“Io non vi dico per quale partito dovete votare, ma basta che sia un partito democratico e contemporaneamente cristiano”.
Che bei tempi, quando i “parrini” tuonavano dal loro pulpito arringando la folla di vecchiette vestite a nero tra i banchi della chiesa, “tra un padre nostro e una estrema unzione” e tutti sapevamo che se si votava lo scudo crociato avevamo la protezione e la benevolenza della chiesa e soprattutto un occhio di riguardo da parte di Dio.
E come erano belle le domeniche in chiesa con il pio ”On. Burbazza” in prima fila con tutta la famiglia a farsi la comunione ed a pregare in ginocchio di fronte l’altare e noi sapevamo che quelli erano governanti benedetti dal Signore a differenza di quegli altri mangia preti e soprattutto mangia bambini senza alcun rispetto per la chiesa e che vivevano in modo promiscuo, senza essere sposati e facendo sesso tra uomo e donne e avendo bambini fuori dal vincolo del matrimonio, famiglie allargate, sesso libero e fumavano roba che ti faceva scoppiare il cervello e portavano le minigonne neanche fossero nude con tutte cosce di fuori.
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Carissimi
Quando si parla di pazienza spesso si parla di Giobbe, perché?
La nostra religione annovera nell’Antico Testamento, nel “libro di Giobbe”, un uomo molto “pacinziuso”, ma no di poco? Giobbe, questo era il suo nome, era una persona che aveva una fede smisurata in Dio e tutti gli amici lo conoscevano, ne parlavano bene, in vita e non come si fa in genere rispondendo ai giornalisti quando intervistano le persone che hanno conosciuto la vittima o l’autore di efferati delitti, definendola persona da tutti conosciuta come “tranquilla, riservata e gentile”.
Con chiunque ne parlavi, Di Giobbe, normalmente ti veniva detto che era un “uomo saggio, onesto, sincero, ricco e molto devoto a Dio” (pure ricco, ma “molto devoto di Dio”) e come spesso capita, è proprio per questa devozione che ti attiri l’attenzione del diavolo che ci vuole mettere il suo zampino per capire se trattasi di “devozione vera a qualunque costo” o delle solite devozioni di noi cristiani che ci battiamo il petto la domenica in chiesa e di settimana facciamo un sacco di nefandezze, tanto poi ce le confessiamo e veniamo assolti. Con questo sistema rischiamo di trovarci accanto in paradiso (per chi avrà la fortuna di andarci) Adolf Hitler il quale alla fine si è pentito e ha chiesto scusa, come Johnny Stecchino a Cozzamara, e noi che ne sappiamo? Mica c’eravamo?
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Carissimi
Questo è un momento particolare per la socializzazione, lo possiamo dire senza pericolo di essere smentiti, sentendo la tv tutti dobbiamo avere il terrore dell’untore e di essere unti non più dal Signore, ma dall’idiota di turno.
Uscire da casa, rischia di diventare una remota probabilità per chi non è obbligato a farlo, per chi come me aveva l’abitudine del “cusciuliamento” e ne aveva fatto una ragione di vita, per chi come me se la sera non era “aperitivo”, non era “serata”, insomma per tutti quei discendenti della “Palermo da bere”, della “Palermo le un bel Palermo”.
“Abituati c’eravamo!”
Scusatemi, lo so da qualche tempo mi scappa qualche “momento casual” dovuto ad espressioni dialettali che poco si sposano con gli inglesismi ma io non me ne vergogno perché le mie radici, oltre la mia nascita, sono legati a questa terra e non solo, ma il mio alto grado di istruzione si sposa con la voglia non soltanto di fagocitare il dizionario dell’enciclopedia Treccani ma anche quello di riuscire a comunicare anche con l’uomo della strada che ha dovuto ripetere la prima elementare tre volte prima che il bidello (neanche il maestro) gli dicesse: “levaci mano che non è cosa per te l’istruzione”.
