Natale

Carissimi

Credetemi, non ci sono più le feste di una volta.

Prima si sentiva di più nell’aria l’atmosfera del Natale, ci si approcciava lentamente con addobbi, riti e quant’altro a quella che era la festa dell’anno e si rimaneva nell’atmosfera fino al giorno dell’epifania.

Bastava camminare per strada e anche se le vetrine dei negozi avevano meno luci di adesso si percepiva di più l’aria del Natale, la gente sembrava più allegra, noi per primi aspettavamo questa festa per ricevere un regalo.

Che bei tempi, ci si scambiava i regali, c’erano meno ipermercati e più negozi, c’erano meno saggi natalizi e più festa, diciamola tutta, c’era più fame ….

Oggi tutto sembra preconfezionato e falso, fino agli auguri collettivi che rito siamo obbligati a farci e pensiamo soltanto a sederci a tavola la notte di Natale e il pranzo successivo, per mangiare, magari attendendo che qualcuno torni da fuori per stare tutti insieme, perché il Natale è la festa della famiglia.

Leggi il resto dell’ articolo »

“Loro non Cambiano”

Carissimi,
Non siamo un paese serio, è ormai il mio tormentone e sta alla base di qualunque considerazione.

Siamo un paese diviso in due, sia in orizzontale, settentrione e meridione, sia in verticale, ideologicamente e tranne sporadici ventennali periodi, di grandi consensi bulgari, torniamo a dividerci su qualunque in modo equo.

Non avremo mai maggioranze stabili, malgrado ciò votiamo in continuazione.

Quello che ancora oggi mi sconvolge guardando la pubblica amministrazione (la cosa pubblica in genere) è l’incapacità di fare pulizia e giustizia, eppure la cosa pubblica siamo noi, una grande società dove tutti siamo azionisti, dove giunti all’età stabilita votiamo in questo consiglio di amministrazione fatto di milioni di persone per eleggere le cariche amministrative.

Malgrado ciò riusciamo ad esercitare questo diritto con fastidio e il più delle volte non andiamo a votare delegando l’uso della nostra azione alla maggioranza dei votanti e per di più non esercitiamo alcun controllo sull’esito dell’attività dell’amministrazione.

Leggi il resto dell’ articolo »

Non Chiederti

Carissimi

Ci riempiamo la bocca di citazioni e di frasi fatte, perché non abbiamo neanche il costrutto culturale, a volte mentale per esprimere un pensiero e dire: “io penso”.

Pensano sempre gli altri per noi, mentre transumiamo flagellandoci perché il mondo non ci ha capito o perché qualcuno ha mortificato le nostre ambizioni e noi siamo “vittime”, “eroiche vittime di questo sistema” e nel frattempo non facciamo nulla per cambiarlo certi che arriverà il momento in cui qualcuno creerà una corsia preferenziale per questa categoria di vittime e ci metterà lassù, dove splende il sole e alla destra del Padre.

Ci diverte e ci fa sentire importanti il citare la frase di Kennedy: “ Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”!

Ehh, ve lo siete mai chiesti, cosa potete fare voi per il “vostro paese”?

Siete certi di esser in grado di fare qualcosa per quella che rappresenta per voi il “vostro paese”? Cosa “avete fatto per lui?”

Cosa fate giornalmente che vi dà il diritto, poi, di lamentarvi perché le cose non vanno come dovrebbero andare?

Perché l’erba nel giardino del vostro vicino deve sempre essere migliore?

Vi siete mai chiesti cosa ha fatto il vostro vicino per far sì che la sua erba crescesse migliore? È necessario guardare sempre il piatto altrui ad ora di sedervi a tavola?

Ho un grande sospetto e per voler usare frasi fatte: “chi è causa dei suoi mali, pianga sé stesso!”

Dovremmo passare più tempo davanti lo specchio la mattina prima di uscire da casa.

Dovremmo fare sempre più esami di coscienza, prima di passare al giudizio del prossimo e di ciò che ci circonda.

Non è un paese serio e il paese siamo noi, è fatto di noi.

