La Cultura dell’Opportuno Silenzio

Carissimi

“Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti”.

Adesso che avete capito il mio livello di cultura posso fare il Ministro della Repubblica?

Oggi a quanto sembra non basta più il selfie, l’immagine da ovunque, i nastri tagliati e le interviste le ospitate televisive, ma in alcuni casi occorre anche mostrare di avere studiato.

Adesso che il titolo di studio, come abbiamo visto nei nostri precedenti discorsi, va via con il pane e viene regalato come supplemento del giornale sportivo, non sembra essere più di moda la laurea per ricoprire ruoli apicali, ritornando di fatto a quanto accadeva nel dopoguerra quando un titolo di ragioniere rappresentava una carta vincente da spendere per arrivare ai vertici della società.

Oggi hai la laurea o non hai la laurea, se vuoi fare il ministro, devi fare vedere che hai studiato e che qualche cosa ti è rimasta nella mente.

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Attenzione a chi non Sbaglia Mai

Carissimi

La gente sbaglia, sbagliamo tutti e voi per favore diffidate di coloro che non sbagliano mai (dicono di non sbagliare mai), costoro teneteli a distanza, non fateli entrare nelle vostre vite, non prendeteli come collaboratori, non ci lavorate in subordine, questa è gente negativa che rovina la vita altrui per finire solo alla fine, per rovinare la propria vita.

Questo esercito di saccenti, supponenti, presuntuosi, arroganti o solamente cretini, non solo infestano il mondo, ma lo rovinano e costituiscono il 90% dei nostri guai accattati.

Tutti sbagliano, almeno una volta, finanche l’Ispettore Rock (Cesare Polacco), basta ammetterlo, capire l’errore e imparare per non ripeterlo ….. lo so a cosa state pensando, la nostra classe politica, la nostra classe dirigente è piena di personaggi convinti di non sbagliare mai e allora come è che il mondo va avanti?

Ma grazie ai “problem solver”!

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Meritocrazia, Come si misura

Carissimi,

una parola presente nel nostro vocabolario della lingua italiana e della quale potremmo fare a meno, inserendola nel novero delle tante parole inutili, poiché non utilizzate è la meritocrazia.

Qualcuno di voi sta portando la mano nell’orecchio destro come a voler significare: “che cosa hai detto?

Lo capisco, meritocrazia sembra essere proprio un termine di una lingua straniera, probabilmente proviene non tanto dal latino o dal greco, ma forse dal sumero, lingua di un popolo meritevole (come spesso letto sui social in circostanze in cui gli venivano attribuite particolari invenzioni) che lasciava tutti concordi nel plauso ….. “è giusto ….. sumeritano”.

Eh sì, meritare, sembra essere un premio una volta riconosciuto un determinato valore in una particolare scala, ma il problema sta proprio qui, riuscire a capire quale è questa scala.

Certo, se pensiamo con un po’ di body shaming a chi qualche anno fa ne fece un proprio baluardo politico, un ministro non tanto alto, anzi bassissimo, l’uso della scala in quel caso sarebbe servito non per valutare ma per raggiungere un obiettivo posto in alto.

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Guida galattica per un abitante delle nostre parti

Carissimi

Capita spesso che qualcuno che ci conosce, ma non è dalle nostre parti, ci faccia ingenuamente una semplice domanda: “come si vive a Palermo?”

La risposta nella maggior parte dei casi è: “bene, a Palermo si sta bene ……. Dipende…..”

Oppure ci chiedono: “come si sopravvive a Palermo?”

Anche in questo caso, la risposta è semplice: “oh questo sì, si riesce a fare, dopo un poco di tempo e con esperienza, si riesce a fare”.

E se in questa informale intervista l’interlocutore non si sente appagato dalle nostre risposte sintetiche e continua: “ma Palermo mediamente una città ricca?”.

La nostra risposta è: “certo, mediamente, ciò vuol dire che ci sarà una persona ricchissima accanto a un morto di fame, ma mediamente faranno due persone ricche”.

