Il Re Porta la Corona o la Mascherina?

Carissimi

Non riesco a scegliere quale possa essere l’evento o l’accadimento che meriterebbe di esser commentato con voi, miei cari 24 lettori, visto il proliferare di situazioni degli ultimi giorni. Vi avrei voluto parlare della polemica sui ritardi del PNRR e della mia certezza che fin quando non rivedremo l’organizzazione della pubblica amministrazione, più vocata a creare comitati di controllo che postazioni tecniche di lavoro, resterà una delle tante occasioni mancate, ma avendo perso l’attimo fuggente anche questa notizia è apparsa subito superata.

Avrei come sempre potuto parlare di come proliferano gli scavi ed i ripristini fatti male in città e con esso le nuove buche e gli avvallamenti, creino costantemente pericoli per la cittadinanza, ma sembra che senza risorse economiche, anche queste siano andate in prescrizione.

Vi avrei voluto parlare della pandemia “finita” così come era iniziata con un annuncio in “tv” (piango per coloro che non avevano una televisione), ma per commentare ciò ci vuole “gente ca sinni sienti”, e scusate, ma io personalmente sono ancora sotto l’influenza dei postumi e potrei apparire inusitato nei commenti.

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Palermo è Sporca o Sono Sporchi i Palermitani?

Cumuli rifiuti a Ballarò

Mettiamoci d’accordo per una volta per tutti, Palermo è sporca o sono sporchi i palermitani?

Affacciato di prima mattina a guardare la mia bella via alberata ho visto una operatrice ecologica, ma chiamiamola pure spazzina, non è parola d’offesa per un dignitoso lavoro che ripuliva con la grande scopa marciapiedi e caditoie con tanta professionalità e amore pari a quello che avrebbe adoperato per il decoro di casa propria, e credetemi non è la sola e non è il solo caso, purtroppo poco dopo il marciapiede sarebbe ritornato ad essere ricettacolo di sporcizia indotta.

Quanto sopra dovrebbe indignare chiunque ami avere la propria casa pulita e di conseguenza l’estensione della propria casa, marciapiedi e strade che si condividono con la collettività, in quanto cosa di tutti.

Ma io non ho dimenticato il periodo negativo del lockdown dove costretti a casa dovevamo sentire Barbara D’Urso che ci dava lezioni su come si lavano le mani, poiché ciò mi terrorizzò, abituato come ero a lavarmi le mani a prescindere da pandemie e da sempre, ogni qual volta toccavo qualcosa e non come da prassi mi auguro, in occasione dei passaggi dal wc o prima di sedermi a tavola.

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Dov’è il Progetto? Non lo Trovo?

Carissimi

Credetemi, percepisco anche io una certa stanchezza non tanto muscolare o articolare, quella la do per scontata dovendo fare i conti con l’età che avanza, ma mentale dovuta alla circostanza che il ruolo di Cassandra non mi si addice ma di certo quando ci sono “Elene di Troia”, di mezzo, il palermitano (e non solo) “strammia”.

Ora capire quale è la sostanza del contendere in questo momento primaverile che attrae in questa città è ancora parzialmente velato e pertanto imprudente da svelare con certezza, ma diventa sempre più interessante comprendere quale “idea” di città vogliamo consegnare ai posteri, quale progetto di città stiamo sognando per poterla realizzare un giorno.

Io pure avendo degli ottimi strumenti di lettura e occhiali di tutte le graduazioni, mi perdo, poiché malgrado i numeri dei lettori, mi danno soddisfazioni (essendo passati dai 24 ai 25, numero caro al Manzoni) mi sa che quando parlo di città, o sono incompreso o risulto per essere poco interessante ed è come se i miei concittadini avessero perso qualunque interesse per questa nostra realtà dopo essersi fatti ammaliare per anni da una “visione” (personale) e oggi essersi rassegnati al fatto che dopo un personaggio divenuto storia di questa città non ci potrà essere un futuro.

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“Le Vite degli Altri” 30.04.2023 domenica alle ore 18.00

Al Parco Villa Filippina (piazza San Francesco di Paola 18) 30.04.2023 domenica alle ore 18.00 arriva il terzo appuntamento dal titolo “Le Vite degli Altri” della rassegna “Leggendo Epruno”, reading a più voci con immagini e contenuto musicale. Un format originale e scanzonato che racconta stati d’animo, sensazioni ed esperienze personali su tematiche culturali, politiche e sociali, oltre che sui grandi temi di attualità narrati anche in modo originale e dissacrante, che ha già visto undici edizioni negli anni precedenti. Ci riprovo  e dopo sei anni ripropongo una minirassegna  di quattro spettacoli, al Planetarium di Villa Filippina, l’ultima domenica del mese, alle ore 18.00 nei seguenti giorni del 2023. 

