Archivio per la categoria: Epruno – Il meglio della vita (ilsicilia.it)

Se l’unità nazionale non esiste?

Carissimi

Siamo a fine luglio e non vi nascondo che con questo caldo in molti volevamo riposarci, sognavamo vacanze fresche tra le montagne o caldi soli negli atolli o perché no fuddate mattinate di sole tra le diverse umanità che dalla piazzetta di Valdesi si spingono fino a Mondello paese e invece …….

Avevamo Zio Mario con una sola espressione sia essa gioiosa che pensierosa o mutriata che tutti ci invidiavano per la sua autorevolezza e il suo “whatever it takes” ed una comitiva di “nominati parlamentari in cerca d’autore e di rielezioni gli ha fatto girare a tal punto gli “zebedei” che lo Zio Silvio dormiente ha avuto palpiti e pulsioni e ha “minacciato”: “Scendo in campo!”

La domanda è stata lecita: “Col Monza o nuovamente con il Milan?”

I tempi passano, i bimbi crescono, le compagne cambiano orientamento sessuale e si sposano con le cantanti, i carabinieri possono anche essere carabiniere e in quanto tale possono sposarsi con cerimonie di gala e spade di ufficiali anche con altre donne e le povere monachelle ignare di tutto quanto sta accadendo intorno a noi intervengono per strada per dividere due ragazze che si stavano teneramente baciando.

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Un miracolo di quello piccolo!

Carissimi

Non è difficile prendere consapevolezza che quando una persona ti accompagna per sessanta anni, lascia anche con il solo ricordo un vuoto difficilmente colmabile. Sarà stato questo maledetto covid, sarà stato facebook che è diventato peggio della pagina domenicale del quotidiano locale, dedicata ai necrologi che a volte mi sembra con sconforto che muoia più gente di prima, più gente di quanto ne nasca e invece statisticamente in questa città mediamente muoiono giornalmente tra le trenta e le sessanta persone (chiedere a chi fa ancora bile per le mancate tumulazioni, ma questa è un’altra storia complessa).

Non è quindi il numero di persone che va via, ma siamo noi che crescendo abbiamo conosciuto sempre più gente e quindi è naturale che prima o poi se ne debbano lasciare alcune.

Sarà quella vena spagnola immersa nel mio sangue normanno, ma io ho imparato ad avere un rapporto con “l’assenza” del tutto particolare, se subito dopo il primo cazzotto allo stomaco per la ferale notizia, mi spunta un sorriso dovuto all’evocazione di episodi di vita vissuta, quella persona ha di certo avuto una bella vita e piena di affetto e allora credetemi non importa quanto, ma come la si è vissuta e pertanto mi consolo.

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Non mi Arrendo

Carissimi

Certo i giapponesi sono un popolo strano e affascinante, lontano non solo chilometricamente da noi, ma lontano dalla nostra cultura, una miscela perfetta di innovazioni tecnologiche e custodia delle antiche tradizioni.

Una società legata al rispetto dei ruoli, dell’onore, della parola data, insomma una società così rigorosa nei principi da far sembrare quella siciliana che si riempie la bocca degli stessi termini una parodia.

Con questo non voglio dire che sono perfetti, anche loro hanno i propri difetti, anche loro fanno i propri errori, anche gli scienziati giapponesi sbagliano, basta soltanto pensare a quanti sono i bambini nati seguendo scrupolosamente il metodo contraccettivo di “knausogino”, ma che volete, questi sono effetti collaterali, ma di contro se a loro affidate un impegno d’onore, credetemi, pur di dare la propria vita, costoro la portano a compimento.

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La Cosa Giusta

Carissimi

A volte guardo questo foglio bianco e penso tra me e me: “cosa di più posso dire ai miei 24 lettori, che ancora non ho detto? È giusto invitare a sognare un mondo migliore quando tutto intorno a noi va nel verso sbagliato?

Ho voluto sognare, ma non dormendo, un mondo migliore e vi ho pure dato le regole del gioco, ma ho scoperto subito che pur di non perdere in molti avete afferrato quel poco che c’era nel piattino ed avete cercato delle scorciatoie, oppure vi siete voltati dall’altro lato perché eravate indifferenti a stupide prediche, perché sapevate già che se il gioco ha delle regole, ha anche i suoi punti deboli dove attaccarlo.

