Archivio per la categoria: Epruno – Il meglio della vita (ilsicilia.it)

Musica e Qualità di Vita

Carissimi

Quando questa città avrà un Auditorium degno di questo nome o un complesso riconducibile ad una vera e propria città della musica? La città da qualche tempo mi sembra matura e pronta per la sua voglia di musica, le sue storiche istituzioni musicali per poter ospitare una struttura moderna dedicata alla musica, ai grandi numeri e ai grandi eventi.

Più volte ho contestato il modo semplice di utilizzare il termine “eventi” nel campo dello spettacolo e dell’arte, a maggior ragione quando questo è preceduto dall’aggettivo “grande”.

Probabilmente bisogna tornare indietro fino a “Palermo Pop 70” per trovare una manifestazione degna di utilizzare un termine “grande evento”, seppur negli anni recenti abbiamo avuto strutture pubbliche con uffici dedicati che hanno portato questo nome, ma non sono molti in questo recente periodo gli spettacoli che siano passati alla storia per la loro unicità o valenza per definirsi “eventi”, momenti indimenticabili quasi storici.

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Che Vuoi che Sia?

Carissimi,
Facendo rassegna stampa in questi giorni e tenendomi al passo con i social, mi sono fermato un attimo a sorridere ironicamente pensando come al solito a quanto siamo bizzarri, a quanto siamo fantastici zuzzerelloni per non dire “cazzoni”.

Eccezione fatta per coloro che costantemente “curnutiano” il nostro borgomastro e poi periodicamente lo votano perché dicono che “indubbiamente è una grande intelligenza e oggi non c’è di meglio in giro”, tolti coloro che si “apprecano” all’immondizia lasciata a “svaporare” sotto casa, all’asfalto delle strade pericolosissimo nel suo progressivo deterioramento a causa di usura o di continui scavi, non considerando coloro che manifestano tutto il loro disaggio per le zone a traffico limitato o isole pedonali e strade chiuse per i cantieri, c’è chi alza lo sguardo fuori dal “cato” e guarda oltre. Si ma cosa vede?

Certamente le preoccupazioni per le elezioni in Emilia Romagna che cambieranno le sorti di una élite, ci sono coloro che vivono fortemente la preoccupazione se “Gigino” o i suoi compagni di avventura potranno durare alla guida del paese, mentre il loro leader ideologo dietro le quinte, fa video augurali di buon anno scavando le fosse.

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Una Giornata di Sole

Carissimi,
Abitare in queste latitudini offre il vantaggio che anche in inverno, se non c’è vento e non piove, di godere di giornate soleggiate e di quel cielo azzurro che mette tanto ottimismo. Vorremmo lamentarci perché fa freddo, (non sapendo cosa sia il vero freddo) ma sappiamo benissimo che tranne qualche “pazzo” che già lo fa, tra tre mesi massimo saremo a mare. Pensate quindi che ci possa venire in mente di cambiare il tutto?

Il Gattopardo la sapeva lunga, ma io che ho sempre visto nell’affermazione gattopardesca e in quel mondo fatto da “gente inutile possidente” che mai aveva lavorato, tanto, ma tanto fastidio, mi sono reso conto con il passare del tempo che non ci lamentiamo più seriamente per paura di passarcela peggio. Vediamo gente in strada in Francia, ad Hong Kong e pensiamo a quanto siano tosti e determinati costoro da tenere sotto scacco i loro governi nella speranza (non remota) di ottenere il soddisfacimento delle loro richieste. Qui non è più così.

Operando sulla memoria, cancellando i file, truccando i ricordi invertiamo finanche la verità. In una regione che non cresce riusciamo ad addossarne la responsabilità al fato ealla sventura, pregni di “quell’ottimismo dei Malavoglia di Giovanni Verga”, poi scopriamo che in passato abbiamo fatto delle scelte, alimentate dalla cattiva politica a 360° gradi e scopriamo di aver abbandonato il merito (i concorsi) per creare attraverso “l’amico degli amici la fabbrica del bisogno” dei precari, forza lavoro selezionata con criteri clientelari per far fronte a “lavori di pubblica utilità” per un lasso di tempo determinato. Leggi il resto dell’ articolo »

Chiudiamo un Decennio

Carissimi,
Si chiudono gli “anni dieci”, qualcuno potrebbe dire: “finalmente”.

Purtroppo sono stati degli anni difficili, ma non unici nel loro genere. La contingenza economica ha caratterizzato una crisi globale del pianeta, azioni scellerate portate avanti dalle potenze occidentali negli scenari già caldi quali quelli mediorientali e del nord africa, hanno portato alla guerra civile in Siria e all’uccisione di Gheddafi con la destabilizzazione della Libia e del nord africa e tutto ciò ha portato il proliferare dello stato islamico e del terrorismo, quest’ultimo per fortuna negli ultimi anni parzialmente fronteggiato.