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Carissimi
Decidere sembra una cosa facile e scontata, ma rimane pur sempre una cosa rara, poiché una decisione comporta una assunzione di responsabilità e allora cosa c’è di meglio che temporeggiare lasciando nelle mani del destino o nell’iniziativa altrui (nella speranza che questi possano sbagliare) la soluzione del tutto? Ma sono esistiti uomini che hanno preso le giuste decisioni pur andando contro corrente e pagando cara questa loro ostinazione, ma costoro hanno finito per fare la differenza.
Vi è mai capitato da persone per bene, oneste e innocenti, di finire nelle maglie della giustizia?
A volte anche per situazione banali, a volte per “atto dovuto” perché ricoprite un ruolo, a volte perché siete stati ingannati da qualcuno in cui ponevate la vostra fiducia, a volte per un collaboratore disonesto. Qualunque sia stata la motivazione, finite per esser risucchiati in un contesto lontano dal vostro essere che finisce per deprimervi, per segnarvi profondamente prima che le sanzioni e la giustizia abbiano fatto il proprio corso scagionandovi pienamente.
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Carissimi
Potessi svegliarmi domani mattina, e potere dire, chiuso un anno si ricomincia da capo, sarebbe bello, ma sappiamo tutti che solo per motivi Amm.vi il 31 dicembre e diverso dal 1° gennaio che segue, diversamente sarebbero solo due giorni consecutivi in una mattinata.
Se si potessero trattare gli anni come si fa con la contabilità, potremmo tirare righe, bilanciare e andare a capo, potremmo ancora accontentarci di rivivere un “anno della marmotta”, ma sappiamo bene che i danni e i pregi dell’anno precedente li ritroveremo pari, pari nell’anno successivo.
Vorrei a volte operare con la vita come si fa con un nastro di un registratore a bobine, mandando avanti e indietro il tutto, cancellando le parti che non mi convengono, ma non si può.
Non avrò mai la forza di perdonare chi per i più svariati motivi, se mai si sapranno, ha messo in discussione il nostro modo di vivere sociale, in mezzo agli altri, l’unica cosa che ci distingue da altre popolazioni più fredde che non ne sentono la necessità.
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Carissimi
Come da tradizione, anche io rivolgo il mio messaggio di fine anno 2021.
Io non ho un mandato che mi scade, rimarrò Epruno fin quando il Signore lo vorrà e pertanto le mie considerazioni sono scevre di scenari legati a scadenze.
Chi rischia di scadere è l’uomo, lo abbiamo visto con la sua fragilità messo a rischio nelle cose che più lo divertivano, il sesso (aids) e i rapporti collettivi, le partecipazioni ad eventi, gli stadi e le movide (il covid) se a questo aggiungete la circostanza che la tavola era stata bandita da qualunque dietologo e rimane vincolata alle sue evocazioni mediatico-televisive dei “si chef” dei “master chef” dei “ristoranti in competizione televisiva” ……. Vi chiederete “che vita!”
Non vi voglio neanche evocare ciò che è stato l’anno vissuto poiché abbiamo parlato soltanto di contagi e già potremmo chiudere qui questo discorso se non ci fosse stato chi dietro questa quinta mediatica abbia continuato ad esercitare male un ruolo pubblico, o si sia trovato le opportunità per speculare, il mondo cattivo è andato avanti, il mondo buono ha perso alcuni pezzi.
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Carissimi
Berrete e mangerete, riceverete maglioni fuori misura e fascia colli che implementeranno la collezione non usata del cassetto nell’armadio, accorderete qualche desiderio, vi farete le foto con gli anziani genitori delle quali apprezzerete il valore quando dovrete fare i conti con la loro assenza e aspetterete la mezzanotte e sarà Natale anche quest’anno.
Non aspettatevi malgrado tutti gli appelli e gli auspici di essere più buoni dal giorno dopo, il Natale non ha questi poteri, ma di contro possiede il potere della tregua, di quelle tregue che fermano le ostilità almeno per un giorno, poiché dal giorno dopo torneranno le incomprensioni, le liti, le cattiverie, perché il problema non è quello che ci sono pochi “giorni di Natale” in un anno, ma che l’egoismo ed il Natale viaggiano su binari diversi.