La Mia Giornaliera “Via Crucis”

Carissimi

Per uno come me, cresciuto in una via che si chiama Terrasanta, parlare di “via crucis” e quasi conseguenziale.

Eppure non prendete l’utilizzo di questo nome come blasfemo o addirittura frutto di un pensiero “eretico” se ormai da tempo l’associo al percorso che giornalmente affrontiamo camminando sui nostri marciapiedi o nelle strade, praticamente diventate percorsi di guerra o ridotte peggio di quelle descritte dal commerciante di via Nuova a Goethe nel suo viaggio in quella che fu la città della terra dove fioriscono gli aranci.

Credetemi sono stanco di parlare sempre di questa emergenza che va sempre peggiorando e nessuno prende iniziative, nessuno riparare, nessuno si indigna, nessuno interviene e non basta vedere in eurovisione un giovane ciclista colombiano, nella tappa del giro d’Italia, volare in ospedale, entrando in curva in via Roma, dopo essersi incanalato in uno dei tanti fossi scavatosi subdolamente nell’asfalto, grazie ad un pessimo ripristino o al peso del transito degli autobus.

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Il Fuori Corso, Mitologica Figura

Carissimi

Giorni addietro in un programmato passaggio in Ateneo ho avuto modo come sempre mi accade in questi ultimi anni di verificare il veloce cambiamento da un punto di vista dei costumi dei nostri studenti, ormai costantemente accompagnati dai loro cellulari e connessi ad una realtà che di certo starà da qualche parte, ma non in quell’aula.

Mi sono guardato in giro e mi sono chiesto, che ne è stato di quei lunghi corridoi monastici frequentati in prevalenza di uomini (parlo della facoltà a me più familiare, quella di ingegneria), dove incontravi il “fuori corso”, mitica figura che spesso veniva scambiata per il professore o l’assistente, tanto era fisicamente matura e perché no, autorevole, vettore di informazioni vissute e non per sentito dire, consigliere di strategie didattiche che finivano per agevolare tutti tranne lui stesso.

Chi non ha studiato sulle dispense clandestine del fuori corso, i mitici esercizi appresi durante le ore di esercitazione e i frequenti casi di esami, dove tu ti facevi la croce, e pensavi “come finisce si cunta” poiché chi ti avrebbe dato certezza della correttezza di quelle pagine di appunti?

Il dubbio si sarebbe insinuato, pensando che l’autore di tali appunti aveva dovuto sudarsela la materia o peggio, non ancora l’aveva superata.

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“Cappiddrazzo” sta morendo

Carissimi

Se la politica non gestisse soldi, se la politica fosse solo l’amministrare le incombenze della società dubito che ci sarebbe la folla all’ora di candidarsi da parte di chi deve risolvere il proprio futuro.

Vedere tutto questo ben di Dio alla portata di tutti davanti a noi e non chiedersi a chi appartiene e una tentazione alla quale non sappiamo rinunciare, poiché per noi non può esistere il concetto di collettività, di cosa di tutti, poiché se c’è una cosa che non è di qualcuno specificatamente e non è recintata è certamente di nessuno e, o la si abbandona al suo degrado, o la si occupa accaparrandosela, è più forte di noi e pensate a quanta di questa roba è a disposizione di chi arriva al vertice di una collettività (e dei propri amici di merenda).

È il concetto di “tutti insieme” che viene difficile a digerire, poiché si è tutti insieme per far cosa? Tifare? Fare battaglia contro altri? Mettere paura?

Mai che qualcuno pensi che si possa stare insieme per condividere risorse.

Esistono dalle nostre parti gli “imprenditori della vincita”, coloro che vogliono fare attività partendo dall’idea di eliminare il rischio imprenditoriale nella loro attività, coloro che incamerano le vincite e socializzano le perdite, già di per sé non solo scorretto, ma termometro di una attività che non potrà mai essere imprenditorialmente sana.

Siamo imprenditori e spesso “tavernari” con gli spazi che prendiamo alla collettività, ma lasciando in cambio cosa? Accrescendo di valore anche culturale o morale, che cosa? Chi?