Una cosa è poco seria perché chi la fa è poco serio, non stiamo a chiederci perché ci si manchi di rispetto, non possiamo passare il tempo ad educare il mondo.

Se ci si manca di rispetto e perché noi lo permettiamo.

Se ci accorgiamo di esser parte di una cosa che è poco seria, è perché anche noi se non lo eravamo già, stiamo diventando poco seri insieme ad essa! Stiamo diventando dei mediocri.

Come vedete, il problema principale siamo sempre noi, ma nulla (tranne la morte) è definitivo in questa vita. Un abbraccio, Epruno

Ci Vogliono Occhi Verdi

Carissimi,
Ci vogliono occhi verdi, come i miei, per guardare al passato e al futuro con la stessa serenità, malgrado l’alternarsi di successi e delusioni quotidiane.

Gli occhi verdi sono quelli dei gatti, riescono anche a vedere discretamente nel buio della notte, una volta abituatosi a questo e di buio in questo momento ce ne è tanto.

Ho avuto da sempre la convinzione che se non si amministra garantendo un minimo di dignità ad ognuno, non si riuscirà mai ad auspicarsi una crescita, ma la garanzia del minimo insieme alla libera competizione dei capaci si ottiene soltanto attraverso un governare “deideologizzato”.

Mi spinge questa riflessione l’aver sentito in tv di una mentalità “ambrosiana” che vede da qualche decennio l’alternarsi di sindaci capaci, di estrazioni e ideologie diverse, che tengono costante l’interesse per la collettività, ripartendo dal risultato del predecessore per portarlo avanti e consegnarlo al successore affinché possa fare la sua parte.

Generalmente da noi e non solo, il predecessore è solo la causa di tutto ciò che l’attuale non riesce a realizzare e in ciò io vedo incompetenza o malafede.

Sono stato anche io professionalmente impegnato nel governo di categorie professionali, ma da ancor prima sono un professionista che sa che la genesi di un’opera pubblica dall’idea programmatica alla consegna chiavi in mano, dura dagli otto ai dodici anni, non possiamo nascondercelo e allora a meno che, per evocare figure recenti, non si è Francisco Franco o Ceausescu, dittatori di lunga durata e ovvio che chi programma l’opera non potrà inaugurarla e allora perché raccontare bugie alla collettività intestandosi la paternità di un’opera?

Leggi il resto dell’ articolo »

Come Sarà il Futuro

Carissimi

Come sarà il futuro?

Strano, non ci crederete, ho impegnato tutta la mia vita a combattere con il presente, a rammaricarmi del passato e non ho mai pensato a quello che dovrebbe essere il futuro, forse perché già un po’ del mio futuro è passato.

Non vedo grandi orizzonti, o meglio non ci avevo pensato, poiché mentre ero qui a giocare gli altri, quei famosi “altri” si stavano mangiando il mio e il vostro futuro e adesso giunto in questo tratto di strada, seppur avvisato dalla cartellonistica di pericolo che indicava la strada interrotta sono giunto davanti ad un burrone.

Il resto della strada e li difronte e la vedo distintamente, la si potrebbe quasi toccare con una mano, c’è questa strada che sembra interrotta e il mio unico pensiero adesso è il sapere come fare per riprendere il mio cammino una volta scavalcato questo innaturale fossato.

Vedo ogni giorno pixel importanti della mia foto di gruppo improvvisamente spegnersi, conto le assenze, più che le presenze e allora comprendo che forse il mio futuro è già arrivato e non era come lo avevo immaginato.

Ho fatto tutto affinchè il futuro fosse così?

Abbiamo fatto tutto affinchè il futuro fosse così?

Mi sento la coscienza a posto e di contro mi attribuisco l’unico grosso errore, l’aver pensato che la parola “futuro” si traducesse alla stessa maniera e allo stesso modo non solo nelle altre lingue, ma nelle intenzioni del mio prossimo, poiché io ho continuato a giocare nel rispetto delle regole e fidandomi dell’arbitro, i miei competitor hanno continuato a toccare la palla con le mani sotto lo sguardo dell’arbitro che non solo ha trovato il modo distrarsi, ma alla fine di ogni partita si è complimentato con i vincitori (forse facendogli l’occhiolino) e si è voltato dalla mia parte dicendo “dovrà fare di più, la prossima volta”.

