che dentro quel negozio di tabaccheria
c’era più vita di quanta ce ne fosse in tutta la sua poesia;
e che invece di continuare a tormentarsi con un mondo assurdo
basterebbe toccare il corpo di una donna, rispondere a uno sguardo…
e scrivere d’amore, e scrivere d’amore, anche se si fa ridere;

anche quando la guardi,
anche mentre la perdi quello che conta è scrivere;
e non aver paura, non aver mai paura

di essere ridicoli: solo chi non ha scritto mai lettere d’amore fa veramente ridere.
Le lettere d’amore, le lettere d’amore, di un amore invisibile; le lettere d’amore
che avevo cominciato magari senza accorgermi;
le lettere d’amore che avevo immaginato,

ma mi facevan ridere magari fossi in tempo
per potertele scrivere…

Si può essere professionisti fino in fondo ed avere un cuore!!!

Ricordate tutti quel porco di Luca Toni?
Arrivato quasi da paraplegico a Palermo, a seguito di un lungo infortunio che lo aveva messo fuori squadra a Brescia? Il Luca Mondiale qui ha Palermo, si è ricostruito una vita, si è pure “diplomato geometra”, ha ripreso a camminare ed a giocare, a segnare, ci ha portati in serie A, e per denaro è scappato d’estate nel peggior modo possibile, come un ladro, tradendo i suoi fedelissimi tifosi che al suo ritorno lo hanno accolto con i fischietti, come si accoglie un mercenario.
Amauri, va via anche lui per soldi, per inseguire i suoi sogni, ma riesce a farlo senza mettersi contro una città, ma ringraziando tutti i palermitani e Palermo che gli hanno consentito di arrivare ad essere un calciatore ambito dalle grandi squadre. Non dimentica un anno passato con le stampelle, con il dubbio di non poter ritornare a giocare, ma avvolto dall’affetto di una città che ha mille difetti, ma che se ti dona il cuore, non ti abbandona. Ed il suo attaccamento alla maglia ha commosso tutti nel suo ultimo giro di campo, che ha ricordato l’ultimo mitico giro di campo, quello di Jachini, che mai avrebbe voluto lasciare Palermo, se una società come quella d’allora allenata da Arcoleo, non avesse deciso che il capitano non rientrava nei piani. Ricorda pure il mancato giro di campo di Corini, giunto alla separazione con Zamparini. Il palermitano è strano, si affeziona ed è per questo che questa città è abitata da ex. calciatori del nord giunti qui con diffidenza e mai più andati via …. Chiedere a Majo, uno per tutti, o chiedere a Biava che ha fatto sapere al Presidente che sua moglie Bergamasca si è innamorata di Mondello e che vogliono restare qui per sempre o almeno fino a fine carriera. Ecco il prossimo capitano del Palermo.

 

n. 37/08 – I Manu du Caliaturi ..!!!!!

Carissimi, ……. Finalmente i “pizzini” per noi siciliani, tornano ad avere un senso più consono alla nostra tradizione. Il pizzino porta con se un messaggio, un appunto, qualcosa da ricordare di non ufficiale, pronto ad esser strappato esaurita la sua funzione. Ma proprio questa sua funzione precaria, crea sempre degli equivoci …. Perché il pizzino portando con se, un messaggio precario, un promemoria, può finire in mani indesiderate e far danno ….. Come fu per Don Bernardo, che una volta trovati e decriptati, hanno permesso di fare luce su una rete di relazioni che fino a quel momento, avevano perfino fatto dubitare sulla esistenza in vita del Boss. Ma i pizzini sono anche dei post-it sono anche gli antesiniani delle email o dei messaggini, certamente più sicuri e facilmente distruggibili (i pizzini).
Ma i pizzini possono anche portare messaggi ingenui di apprezzamento, possono sostituirsi a quelle che erano le lettere d’amore, specialmente per gente che non ha molta dimestichezza con la scrittura e non sa esprimere i propri sentimenti attraverso una lettera. I pizzini servono per corteggiare o per “incuitari” (dar fastidio nel senso del mandare ammiccamenti) e tutto va bene, fin quando chi li scrive non è il Presidente del Consiglio, settantenne, e chi li riceve non è una deputata “unta dal Signore”, con una telecamera alle spalle, utente e “figghiozza” di Epruno, ed allora le cose si complicano! Perché non c’è autorità che regge!!!!
Per l’onore siciliano, non esistono titoli!! Giù le mani dal caliatore!! Prima che arriva “u patri cu u lignu” (il papà con il bastone), perché la ragazza è signorina che studia e deve prendersi una Laura, e cinquecento lire di questi tempi con la moria delle vacche …. Come voi ….ben sapete …… Un Abbraccio Epruno

Autorità – 1° puntata

Educazione Civica – (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera)