Ogni qualvolta mi buttano a terra con l’inganno penso a questo episodio accadutomi quando avevo 20 anni.

Un giorno in un assolato pomeriggio come questo ero seduto in una caserma dei carabinieri difronte a un giovane comandante che stava ultimando le formalità di rito dovute alla raccolta della mia testimonianza su un furto/smarrimento avvenuto nel mio condominio.

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Palermo vincerà imparando a rimotivare le risorse umane

Carissimi

In qualunque ambiente di lavoro io sia arrivato, mi sono da sempre dovuto guadagnare la stima delle truppe visto che i colleghi “ufficiali” mi guardavano sempre con la sufficienza di chi ti aspetta al varco, sicuro che tu possa sbagliare o addirittura ti possa stancare. Quindi nel momento in cui, per il ruolo ricoperto, dovevo formare una squadra mi ritrovavo nelle stesse condizioni di Massimo Troisi quando faceva il sogno della guerra addormentandosi tardi.

Sappiate che qualunque sia l’organizzazione pubblica o privata, il potere di alcuni dirigenti viene esercitato (a testa loro) nella capacità di spostare risorse umane. Nel pubblico, non dovendo fare conto con i budget e quindi con il costo che una risorsa umana affidata ha, il solo avere maggior personale rispetto ad un altro, rappresenta potere e prestigio.

Qualunque richiesta di movimentazione veniva avanzata diventava una tragedia, una operazione impossibile seguita ad un pianto per la storica carenza di personale o il sottodimensionamento delle risorse e quindi il “No” era assicurato.

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“Che farò senza Euridice, dove andrò senza il mio ben”

Carissimi

Mi sono dovuto prendere una settimana di pausa in questo periodo pre-elettorale e scrivere più di un editoriale (questo è il terzo), rimasti non pubblicati ovviamente, poiché ero atteso al varco dai miei 24 lettori avvicinandosi il “D-day”.

Andando per strada, da più finestre, dietro le persiane chiuse, ho sentito da più parti la voce di Harold Stevens (il colonnello buonasera) dopo quelle tre note brevi, e una lunga, che mi riportavano all’apertura della Quinta di Beethoven, e che nell’alfabeto Morse, punto punto punto linea, equivalevano alla “V” di Victory (vittoria).

Quanta imprudenza, porta male, abbiate il buon gusto di attendere ancora dieci giorni.

Voi che non siete matematici, non dovete dimenticare che in questi momenti a scegliere delle nostre sorti sarà la gente e che la stessa gente, non sarà obbligata a farlo, (seppur sarebbe un diritto conquistato e a mio parere un dovere).

Ecco che in quel momento qualunque statistica, qualunque raccolta, si allontanerà dalla pura sommatoria algebrica di mani strette e si affiderà, alla consistenza dell’astensionismo, all’eviratore da divano di turno che per far sfregio alla società si taglierà i suoi attributi (spesso unico tesoro custodito) non andando a votare, a suo dire per protestare, perdendo questo momento magico, frutto di tante battaglie, per far sapere come la si pensa.

Aimè caro “evirato”, nessuno si accorgerà della tua rinuncia ad “esser uomo” e alla tua perdita di sangue, poiché “gli assenti hanno sempre torto” ed avrai dato facoltà di parola soltanto ai vincitori che a quel punto avranno il diritto di decidere “i giri” e quanto voler rimanere sulla giostra.

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Avessimo almeno cercato un cambiamento

Carissimi

In questi anni tutti hanno parlato, hanno raccontato di rapporti personali a volte anche forti e non confutabili, ma che hanno descritto gli involontari eroi di quella stagione.

Ne ho viste di rievocazioni cinematografiche e teatrali, ma una di quelle che mi è giunta maggiormente è stata quella del Dr. Borsellino, straziato dal grande dolore e lo sgomento, piangere sotto il diluvio la morte dell’Amico-collega, una volta fuggito al controllo della propria scorta.

Attraverso questa ipotizzata narrazione ho cercato di leggere l’animo di un uomo tradito e ormai solo che andava incontro, consapevole, al suo destino.

