Siete proprio convinti che il progresso e le invenzioni degli ultimi secoli abbiano tutte migliorato la qualità della nostra vita? Ci riempivamo la bocca con frasi come: “La nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri”, abbiamo introdotto concetti come la “privacy” e poi abbiamo permesso di far metter sotto controllo la nostra vita dal “grande fratello”? Direte: con chi ce l’hai con Orwell? No! Orwell da visionario per conto suo ci aveva messo per tempo in guardia. Dico da sempre che se oltre questa vita, esistesse un inferno, questo sarebbe popolato da un solo cliente, Martin Cooper! Direte: “Chi è Martin Cooper?”
Chi è Martin Cooper? Martin Cooper è considerato il padre della telefonia mobile, l’inventore del telefonino, nominato nel brevetto “Radio Telephone System” come primo telefono cellulare portatile, registrato il 17 ottobre 1973. Martin Cooper è la prima persona, in quell’infausto 3 aprile 1973, ad aver effettuato una chiamata in pubblico con un prototipo di telefono cellulare, di fronte a giornalisti e passanti in una via di New York, chiamando il suo concorrente Joel S. Engel, capo della ricerca ai Bell Labs, diremmo ……… soltanto per fargli uno sfregio. Cooper raccontò in seguito che l’idea ispiratrice del telefono cellulare gli venne dalla visione del telefilm Star Trek in cui il Capitano Kirk usava un dispositivo analogo.
Il suo apparecchio si chiamava Dyna-Tac, pesava 1,3 kg e aveva una batteria che durava 30 minuti, ma che impiegava 10 ore a ricaricarsi. Posso apparire stolto nel ripetere determinate cose, ma credetemi del telefonino ne avremmo fatto tutti a meno e potrei portarvi le prove. Questo strumento infernale che inizialmente doveva servire per fare telefonate in movimento, oggi fa quasi tutto, e tra poco, “tutto ….. meno che telefonare”. Quest’aggeggio infernale (ecco perché reputo che il suo inventore, certamente andrà all’inferno) ha cambiato le nostre vite, peggiorandole. Intanto, ormai è scontato che attraverso il suo auricolare, la prima frase che ascoltiamo è “dove sei”, rassegnati al fatto che “come stiamo”, non interessa più a nessuno.
Inoltre tra qualche tempo non ci meraviglieremmo se dovessimo leggere sui giornali il titolo: “Multata signora che guidava omettendo di parlare al telefonino”! Ormai è una prassi diffusa, una mano, si spera sul volante e l’altra a reggere il telefonino. Fermatevi a un incrocio e provate a osservare dieci macchine in transito consecutivamente, scoprirete che almeno sette sono condotte da gente che sta parlando al telefonino (uomini e donne indistintamente). Io impazzisco alla sola idea di esser travolto da qualcuno che guida distratto da una telefonata e dire che era famoso il detto “una telefonata ti allunga la vita”!
Ma quale sforzo comporterebbe l’accostarsi e fare o ricevere una telefonata? Si presuppone che da qualche punto si sia partiti, bene, bastava fare la telefonata e scendere cinque minuti dopo, oppure, costretti a rispondere necessariamente senza potersi fermare, ci si muniva di quei dispositivi che ci permettono di rispondere e parlare al telefonino senza staccare le mani dal volante.