Siamo ipocriti, siamo soltanto poco onesti già con noi stessi, rifuggiamo la competitività e come sempre cerchiamo scorciatoie che ci aiuteranno a sopravvivere giusto il tempo necessario della protezione del “santo del momento”, giusto il tempo per cercare nuovi santi, nuove opportunità di aggirare l’ostacolo, nuovi espedienti ……. E la qualità?

Quando si potrà crescere continuando di questo passo?

Chi crede di conservare non dico ideali, ma principi, come me, è convinto che andato via “quello sbagliato” ne possa giungere “uno giusto”, ma ciò rimane soltanto un esercizio mentale o forse dialettico e questo ti taglia le gambe perché ti perpetra la mediocrità alla ribalta e allora non si va fuori per realizzarsi, perché qui non c’è humus su cui coltivare o fare crescere qualcosa, ma perché qui non c’è il privato disposto ad investire, poiché il suo competitor sarebbe comunque chi utilizza (spesso sempre a gratis) ciò che è di tutti e quindi fondamentalmente anche suo, limitandosi, come “cappiddrazzu” a non pagar nessuno.

E allora, perché perdere tempo, perché stare appresso a chi ti vuol far credere che “tutto il mondo è paese”? Non è vero, esiste un mondo peggiore del nostro e questo è testimoniato da quanti pur a rischio della morte nelle traversate diaboliche vengono a morire nel nostro mare, ma esiste anche un mondo migliore del nostro, dove il “vero talento” trova opportunità e viene cercato, un “mondo giovane” che sa prendersi carico dei giovani, degli anziani e sostiene gli “ultimi” senza bisogno di redditi di cittadinanza, ma nel quale tra colui che è momentaneamente assistito e il laureato lavoratore, c’è una effettiva differenza.

Non possiamo continuare a pensare che una persona meritevole di un sussidio, stando a casa prenda “mille” e un laureato, dottorato, masterizzato che lavora spendendosi l’anima prenda per esempio “mille e cinquecento”, in quale paese civile, industrializzato o evoluto occidentale, trovi un idiota che per cinquecento (in media) di differenza, non decida di rimanere a casa a spese della collettività.

Queste cose, lontane dal dibattito politico, vanno dette. I nostri partner europei nordici usano da anni questi strumenti sociali, ma lì a differenza che da noi, il laureato o chi lavora prende “cinquemila” contro i mille del socialmente assistito (che in attesa di ritrovare un lavoro da una mano d’aiuto alla collettività) e nessuno si scandalizza, e tutto ciò appare giusto perché non si lascia dietro nessuno e perché non ci può essere chi idealizza “un assegno di disoccupazione”, sapendo che dopo anni di sacrifici familiari e spese per gli studi giungerà a guadagnare e meritare uno stipendi parametrato per almeno cinque volte superiore, del “poveraccio”.

Vergogna! E’ il concetto di merito che avete ucciso, giungendo a generare una guerra tra poveri, livellando tutto verso il basso e distraendo la collettività con i dibattiti del momento, fino anche ad inventarvi una guerra di genere.

Un abbraccio, Epruno.

 

Se facciamo sapere che in occidente si buttano i soldi ….

Carissimi

Ma quante ne devo vedere prima di dire a Roy Batty “figgiu mio a cu c’ha cunti!

Se qualcuno lascia uno spazio, c’è sempre chi è disposto ad occuparlo.

Se giungono ai vertici della nostra società le tanto osteggiate donne, può essere che oltre a trovarci davanti a soggetti per una volta lontani dagli stereotipi delle signorine Silvani o di chi trova scorciatoie puntando sulla propria avvenenza, ci troviamo non solo davanti a personaggi capaci, che hanno fatto anche la loro gavetta ma anche ad uno scenario dove gli uomini non sono riusciti a dimostrare le loro qualità?

Dice: “so arrivati i nuovi fascisti, è finita!

E no, ma quando mai! E poi ricordate sempre (dal Nome del Papa Re) “giovanotti, sveglia, non è finita perché so arrivati i garibaldini, ma so arrivati i garibaldini perché è finita!

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La madre dei cretini incinta è marziana?

Carissimi

La madre dei cretini è sempre incinta!

Ma dove? Ma quando? Siete sicuri che sia così?

Io mi sto convincendo sempre di più che i cretini vengano da Marte e comunque da un altro mondo, ma che di fatto infestino il nostro pianeta, le nostre strade, ma che certamente non possono esser nati dal genere umano, e da buon ingegnere ve lo dimostro.

Avete mai conosciuto la madre di un cretino?