“Con il termine autorità (dal latino auctoritas, da augeo, accrescere) si intende quell’insieme di qualità proprie di una istituzione o di una singola persona alle quali gli individui si assoggettano in modo volontario per realizzare determinati scopi comuni. Spesso è usato come sinonimo di potere, ma in realtà i due termini afferiscono ad accezioni diverse. Il “potere” si riferisce all’abilità nel raggiungere determinati scopi mentre il concetto di “autorità” comprende la legittimazione, la giustificazione ed il diritto di esercitare quel potere. Le prime riflessioni sul concetto di autorità possono essere fatte risalire al filosofo greco Platone (427 a.C.347 a.C.) ed agli antichi Romani che distinsero tra auctoritas , potestas ed imperium , ma è stato con la nascita degli stati nazionali che l’indagine si separa da implicazioni di tipo divino, grazie a Il Principe (1513) di Niccolò Machiavelli e al Leviatano (1651) di Hobbes, opere in cui per la prima volta viene affermata una nozione moderna e laica di autorità. Successivamente fu l’empirista Locke, nei Due trattati sul governo (1690) a continuare la riflessione in proposito, giungendo a concludere che il fondamento dell’autorità debba essere cercato nella libertà e nell’uguaglianza di tutti gli individui. Contro ogni forma di assolutismo fu anche Jean-Jacques Rousseau che, nella sua opera Contratto sociale, (1762), teorizzava un concetto di autorità come emanazione della volontà popolare. Nel XIX secolo l’autorità, nelle riflessioni di Hegel e di Comte, divenne la guida irrinunciabile del progresso umano. Secondo Marx, invece, nella prospettiva del materialismo storico, l’autorità si configurava come il dominio oppressivo della società capitalistica sulla classe operaia. Il sociologo Emile Durkheim nel 1893, con l’opera Divisione del lavoro sociale, propose un’idea di autorità come regolamentazione dall’alto del funzionamento complessivo della società, basata appunto sulla divisione del lavoro. Su questo piano conduce la sua riflessione anche Max Weber che, nella sua Economia e società, distingue tre tipi di autorità: quella legale, ovvero quella regolata da un sistema ufficiale di leggi; quella tradizionale, ossia legittimata dalla tradizione; quella carismatica, legittimata dalle capacità personali (il carisma appunto) del capo. Gli studi più recenti sul concetto di autorità, condotti nel 1936 da Max Horkheimer, Herbert Marcuse e Erich Fromm (in Studi sull’autorità e la famiglia) e da Theodor Adorno con l’opera La personalità autoritaria (1950), vertono sulla denuncia della degenerazione dell’autorità in autoritarismo“.

Auctoritas come fonte del sapere medievale

“Fuori dal contesto geo-politico, la parola auctoritas aveva anche un valore nel campo religioso-scientifico. L’auctoritas era quella forma di reverenza e di fiducia che si riponeva nelle sacre scritture, quali strumenti della rivelazione divina: esse non potevano essere messe in discussione, ma essendo oggetto di fede, rappresentavano oltre che testi religiosi, le fonti più importanti per qualsiasi campo del sapere. In questo senso l’auctoritas era il principio su cui si basava la conoscenza scientifica prima della rivoluzione scientifica di Galileo e Francesco Bacone. Nel corso del medioevo l’auctoritas non rimase circoscritta ai testi sacri, ma gradualmente venne estesa ad altri grandi autori del mondo classico (sebbene la filosofia scolastica indicasse anche quale valore dare ai passaggi in apparente contraddizione) e poi alla grande maggioranza degli scritti in genere, arrivando così alla ferma convinzione della totale assimilabilità tra una prova empirica e una testimonianza ritenuta credibile. Questo principio è alla base di tutto il sapere medievale e spiega anche la proliferazione di credenze di sapore più superstizioso e magico. I primi accenni alla delegittimazione di questa sorta di (usando un termine dispregiativo) “creduloneria” avvennero a partire dall’umanesimo e dalla riscoperta del mondo classico senza il filtro degli autori medievali”.

Lei Non Sa Chi Sono Io!!!!!! – 1° puntata – Deputati Regionali …. XIV Legislatura

Viaggio attraverso le professioni dei nostri eletti, (dati estratti dal sito dell’Assemblea Regionale Siciliana)……………….

ARCHITETTI (1)

AVVOCATI E LAUREATI GIURISPR. E SCIENZE POLITICHE (17): Docente Universitario (1), Dipendenti (5), Laureto in Scienze Politiche (2), Avvocati (9)

BANCARI (3): Ragioniere (1), Agronomo (1), Impiegato (1)

ECONOMIA E COMMERCIO (5): Commercialisti (5)

FARMACISTI (1)

GIORNALISTI (1)

GUARDIA DI FINANZA (1) – Laureato in Lingue (1)

IMPRENDITORI E DIRIG. AZ. PRIVATE (10): Imprendori (4), Consulenti Aziendali (2), Dirigente d’Azienda (3), Laureato in Lingue (1)

INGEGNERI (3): Liberi Professionisti (2), Dipendenti (1)

MEDICI (12):

MONDO DELLA SCUOLA (7): Presidi (1), Dirigente Scolastico (1), Orientatore Formativo (1), Docente Laurea Lettere (3), Docente Laurea Matematica (1),