Mi ha commosso di certo la scena ancor più forte della laurea della figlia del Dr. Borsellino che decide malgrado il momento e con tenacia, di portare a compimento la discussione della tesi di laurea e che vedeva come spettatori, il Padre, gli uomini della scorta e tutti gli eroi uccisi, presenti tra le file dell’aula universitaria a sostenerla, quasi a trovare conforto nella circostanza al loro sacrificio, ritenuto non vano se una giovane, in quel momento, decideva di continuare sul solco dei principi e degli esempi paterni.

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Eppure io sono contento

Carissimi

Ditemi per quale motivo in questo momento dovremmo farci rovinare l’umore, supponiamo che io sia un proprietario di una azienda che ha prodotto vaccini, un proprietario di farmacie o addirittura o meglio ancora un grosso distributore e che possa governare la politica dei prezzi e ad una minima avvisaglia di razionamento, raddoppio o triplico questi prezzi, potendo pilotare il mercato per aumentare i miei profitti, perchè dovrei farmi rovinare il buon umore?
Certo sono bombardato come voi dai notiziari mono notizia, ma mi sfrego le mani e dico, finchè dura …

Perchè pensare che giochiamo tutti dalla stessa parte, se c’è chi vince necessariamente c’è ci perde.

Immaginiamo di contro che io lavori e guadagni con l’industria bellica, questo non rischierebbe di essere un momento positivo per i miei affari? Volete che davanti alla morte ci sia un “cassamortaro” che si disperi? Perchè? Per lui è lavoro, non dico che non abbia un anima poichè nel 99% dei casi fa il suo lavoro con grande professionalità e il trovarsi accanto persone del genere in momenti così brutti e sempre di conforto, ma perchè illudersi che un proprietario di onoranze funebri possa essere dispiaciuto perchè la gente muore? E’ il suo mestiere, cosa sarebbe un panettiere senza il grano, senza la materia prima della sua attività?

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Dio “non lo Vuole”

Carissimi

Nuovi “crociati“, interventisti, se foste andati troppo indietro con il tempo, forse mi sarei “priato” nel rivivere gli anni della mia gioventù, ma con questi “discorsi persi” che sento ovunque mi sembra di ritornare indietro di cento anni, ma io a quel tempo non ero a questo mondo e meno male, perchè mi sono evitato orrori che hanno di contro sconvolto la vita ai ns genitori e ai ns nonni.

L’uomo sembra sentire la necessità di fare guerre e con una semplicità che fa paura e nascondendo dietro a tutto ciò interessi economici di pochi manda alla morte, alla sofferenza, alla povertà e pertanto mi chiedo di continuo come ci può essere una religione che inneggi alla guerra (quando vedevo i kamicaze farsi saltare in aria in mezzo alla folla) o peggio una religione che si volti dall’altro lato mentre il popolo è in guerra o ancora peggio benedica e dia la comunione al leader sanguinario dallo sguardo di ghiaccio, ma devoto di un “Dio costruito a sua immagine e somiglianza“.

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Avevo Grandi Aspettative

Carissimi

Avevo grandi aspettative dall’uso delle mascherine anti COVID, non solo per loro capacità di valorizzare lo sguardo e gli occhi della gente, nascondendo difetti o peggio molto altro …… l’altra sera ad esempio sono rimasto “fonato” da una persona che presosi di coraggio senza mascherina, mi si è avvicinato per dirmi una frase all’orecchio.

Ho dovuto attendere qualche secondo prima di riprendermi dallo choc apportatomi dal suo alito che evocava pasti di “picciriddri muorti con le mitiche scarpe MECAP“. Purtroppo sappiamo bene che l’igiene orale prescinde dall’obbligo o meno della mascherina, ma meglio abbandonare questo disgustoso preambolo.

Credevo che a furia di vedere solo gli occhi, la gente iniziasse a guardarsi negli occhi durante le discussioni, ma purtroppo questa base di coraggio mancava allora e manca adesso, tanto che sono sempre meno le persone sincere e soprattutto le persone che te le mandano a dire invece di affrontarti e ancora di più quelli che te la fanno alle spalle per “pusillanimeria“.

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