E se insistono: “ma da dove viene tutta questa media ricchezza?”

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Spazio 2024 …

Carissimi

Il largo è stretto” come si dice da queste parti con un ossimoro contraddittorio, lo “spazio è stretto”, ma per il palermitano poco importa poiché qualunque siano le condizioni climatiche, in qualunque fila, qualunque spazio, “t’avi a stari incapu” (ti deve stare di sopra, attaccato, appoggiato facendo diventare qualunque fila una tragedia).

Figuratevi la depressione e quanto tempo per abituarsi quando le poste (ad esempio), tolsero la fila fisica per introdurre il numerino e figuratevi ancora quale trauma aggiuntivo nel momento in cui oltre al numerino aggiunsero la lettera dell’alfabeto di davanti nel pizzino della prenotazione, pensate che c’è ancora qualcuno che gira sala, sala da anni non avendo capito a quale sportello bisognasse rivolgersi.

Ma torniamo allo spazio, è più forte di lui, la necessita di dover stare sempre ncucchiato.

Ad esempio, da tempo, perché prescrittomi, sono tornato in palestra, una di quelle “fighette” (ma non voglio fare alcuna pubblicità), pensate che è così grande che ci saranno negli spogliatoi almeno 1000 armadietti, ebbene appena ne scegli uno tutti gli altri ti scelgono quelli accanto a ridosso, ppi strisciarsi non c’è nulla da fare, cosi come per le file alle casse dei supermercati, a matula che la cassiera mette sul nastro trasportatore la barra separatrice, chi viene dopo ti deve stare incugnato per non perdere la priorità acquisita.

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“Un tè con l’autore” ricomincia, ci saremo

“Un tè con l’autore”, la rassegna a Palazzo del Poeta.
Ricomincia ufficialmente la rassegna letteraria (giunta alla terza edizione) che apre la stagione autunnale il 15 settembre 2024.
Dopo esser stato ospite della prima edizione, ricevo l’invito della cara Amica Rosa Di Stefano per Domenica 13 Ottobre 2024.
L’appuntamento è quanto mai gradito poiché accompagna il mio ritorno in pubblico e che avrò il piacere di condividere con gli amici.

Facebook e l’invidia sociale

Carissimi

Chi di noi per motivi vari bazzica sui social e ha un profilo Facebook avrà notato come nel tempo si sia trasformata l’utenza di questo strumento.

Non nascondo che inizialmente utilizzandola con parsimonia e non estendendo “le amicizie” oltre modo, sono riuscito ad entrare in contatto e mantenere “corrispondenza” con gente interessante e che soprattutto condividesse con me il principio del “serio cazzeggio”.

Ho agganciato anche gente importante, costruendomi un contesto gradevole, a volte protetto, dove poter scambiare opinioni su temi non necessariamente di alto profilo o esternare istantaneamente su cose che mi infastidivano, il tutto senza dover litigare con nessuno e quando qualcuno rispondeva sopra i toni a qualcosa da me scritto, restavo in silenzio, senza replicare e soprattutto senza cancellare poiché dovevo pur sempre andare alla ricerca di un estremo inferiore.

Essendo una persona che nella vita reale ricopre ruoli pubblici e il più delle volte di grande responsabilità, non ho mai voluto espormi su situazioni lavorative di certo fuori contesto in un social,  non essendo di certo il mio “profilo” un profilo ufficiale, di una autorità nell’esercizio del suo ruolo, ma un profilo di un qualunque individuo fuori dal suo impegno lavorativo.

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La Sorpresa della Gettoniera

Carissimi

Ognuno mediamente nasce dotato per poter vivere in autonomia senza ricorrere all’aiuto di nessuno, poi è la vita che ti spinge a prendere in considerazione il supporto degli altri a seconda di ciò che scegli di fare, quali ambienti decidi di frequentare, quali ambizioni coltivi.