Con qualunque madre parlate, il figlio è intelligentissimo e si è laureato con almeno 110, lode, inno d’Italia e battute di mano, foto, pubblicazione e bacio del Presidente della Repubblica, poi guardate bene in faccia il figlio e capite che qualcosa non torna.

Capisco che le università usa e getta ormai sono tante e in vendita anche nei supermercati che uno dopo aver detto “laureato in” deve aggiungere oltre alla facoltà, anche l’ateneo e la città. Leggi il resto dell’ articolo »

Cosa c’è dietro l’angolo?

Carissimi

Cosa c’è dietro l’angolo? Di certo da oggi avremo forse la testimonianza di Maurizio Costanzo a raccontarcelo (riposi in pace), mandato in avanscoperta, ma prima che lui possa dirmelo passerà tanto tempo mi auguro, spero, e fino a quel momento non potrò che restare legato all’osservazione di fatti terreni.

Mi viene in mente una delle domande che non avrei voluto portare nel mio “zukunft”, quella più importante: “cose c’è dentro la mente dell’essere umano? Di quale materia è fatto realmente l’essere umano?

Secondo i miei insegnamenti familiari cristiani, da parte di una madre religiosissima che ogni mattina presto andava a seguire la messa sotto casa prima di intraprendere la propria giornata di casalinga, l’uomo è fatto in origine di polvere e in più possiede un’anima a corredo del suo transito terrestre.

Mia madre aveva grande fede, la stessa trasmessami e che mi ha accompagnato fino all’età di diciotto anni, quando compresi che l’uomo era fatto di sì polvere ma anche di acqua, il tutto per fornire un grande impasto, insomma di “fango” e che l’anima una volta ricevuta, ancor prima di ritornare al creatore, sarebbe stata venduta per soldi e per le proprie ambizioni, alla prima occasione.

L’uomo era uomo, prima di tutto e successivamente era un padre di famiglia, un figlio, un prete, un uomo di giustizia, un delinquente e tante altre cose, ma rimaneva sempre prima uomo con i suoi difetti.

Mia madre mi ripeteva sempre che bisognava avere fede, prima di tutto e che ognuno avrebbe fatto i conti con la propria coscienza e che non toccava a noi giudicare.

Mia madre, morì senza poter avere la soddisfazione di avere un funerale nella sua chiesetta dove aveva trascorso in preghiera buona parte della sua vita, poiché erano cambiate le regole degli uomini e non essendo la nostra una parrocchia, non poteva essere sede di un funerale (cosa che di contro avvenne qualche giorno dopo, per un defunto di un gruppo di preghiera che si appoggiava alla stessa chiesetta).

Ciò mi insegnò che anche davanti alla morte non eravamo tutti uguali e allora compresi che non era questa la “chiesa che mi avevano insegnato” e da allora non misi più piede in nessuna chiesa, io e Dio, abbiamo continuato a frequentarci in segreto, ma fuori di quella “casa” che “in nome suo e a suo insaputa” qualcuno aveva profanato con regole legate solo al vile denaro terreno.

Cosa c’è quindi per me dietro l’angolo? Una strada piena di buche che nessuna amm.ne si degna di riparare. Uomini che si vendono al diavolo per pochi spiccioli, indossando la faccia degli sprovveduti. Uomini che si sporcano di continuo per peccati di omissione, gente falsa, spergiura che tira avanti ingannando il prossimo.

Cosa c’è dietro l’angolo? Ci sono sogni e ci saranno fin quando avremo la forza di tenere gli occhi aperti, perché i veri sogni si fanno consapevoli ad occhi aperti. Ci saranno giovani che prenderanno le distanze dai loro padri o meglio si allontaneranno dal mondo che i loro padri hanno costruito basato sul compromesso e andranno via, lontano, fin dove non si è perso ancora il valore dell’intelligenza, della capacità, del titolo di studio e i loro figli a poco, a poco avranno nomi sempre più strani e lontani dalla nostra tradizione, ma vivranno un mondo meno basato sulle quinte ipocrite barocche “dell’ospitalità e partecipazione meridionale”.

I giovani, avranno sempre meno “zii, cugini e compari”, vivranno un mondo apparentemente freddo nei rapporti umani, ma vivranno una qualità della vita irrealizzabile dalle nostre parti, in una società costruita sui bisogni non soltanto delle unità produttive, ma anche di vecchi e bambini.

Cosa c’è dietro l’angolo? Qualcosa che è molto lontana da venire da queste parti e “noi” abbiamo sempre meno tempo davanti.

Un abbraccio, Epruno.