Ci hanno lasciato grandi artisti, abbiamo subito calamità naturali, disastri, abbiamo visto le dimissioni di un Papa e di un Presidente della Repubblica, la nuova cancellazione del Palermo calcio, ma tutto ciò è nella ciclicità della natura, ma quello che ancora suona strano per la mia generazione è il confrontarsi con queste date.

I millenniers ovviamente si trovano a loro aggio ma io ero cresciuto con detti che suonavano come: “ma comu si du 2” (ma come sei dei 2) intendendo: “sei nato nel 1902? Sei antico”.

Il 2002 era stato di contro quasi 20 anni fà ed eravamo già grandi, o il pensare al 2020 come centenario degli anni 20 se riferiti al 1920, decennio che vide la nascita del ventennio e di “storie” ancora oggi non metabolizzate.

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“Loro non Cambiano”

Carissimi,
Non siamo un paese serio, è ormai il mio tormentone e sta alla base di qualunque considerazione.

Siamo un paese diviso in due, sia in orizzontale, settentrione e meridione, sia in verticale, ideologicamente e tranne sporadici ventennali periodi, di grandi consensi bulgari, torniamo a dividerci su qualunque in modo equo.

Non avremo mai maggioranze stabili, malgrado ciò votiamo in continuazione.

Quello che ancora oggi mi sconvolge guardando la pubblica amministrazione (la cosa pubblica in genere) è l’incapacità di fare pulizia e giustizia, eppure la cosa pubblica siamo noi, una grande società dove tutti siamo azionisti, dove giunti all’età stabilita votiamo in questo consiglio di amministrazione fatto di milioni di persone per eleggere le cariche amministrative.

Malgrado ciò riusciamo ad esercitare questo diritto con fastidio e il più delle volte non andiamo a votare delegando l’uso della nostra azione alla maggioranza dei votanti e per di più non esercitiamo alcun controllo sull’esito dell’attività dell’amministrazione.

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Ci Vogliono Occhi Verdi

Carissimi,
Ci vogliono occhi verdi, come i miei, per guardare al passato e al futuro con la stessa serenità, malgrado l’alternarsi di successi e delusioni quotidiane.

Gli occhi verdi sono quelli dei gatti, riescono anche a vedere discretamente nel buio della notte, una volta abituatosi a questo e di buio in questo momento ce ne è tanto.

Ho avuto da sempre la convinzione che se non si amministra garantendo un minimo di dignità ad ognuno, non si riuscirà mai ad auspicarsi una crescita, ma la garanzia del minimo insieme alla libera competizione dei capaci si ottiene soltanto attraverso un governare “deideologizzato”.

Mi spinge questa riflessione l’aver sentito in tv di una mentalità “ambrosiana” che vede da qualche decennio l’alternarsi di sindaci capaci, di estrazioni e ideologie diverse, che tengono costante l’interesse per la collettività, ripartendo dal risultato del predecessore per portarlo avanti e consegnarlo al successore affinché possa fare la sua parte.

Generalmente da noi e non solo, il predecessore è solo la causa di tutto ciò che l’attuale non riesce a realizzare e in ciò io vedo incompetenza o malafede.

Sono stato anche io professionalmente impegnato nel governo di categorie professionali, ma da ancor prima sono un professionista che sa che la genesi di un’opera pubblica dall’idea programmatica alla consegna chiavi in mano, dura dagli otto ai dodici anni, non possiamo nascondercelo e allora a meno che, per evocare figure recenti, non si è Francisco Franco o Ceausescu, dittatori di lunga durata e ovvio che chi programma l’opera non potrà inaugurarla e allora perché raccontare bugie alla collettività intestandosi la paternità di un’opera?

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In Cerca d’Autore

Carissimi,
Ai giorni d’oggi è più frequente il sentire, “in cerca di editori” visto che la stragrande maggioranza dei nostri conoscenti pubblica libri, buona parte pagando per pubblicarli, perché con tutte queste diavolerie informatiche e dopo esserci alfabetizzati in tal senso, convinti dei consensi “like” dei nostri social, siamo tutti interessanti agli occhi altrui e siamo tutti scrittori (sempre nella nostra convinzione), poco importa se tra i nostri contatti ci sia “Padre Pio”, un “cane di caccia” o una bella “auto di serie”, per sì e per non si dà “l’amicizia a tutti” ma di contro si è soli perché neanche il nostro portinaio vi saluta, sempre che nel frattempo non lo avete sostituito con un videocitofono.

Vi assicuro, gli editori ci sono, sono i personaggi che mancano.

Ho passato una vita nel valorizzare persone “insignificanti” nel vero senso della parola e senza offese per nessuno, ma perché riconoscevo che in fondo, in fondo c’era in loro una peculiarità da evidenziare, da esaltare a tal punto da tirare fuori un personaggio che avesse una storia da raccontare.

