Archivio per la categoria: Epruno – Il meglio della vita (ilsicilia.it)

Si sono mai viste navi senza topi?

Carissimi

Ne ho lette tante, ma mi piace pensare che quel giorno alla “dogana” andò così.

Buongiorno mi scusi chi è il responsabile? Dovrebbe autorizzare l’ingresso in porto di questa nave che viene da Tunisi.”

Purtroppo, causa un decesso, non siamo perfettamente in regola con le disposizioni emanata dal viceré ma come vede la nave abbondantemente piena di un carico interessante e se lei dimostrerà un pochettino di buonsenso saprò anche ringraziarla a dovere.”

Poi mi auguro che lei si fidi dei suoi colleghi di Trapani, non vorrei dirle nulla, ma abbiamo già fatto scalo a Trapani e ora dovremmo procedere per l’ingresso a Palermo per la consegnare della merce.”

Il doganiere rimasto in silenzio per tutto il tempo mentre l’armatore chiedeva di chiudere un occhio sul controllo delle regolarità, allungò la mano per afferrare quel sostanzioso sacchetto di monete comparso sul banco, e senza neanche contarle, le fece sparire pronunciando soltanto una frase: “mi scusi ma topi a bordo ne avete?

L’armatore nell’accennare ad una grassa risata rispose” Carissimo amico, ma perché si sono mai viste navi senza topi ah ah ah…?

Poi indicando un forziere fatto scaricare dai suoi uomini in quel locale disse: “questo è un pensiero per il suo disturbo e per i suoi colleghi.

La risposta fu sintetica: “potete entrare.”

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“Dante Cruciani, controllo”. Tranquilli.

Carissimi

Giunti a questo punto dell’anno, dalle mie parti, diventano tutti più buoni, tutti più devoti, tutti più pii, tutti più appassionati di musica, tutti più rispettosi delle istituzioni e degli Eroi.

È la stagione delle parate.

Come si può per un anno essere individualisti, farsi con spirito cinico gli affaracci propri, pestare i nostri competitor e giunti al fin della licenza affidarsi al grande rito pagano, nella speranza della benevolenza di chi, di fatto, schifatasi più di 800 anni fa dei palermitani, decise di andarsene a vivere in una grotta, lontano dalla città.

Ad oggi siamo lì a perpetrare la nostra fede a rimarcare il senso di giustizia nella speranza e nella quasi certezza che non esiste una giustizia divina, quantomeno su questa terra e quindi, fatto ciò che la si possa riuscire a farla franca tranquillamente.

Nella vita di ogni giorno non c’è la “VAR” e quindi se tocchiamo la palla con le mani e l’arbitro è distratto o ancora peggio è venduto, chi volete che se ne accorga?

Quindi, arrivato a questo punto dell’anno io ho una sola certezza, è passato un altro anno.

Purtroppo, non mi potrò sottrarre quantomeno dall’essere spettatore, ma fino a qualche anno fa adottavo il metodo di Dante Cruciani e me ne andavo a trascorrere il fine settimana a Crongoli.

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La Insostenibile Promiscuità Estiva

Carissimi

È arrivata l’estate. L’estate nella mia terra è sinonimo di caldo, non come potrebbe essere inteso in qualunque altra parte del continente europeo, ma di caldo, di quello diremmo noi “giusto”, poiché quando in Sicilia fa caldo non è difficile incontrare per strada carovane di Tuareg o cammelli disidratati, anche in pieno centro storico, attorno ai tavolini nella movida, poiché fa caldo, si, ma il primo pensiero è quello di gridare …ah Africa!

Finiva la scuola e si organizzavano partitoni di calcio su quei marciapiedi o ancor meglio negli spiazzali (i più fortunati) che duravano delle ore, iniziavano verso le quattro del pomeriggio sotto il picco del sole e finivano la sera al tramonto. Ma l’estate era sempre un momento di tristezza poiché tra di noi ragazzi c’era chi aveva un padre t.d.c. che decideva di farsi il “billino”, in quel momento di apparente benessere economico, costruendosi la seconda casa o San Martino delle Scale o ancora meglio a Mondello, a mezz’ora da casa, poi cera anche qualche caso da neuro che se la faceva a Romagnolo, ma anche di questo ne parleremo in qualche altra occasione.