Avete notato come tutte le notifiche e le comunicazioni di cose brutte si concentrano a ridosso delle festività?
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Carissimi
diciamolo francamente chi guida parlando al telefonino è un assassino potenziale che gira per strada mettendo a repentaglio la vita di chiunque ha la disgrazia di trovarsi sulla sua strada, in quello che più volte ho definito come “un attraversamento fatale”, e tutto ciò perché? Per non avere si ha il tempo di fermarsi e completare la propria conversazione?
Credetemi non è una esagerazione, ma sono le statistiche che parlano, non potete immaginare quanti giornalmente ne incontro durante i miei spostamenti in moto. Per non parlare dei campioni dell’idiozia che vanno su una motocicletta parlando al telefonino. Sapete tutti della difficoltà a rimanere in piedi sulle strade groviera della nostra città mentre guidate concentrati con entrambe le mani sul manubrio, immaginate adesso la fatica a farlo con una mano mentre l’altra regge l’aggeggio infernale.
Ditemi quindi se ciò non è sfidare la sorte, ma ditemi chi vi ha dato certezza dell’immortalità o chi vi da il diritto di consumare qualcuno inconsapevole che ha il solo torto di uscire per strada ed incontrarvi.
Ma io mi chiedo inoltre, quanto tempo passate al telefonino? Vi siete resi conto di quanto tempo al giorno d’oggi si parla al telefonino?
Una volta, quando si usava il telefono di casa o il telefono pubblico a gettone, le telefonate costavano non solo secondo il tempo impiegato ma anche per lo scatto alla risposta, oltre per la distanza …. bei tempi!
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Carissimi
Certo non scegliamo dove nascere, ma vuoi mettere il farlo a Palermo? Qui dove era sempre estate e splendeva il sole e la gente non amava fare un amato “cribio” e invece.
A dire il vero c’è una stragrande maggioranza di persone che non amano fare un “cribio” ma ciò viene compensato da chi fa da contro peso per far sì che lo spettacolo continui, così preso dal fatto che qui fa sempre caldo e distratto dalle conseguenze, c’è chi finisce per lavorare anche per coloro che magari dietro la porta accanto o nel posto limitrofo trova tutte le scuse e le aderenze per non adempiere al proprio dovere.
Oggi piove e a dire la verità e da un po’ di tempo che piove, anzi devo dire che a differenza dei tempi in cui ci beavamo del fatto che le piogge riempissero gli invasi, oggi ti deve andar bene che non si allaghino i sottopassi e le strade, sotto precipitazioni torrenziali.
Non ci sono più le stagioni di una volta, non ci sono più le città di una volta, figuratevi se possono ancora esistere le persone di una volta.
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Carissimi, tutto quello che vi inventerete per migliorare la qualità della vita della collettività passerà necessariamente da “Lui” che attraverso il suo ego è in grado di condizionare la vita di tutti.
“Lui” è colui che quando hai realizzato le piste ciclabili ed hai ristretto la carreggiata permettendo di posteggiare lungo i due lati della strada, sente la necessità di posteggiare in doppia fila creando un ingorgo perché non ha tempo di andare a cercare un posteggio come tutti, non vuole pagare la zona blu o non vuole utilizzare un parcheggio ad ore seppur offerto gratuitamente dal negozio dove ha deciso di recarsi.
Perché?
Perché è “Lui” e questo dovrebbe bastare a tutti, c’è bisogno di aggiungere ulteriori parole?
Cosa volete che succeda se il mondo è costretto a farsi sequestrare in un ingorgo? Cosa volete che cambi nella sua vita se gli altri saranno costretti ad utilizzare il clacson infastidendolo o peggio ancora lasciandolo nella grande indifferenza, cosa volete che gli possa interessare se un autobus di linea non riesca a passare, vuoi mettere la comodità di “Lui” in confronto alle esigenze degli altri?
Ma come può permettersi costui di fare il “Lui” senza che nessuno lo sanzioni?
“I Vigili, la Polizia, I Carabinieri, i Finanzieri”, tutti coloro che hanno una paletta, dove sono?
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