PENSIONATI (1)

POLITICI (2): di Professione, Laureato in Lettere (1), Maturità Scientifica (1)

PSICOLOGO (1)

PUBBLICO IMPIEGO (15): Impiegati Tecnici (4), Geometri (2), Pedagogo (1), Impiegati Varie Qualifiche (8)

SINDACALISTI (4)

NON DICHIARATO (4)

n. 36/38 – Aldo e Peppino ……

9 Maggio – Carissimi, ……. Troppo ghiotta l’occasione per non parlare di un evento che trenta anni fa segno la vita di una generazione. Aldo e Peppino non erano certamente una coppia che lavorava insieme, ma il destino volle che morissero lo stesso giorno e purtroppo non nei loro letti. Le nuove generazioni conoscono queste due figure, completamente diverse attraverso due foto, la prima di un cadavere in un bagagliaio (o con una stella a cinque punte sullo sfondo), la seconda, quella di un ragazzo secco, capelli lunghi, baffi, pizzetto e maglione alla dolce vita. Ed è così che la loro memoria viene consegnata alla storia …….. ma come abbiamo spesso detto, la storia siamo noi, la storia è fatta di grandi uomini ma anche di uomini semplici. Trenta anni fa era ancora il periodo degli statisti, ed Aldo Moro era uno di questi, un uomo che con la sua lungimiranza politica intravedeva, nuovi scenari e nuove alleanze per la DC del suo tempo, ma era di contro uno degli uomini più importanti dello stato in quel momento. Colpire Aldo Moro, significava mettere in ginocchio lo stato. A Terrasini in quel periodo c’era una delle prime radio libere (e non a Cinisi come è, in genere, riportato dai media), Radio Aut che veniva gestita in regime di autofinanziamento e in questo modo Peppino poteva liberamente utilizzare questo mezzo nel denunciare i potenti mafiosi del paese in cui viveva. Eppure se non fosse stato per l’ostinazione della madre, Felicia Bartalotta che spese gli ultimi anni della sua vita in questa missione, la morte di Peppino Impastato sarebbe stata archiviata, come la morte di un attentatore extraparlamentare di sinistra che saltava in aria nel maldestro tentativo di posizionare una bomba sui binari del treno Trapani-Palermo. La radio cessò di funzionare qualche mese dopo l’uccisione dello stesso Peppino assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 (nelle stesse ore veniva rinvenuto in Via Caetani il corpo di Aldo Moro), nel corso della campagna elettorale che lui stesso portava avanti nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, le stesse nelle quali il 14 maggio del 1978 “Peppino fu eletto consigliere comunale con 260 voti (circa il 6%). Fu la prima volta che gli elettori votarono un morto” . . Un Abbraccio Epruno

n. 36/08 – Aldo e Peppino ……

9 Maggio – Carissimi, ……. Troppo ghiotta l’occasione per non parlare di un evento che trenta anni fa segno la vita di una generazione. Aldo e Peppino non erano certamente una coppia che lavorava insieme, ma il destino volle che morissero lo stesso giorno e purtroppo non nei loro letti. Le nuove generazioni conoscono queste due figure, completamente diverse attraverso due foto, la prima di un cadavere in un bagagliaio (o con una stella a cinque punte sullo sfondo), la seconda, quella di un ragazzo secco, capelli lunghi, baffi, pizzetto e maglione alla dolce vita. Ed è così che la loro memoria viene consegnata alla storia …….. ma come abbiamo spesso detto, la storia siamo noi, la storia è fatta di grandi uomini ma anche di uomini semplici. Trenta anni fa era ancora il periodo degli statisti, ed Aldo Moro era uno di questi, un uomo che con la sua lungimiranza politica intravedeva, nuovi scenari e nuove alleanze per la DC del suo tempo, ma era di contro uno degli uomini più importanti dello stato in quel momento. Colpire Aldo Moro, significava mettere in ginocchio lo stato. A Terrasini in quel periodo c’era una delle prime radio libere (e non a Cinisi come è, in genere, riportato dai media), Radio Aut che veniva gestita in regime di autofinanziamento e in questo modo Peppino poteva liberamente utilizzare questo mezzo nel denunciare i potenti mafiosi del paese in cui viveva. Eppure se non fosse stato per l’ostinazione della madre, Felicia Bartalotta che spese gli ultimi anni della sua vita in questa missione, la morte di Peppino Impastato sarebbe stata archiviata, come la morte di un attentatore extraparlamentare di sinistra che saltava in aria nel maldestro tentativo di posizionare una bomba sui binari del treno Trapani-Palermo. La radio cessò di funzionare qualche mese dopo l’uccisione dello stesso Peppino assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 (nelle stesse ore veniva rinvenuto in Via Caetani il corpo di Aldo Moro), nel corso della campagna elettorale che lui stesso portava avanti nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, le stesse nelle quali il 14 maggio del 1978 “Peppino fu eletto consigliere comunale con 260 voti (circa il 6%). Fu la prima volta che gli elettori votarono un morto” . . Un Abbraccio Epruno