Ma parliamo di Mondello ridente località balneare, un posto unico al mondo e se visto da Monte Pellegrino, una baia da fare invidia a Bahia che tutto d’un tratto e per 4 mesi all’anno diventava un carnaio, ancor peggio di un campo profughi, tra capanne sulla spiaggia e “billini”.

In questo Golfo di Mondello a un certo punto, dopo la bonifica della palude, giunse la prima edilizia di villini oggi esempi gradevoli dello stile liberti, ma negli anni 1960-1970 giunsero anche i “Mau Mau”, coloro che iniziarono ad edificare con lottizzazioni “fuddrate”.

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La “Deficienza Naturale”

Carissimi

“Mi vedete preoccupato?”

Non scambiatemi per qualcuno che ha rilevato in passato in modo bizzarro il “Palermo calcio”, con questa domanda, perché non è di calcio che vi voglio parlare adesso, ma di una cosa ancora più importante e a me più consona, la vita quotidiana.

Le preoccupazioni sono tante e i cuori palpitano non più per amore ma per paura, paura di ciò che può fare la cosa più auspicabile di questa vita, dopo la salute e cioè “l’intelligenza”.

Immaginatevi che, se finanche tutti i potenti del mondo si siedono attorno ad un tavolo ovale, con in mezzo il Santo Padre a parlare di intelligenza o, meglio, della “paura che può fare l’intelligenza” a questo mondo nel nostro futuro, dobbiamo esser messi proprio male.

Voi mi direte, vacci piano perché qui si parla di “intelligenza artificiale”.

Amici miei, non so voi, ma io vivo in un mondo dove la fa da padrone la “deficienza naturale” e credetemi, non solo ce ne tanta in giro, ma è così tanto bene diffusa e distribuita e posizionata nei posti chiave dove può far danno che “l’intelligenza” seppur “artificiale” (e avercene) non potrà mai averla vinta a questo mondo.

Ne abbiamo parlato tanto in passato del “cretino” e di come per dirlo alla  Flaiano “oggi anche il cretino fosse specializzato” che per semplificarci le cose, il nostro “mondo che conta” per garantirsi continuità e durata, prenda un “cretino” e ancor meglio se è “raccomandato” da altri “cretini” (il massimo del massimo) e lo metta in posizioni di “responsabilità” dicendogli di non toccare nulla e far fare tutto alla “scimmia” come nella mitica barzelletta del “carabiniere e della scimmia nello spazio”.

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La faziosità e la noia: ancora assai manca?

Carissimi

L’ultima e tiramu”, si sembrerebbe che questo sia l’ultima settimana di avvento prima di queste elezioni che sono riuscite a stancare tutti ancor prima di effettuarle, si perché il proliferare di TV e media che avrebbero dovuto garantire libertà e varietà di pensiero ha di fatto generato un martellamento auxetico degli zebedei ancora più potente di quanto sarebbe avvenuto se li avessimo affidate all’incudine e il martello di un fabbro ferraio.

Siamo giunti al punto di dire ti voto chiunque basta ca a finisci e tinni vai.

Ed è così che per vincere questa lotteria partiti e movimenti hanno imbarcato chiunque che a questo punto per distinguersi ha sparato una minchiata che raccolta dall’avversario politico e rimbalzata in tutti i social della propaganda ha creato un inutile dibattito per giorni interi prima della successiva minchiata detta e questi sono stati i contenuti.

