Carissimi,
Vedete questa foto? Prima chiudete gli occhi, adesso la vedete? In questo gruppo io sono quello li nella sedia accanto. Una vita piena di esperienze e di incontri ma volutamente seduto nel posto accanto.
Una vita giunta ad un punto nel quale soltanto cento anni fa pochissimi potevano permettersi ……. eppure oggi parliamo di aspettative di vita fino a novanta anni e quindi facendo due calcoli se la mente mi assiste e la sorte pure, ancor prima della salute eccoci giunti a due terzi del percorso. Due terzi trascorsi li, seduti nel posto accanto. Mi è toccato osservare e gioire per gli altri, mi è toccato portare cordoglio per le disgrazie altrui, mi è toccato accompagnare e proteggere i figli degli altri, mi è toccato rimandare il pallone in campo quando questo uscito fuori è giunto davanti la mia sedia.
Si era mia la sedia accanto a colui che vinse la lotteria, quando bastava invertire i posti, ma sono certo che anche la sorte in quel caso avrebbe invertito il vincitore. Chiariamoci, la mia non era una sedia lontana dal campo, come quella di chi decide di non interessarsi della partita e non era neanche una sedia di panchina, di chi aspetta sempre di giocare e non entra mai in campo, la mia era la sedia accanto, la sedia del conforto, la mia era la sedia dello sfogo, la mia era la sedia degli errori.
Un giorno in un editoriale scritto per una rivista mensile di un compianto amico, nel commentare un’altra rivista di un altro compianto amico (fatalità) che riportava le foto delle persone più influenti del territorio con su riportato il titolo “chi conosci” con un punto interrogativo ribaltai il quesito con “quanti ti conoscono?”