In una Nazione come la nostra, “l’ascensore sociale” è stato dotato da qualche anno, a sorpresa, di gettoniera per le dieci lire, con la circostanza che ormai le dieci lire sono introvabili e a parte quelle ritirate da anni dalla Banca d’Italia i residui esemplari in giro sono nelle mani dei “collezionisti” ……. Quindi chi ha ambizione e non conosce alcun “collezionista”, sa po’ fari a piedi!

Così facendo come cambi la tua sorte, studiando?

A mio parere, da matematico questa è una “condizione necessaria, ma non sufficiente”.

Diceva una grande saggia disinteressata, la Mia Mamma: “figlio mio, la fortuna di un uomo è un altro uomo”.

In questa semplicità di espressione era contenuta una grande verità, fin dai tempi dei “cappottoni grigi”, di quel passato ma non molto remoto dell’Italia che si ricostruiva nel dopoguerra, tu conoscevi l’On. Burbazza, frequentavi la sua segreteria politica, manifestavi le tue necessità e l’On. In qualunque modo ti avrebbe nel tempo presentato una opportunità e ti avrebbe detto “figlio mio, che titolo di studio hai, afferrati questo posto, intanto entri e poi farai carriera”, e così era, bastava un titolo da ragioniere per arrivare ai vertici della pubblica amministrazione e tu rimanevi devoto a quell’uomo che aveva fatto la tua fortuna.

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Tanta socialità finisce per stimolare la mia asocialità

Carissimi

Tanta socialità finisce per stimolare la mia asocialità.

Prima di scrivervi ho passato un poco di tempo a rivisitare il numero dei miei contatti su Facebook che è rigorosamente tengo intorno ai 1600 ma per un vecchio vezzo, più che un’esigenza, che nacque quando mi deliziavo nel fare i programmi radio, avendo l’opportunità in quel caso di conoscere una serie di contatti interessanti, perlopiù di persona normali che come me gradivano quella passione e di conseguenza mi ritrovavo spesso e volentieri a dover accettarne le richieste di amicizia.

Grazie al cielo, non sono stato mai un uomo di spettacolo per i quali come sapete il mezzo social è importante, i quali finiscono per accettare qualunque tipo di richiesta saturando quelle che all’epoca era il limite dei 5.000 contatti ed essendo nelle condizioni di poter aprire un profilo due e un profilo tre collezionavano quanta più gente per farsi conoscere, cosa lontana dal mio interesse che esercito sul social con i conoscenti il “serio cazzeggio”.

Pochi ma buoni.

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“Astura V’Arrifriscanu!”

Carissimi

Intontiti dal caldo che come sempre a questa latitudine riesce a dare il meglio di sé ci stiamo apprestando alla fine della nostra estate, intesa astronomicamente, e non passerà una settimana che quasi tutti saremmo ritornati alle nostre consuetudini, ai nostri lavori, alla nostra vita quotidiana.

Certo, sento anche io i notiziari parlare di controesodo e di chi ha atteso fino adesso per poter andare in ferie (poi mi spiegheranno che tipo di lavoro fanno costoro), probabilmente c’è chi si può permettere di assentarsi quando tutti gli altri rientrano o perché è padrone della baracca o perché non conta un caz.. nella stessa baracca e la sua assenza potrà tranquillamente passare quasi inosservata.

Ma oggi vorrei occuparmi di chi decide di passare la sua estate, anche se non necessariamente in stato vacanziero, in quella che è la sua città.

Esiste ancora una città che e riesce ad avere due configurazioni, quella estiva è quella consueta per tutto l’anno, e quindi basterebbe fare una fotografia di alcune strade per poter identificare a posteriori in quale stagione questa sia stata scattata.

A prescindere dalle zone blu, dai vari pass, in questo periodo si trova facilmente posteggio e non è poco per chi non riesce a fare a meno di muoversi con l’auto, probabilmente invogliato dalla presenza all’interno dell’auto dell’aria condizionata.

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