Ho preso gente che si confondeva negli uffici con la carta da parati tanto era anonima e mimetizzata e ho dato loro una ribalta, quanto meno nella mia vita, ma oggi credetemi, con questa falsa socialità è rimasto ben poco, perché i social hanno il difetto di mettere in piazza tutto quello che siamo, tutto quello che vorremmo essere, o i nostri difetti, per cui anche i cretini vogliono avere una opinione e dopo che hanno aperto la bocca è troppo tardi, non si può fare più niente, il danno è fatto. Leggi il resto dell’ articolo »

L’Indivia e l’Invidia?

Carissimi,
Mi meraviglio nel constatare come oggi siamo diventati tutti esperti di maree.

Ma del resto se è vero che non siamo paese serio e pur vero che siamo il paese dell’inventiva e dei sotterfugi, per cui ci basta guardare un notiziario, vedere qualche foto, sentire qualche discorso ed ecco che oggi diventiamo esperti della qualunque e parliamo, rilasciamo giudizi gratuiti senza conoscere i fatti.

Quel che mi rode e che nel farlo parliamo male degli altri o del loro impegno, perché abbiamo tempo da perdere o perché abbiamo interesse a fare da delatori, o ancor peggio, perché proviamo invidia per costoro non essendo riusciti a realizzarci e la nostra bocca nel frattempo si riempie di quel sapore amarostico come dopo aver masticato dell’indivia.

Io penso che uno dei peggiori difetti che possa presentarsi in un essere umano è l’invidia, quella cosa che porta ad odiare un altro essere umano a volte senza neanche conoscerlo e senza che questi ti abbia mai fatto del male. Provare invidia per qualcuno vuol dire essere seriamente ammalati, soffrire di turbe mentali, covare rabbia, insoddisfazione, insicurezza e proiettare sul prossimo tutti i nostri insuccessi volendo trovare in noi delle giustificazioni.

Crediamo spesso di conoscere il nostro prossimo, sapere tutto di chi ci sta al fianco eppure paradossalmente non sappiamo nulla di chi esso sia, di quali siano i suoi problemi, di come egli sia giunto dove è giunto.

Crediamo spesso che qualunque sorgente luminosa sia frutto di luce propria e di contro non siamo minimamente coscienti di quanta energia abbia avuto bisogno una luce per splendere e di quante difficoltà questa luce abbia dovuto affrontare per poter arrivare a splendere. Leggi il resto dell’ articolo »

Sembra Facile?

A volte sentire parlare la massa ti mette nelle condizioni di dover contare fino ad un milione per non esplodere in violente risposte davanti a palesi affermazioni ipocrite o davanti alle omissioni.

Pensiamo sempre che i nostri comportamenti si auto moralizzano in automatico sol perché facciamo passare del tempo e tutto ciò purtroppo è umano, basta pensare alle nefandezze, le ruberie e i delitti e perché no, le guerre che hanno fatto diventare i prepotenti, nobiltà per diritto divino.

Col passare del tempo tutti dimenticano e non potendo fare cadere le colpe dei padri sui figli, tutto è sanato e quello che è più grave, tutto ciò diventa regolare, vi basti pensare all’invenzione di principi quali “l’usucapione”. La “roba”, sempre quella è la tentazione delle tentazioni!

A volte, per non vedere e per non sentire, vorrei essere come Schopenhauer e rifugiarmi deluso nell’affetto per gli animali, ma purtroppo non ho animali domestici, ma come molti di voi vivo in mezzo agli “animali d’abitudine”, in società, in quelle giungle che spesso si chiamano comunità.

La vita di per sé sarebbe una cosa semplice se tutti noi corressimo la nostra gara nella nostra corsia senza necessariamente sconfinare in quella degli altri per danneggiarli.

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Mi Dedicheranno mai Qualcosa?

Carissimi,
Arrivano quelli che noi chiamiamo “i morti” e i pensieri oltre che per i nostri defunti saranno certamente dedicati anche a quella che tra cento anni dovrà essere la nostra morte e allora in maniera mesta mi chiedo?

Mi daranno una grande sepoltura o mi seppelliranno al Panteon di Palermo come le persone importanti?

No, non potrà essere perché io mi farò cremare e spargeranno le mie ceneri al vento per evitare che la gente possa giocare con le mie ossa o mi possa appendere come nel cimitero dei cappuccini a deperirmi negli anni.

Mi faranno un mausoleo? E chi lo sa, potrebbe essere, dipende chi sarà il sindaco in quel momento. Certo parlare di morte porta fortuna, anche alla vigilia di Halloween e penso che il borgomastro attuale sarebbe contento se con la fascia tricolore tra cento anni potesse dedicarmi un mausoleo, ma il problema non sarebbe quello di giungerci tra cento anni, ma quello di trovare uno spazio non dedicato già a qualcuno.

Di contro vorrei parlare con il mio amico Michelangelo e chiedergli: “come si fa a scegliere quale strada ti debbono intitolare? Soprattutto come si fa a scegliere il tipo di strada e la grandezza?”

Mi dedicheranno cosa? Un viale, un largo, una piazza, un vicolo?

Vediamo come suona.

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