Per quanto concerne le regole, abbiamo messo nuovamente in campo la par conditio che di fatto avrebbe dovuto dare la stessa visibilità al partito di governo e al partito dei “pensionati afflitti dopo la morte di Moana Pozzi”, e invece mentre c’era chi con il cronometro in mano effettuava un conteggio degli interventi, di contro c’erano canali nazionali dedicati alla propaganda contro chi governa, chi esso sia, che dalla mattina per il buongiorno alla sera nei dibattiti e nelle repliche notturne, avevano un unico scopo editoriale riassumibile in “il leader è un cornuto e indegno”. Da lì una serie di editorialisti faziosi e siddriati, pronti ad intervenire, un personaggio di pensiero opposto a cui dare la parola, parlandogli sopra o interrompendolo al fine di non far capire nulla a casa (ma nel puro rispetto della par conditio) e poi vignette, post, filmati fatti da professionisti del mestiere, ma a senso unico, con l’ambizione di orientare il consenso.

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Noi tra Caronte e Don Bastiano

Carissimi,

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare“.

Lo scrisse Dante Alighieri nel 1307 circa e sono passati centinaia di anni e quanto sopra non era di certo solo l’invito di Virgilio a Caronte a farsi li “cazzi propri” ma a “lasciar perdere” che è ancora peggiore, perché testimonia che oltre alla giustizia dove vi sono regole per tutti, c’era anche un potere superiore che decideva a prescindere da queste ultime.

Una delle cose più disarmanti per un uomo libero è il sapere di non essere padrone del proprio destino e che questo venga deciso da annoiati commensali o partecipanti a riunioni ristrette dove non è presente alcuno dei competenti.

È importante prima il capire il “colà dove si puote ciò che si vuole” e comprendere che posto sia per avere contezza o dell’importanza o della autorevolezza per farsi una idea di chi siano i mulini a vento da contrastare.

Di contro capire, ma “vuolsi” da chi? Chi sarebbe costui che “vuolse” o, peggio, costoro che “vollero”?

Si, ormai siamo tutti “scrittori”, siamo “tutti attori”, pensate che addirittura siamo diventati “tutti laureati” e in buona parte “in gegneria” e quindi non ci rimane che per distinguerci si riesumino o si comprino vecchi titoli nobiliari.

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Schuman mio, che ti sei perso

Carissimi,

sono entrato questa mattina in un bar, ho chiesto cortesemente un caffè e mi è stato risposto: mi scusi ma ormai se ne parla dopo le elezioni. Preso dai turchi sono andato al supermercato a fare la spesa e giunto al banco salumeria chiedendo del prosciutto cotto, mi è stato risposto, siamo spiacenti ma se ne parla dopo le europee. Lo stesso dal benzinaio, tutto sembra essersi bloccato.

Può essere mai che un paese si blocca in vista delle prossime elezioni che tra l’atro sembrano non affascinare nessuno?

Ma cosa sono queste “europee” per le quali andremo a votare?

Sono forse la coltivazione di un sogno ancora incompiuto, di paesi diversi senza steccati fisici, ideologici e mentali? Abbiamo tutti lo stesso concetto di Europa unita?

Per me, ad esempio, l’Europa è stata sempre quella di giochi senza frontiere, quella di Guido Pancaldi, quella del “feel rouge” ma anche senza Schengen, disposta a giocare insieme e permettere ai giovani di paesi diversi di conoscersi, un po’ come un grande Erasmus ante litteram e anche se le frontiere fisiche c’erano ancora noi sognavamo dei giochi senza frontiere.

Io sono figlio dei tempi in cui “l’Europa” si chiamava CEE ed eravamo in sei, la Germania, la Francia, l’Italia, i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo ed io passavo il mio tempo con la lente d’ingrandimento a cercare questo staterello nella cartina geografica e mi chiedevo ma che ci fa “un villaggio” seduto accanto a degli stati territorialmente più consistenti, poi compresi che i “panni” qualcuno li doveva lavare.

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“Educazione Civica” il libro che mai nessuno lesse

Carissimi

ho ritrovato un volume in ottimo stato, quasi mai sfogliato, risistemando i miei libri dell’età scolastica. Premesso che io non strapazzo i libri, non li troverete magari conservati con la doppia copertina di plastica, ma non li troverete neanche né segnati, né con le cosiddette “orecchie” fatte agli estremi della pagina, perché ho avuto sempre rispetto dei libri a maggior ragione quelli sui quali studiavo a scuola e poi successivamente all’università.

Questo libro acquistato alla scuola media faceva il paio con un altro libro intitolato “religione” che a solo pensarci oggi mi mette tanta tenerezza poiché anche in quei periodi dove potevi ottenere il “buono libri” rappresentava comunque un costo per i nostri genitori, in famiglie monoreddito, inutilmente speso per dei libri che non sarebbero mai stati utilizzati, ma che era d’obbligo portare.

Ma torniamo al libro di cui sopra dal titolo “educazione civica”, che riletto a quest’età mi ha dato molti spunti di riflessione, non solo perché letto in età matura, ma per come i principi riportati all’interno di questa opera editoriale oggi potrebbero assumere grandissimo valore e dirimere qualunque tipo di dubbio o di posizione estrema, molto spesso non supportata da logica, con una facilità essenziale, mettendo quasi un punto fermo di partenza per quello che è il concetto eccelso del vivere in “comunità”.

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Dobbiamo ammetterlo, non ci sono più le censure di una volta

Carissimi

Dobbiamo ammetterlo, non ci sono più le censure di una volta.

Dico di più, non ci sono più le censure di una volta in RAI, a maggior ragione che oggi non esiste solo la RAI che entra nelle case degli italiani.

La censura è da sempre stata il metro dell’idiozia portata avanti da compiacenti burocrati idioti custodi della morale protempore o del libero pensiero.

Ma ammetto di non aver incontrato molti Voltaire in vita mia, ma piuttosto pusillanimi che davanti a palesi ingiustizie si sono voltati dall’altra parte per non perdere la “priorità acquisita”. Oggi nessuno è disposto a dare la propria vita per permettere all’interlocutore di dire la sua, questa è l’epoca del “se lei mi fa parlare, io non l’ho interrotta”.

Oggi accade il contrario, che un monologo censurato, finisce per essere riportato da tutti gli strumenti di comunicazione e addirittura declamato nei propri canali social dalla persona oggetto dell’accusa che avrebbe portato alla censura, avendo l’effetto contrario di spostare accendendo i riflettori della notorietà “sul soggetto pensante al posto dell’oggetto pensato”.

Lo ammetto si è fatto tanto schiamazzo sulla vicenda e sul nome dello scrittore del monologo identificandolo come vittima del sistema, del potere regnante che controlla una RAI occupata, ma io non conoscevo costui, del resto sono tante le cose che ancora oggi non conosco e oggi non posso non conoscerlo, oggi mi si perdonerebbe la non conoscenza dei promessi sposi, ma non il nome di costui.

Che censura è questa?

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Il Principe Fabrizio Salina: Inventore della manutenzione ordinaria

Carissimi

Ma come va? Tutto bene?

Tutto…. boh!

Ho cominciato questo mio anno cercando di mettere ordine tra le varie attività iniziando anche a fare un invernale potatura di tutto ciò che potesse essere di ostaggio o di abbrutimento per quella che è la mia sola ambizione, la adorazione del bello e quindi poter essere pronto in primavera per una rifioritura.

La città, come spesso capita, ha preso la sua strada, si è data un nuovo indirizzo e sta procedendo alla rivalutazione di alcuni miti e personaggi storici, così come si fa con le auto d’epoca, quindi personaggi ancora in vita dimenticati dalla storia e ritornati in auge in questa ventata di innovazione del passato che oggi si regge in tutta la manifestazione e la ricerca del vintage.

Saranno i santi come sempre a dare una mano d’aiuto a questa umile locale umanità.

Solo in questo momento, dopo averlo tanto osteggiato e detestato, sto rivalutando il Gattopardo e ho capito l’importanza di una persona autorevole che affermava che era “necessario cambiare qualcosa affinché tutto rimanesse come prima”.

Quella frase da sempre odiata, perché sintomo della mancanza di speranza per qualunque futuro, pensata come strumento subdolo di un nobile signore che aveva il porco dentro e che elargiva consigli e perle di saggezza per scoraggiare il prossimo.

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