Questo è il futuro? Una partita truccata? Un arbitro corrotto che viene dal passato? Un competitor farabutto?

No, mi tengo la mia storia, il mio passato, le mie regole “universali” e continuerò a giocare allo stesso modo, nell’attesa che i loro pixel si spengano lasciando il mondo migliore e nell’attesa che anche il mio pixel un giorno si dovrà stancare.

Un abbraccio, Epruno

In Cerca d’Autore

Carissimi,
Ai giorni d’oggi è più frequente il sentire, “in cerca di editori” visto che la stragrande maggioranza dei nostri conoscenti pubblica libri, buona parte pagando per pubblicarli, perché con tutte queste diavolerie informatiche e dopo esserci alfabetizzati in tal senso, convinti dei consensi “like” dei nostri social, siamo tutti interessanti agli occhi altrui e siamo tutti scrittori (sempre nella nostra convinzione), poco importa se tra i nostri contatti ci sia “Padre Pio”, un “cane di caccia” o una bella “auto di serie”, per sì e per non si dà “l’amicizia a tutti” ma di contro si è soli perché neanche il nostro portinaio vi saluta, sempre che nel frattempo non lo avete sostituito con un videocitofono.

Vi assicuro, gli editori ci sono, sono i personaggi che mancano.

Ho passato una vita nel valorizzare persone “insignificanti” nel vero senso della parola e senza offese per nessuno, ma perché riconoscevo che in fondo, in fondo c’era in loro una peculiarità da evidenziare, da esaltare a tal punto da tirare fuori un personaggio che avesse una storia da raccontare.

Ho preso gente che si confondeva negli uffici con la carta da parati tanto era anonima e mimetizzata e ho dato loro una ribalta, quanto meno nella mia vita, ma oggi credetemi, con questa falsa socialità è rimasto ben poco, perché i social hanno il difetto di mettere in piazza tutto quello che siamo, tutto quello che vorremmo essere, o i nostri difetti, per cui anche i cretini vogliono avere una opinione e dopo che hanno aperto la bocca è troppo tardi, non si può fare più niente, il danno è fatto. Leggi il resto dell’ articolo »

Sei Cresciuta nel Mito di Tuo Padre

Fu il giorno più bello della mia vita.

Mi hai conquistata fin dal primo momento, quando ti ho preso in braccio per la prima volta, ero uno scricciolo, ma mi hai guardato e mi hai sorriso e io da quel momento ero già diventato tuo schiavo.

lo so, mi sfottevano tutti e mi dicevano: “guarda che i bambini appena nati non ci vedono, è solo un riflesso condizionato” ma io ho voluto credere sempre che anche tu fin dal primo momento, ti fossi innamorato di me.

Sei cresciuta con il mito di tuo padre, ricordo ancora le prime foto dove camminavi appena e ti aggrappavi al mio pantalone e ti stringevi forte alla gamba del tuo gigante, per manifestarmi affetto e cercare protezione.

Mi ricordo seduto nella mia poltrona a leggere il giornale e che tu arrivavi, piccola creatura offrendomi il tuo giocattolo rotto sicuro che avrei potuto porre rimedio.

Sei cresciuta con il mito di tuo padre, ingigantendone le qualità e sicura che ogni uomo, piccola, avrebbe dovuto assomigliare a lui.

E’ nella natura che un uomo ami la propria figlia come ho fatto io e sono certo che è nella natura che ogni uomo abbia amato la propria madre e la propria sorella e allora come può succedere ciò?

Io sapevo che mondo era il nostro, ……… mi emozionavo e vivevo con terrore al sol pensiero che un giorno avrei dovuto vederti andare via, perché sta nelle cose vita, i figli crescono e vanno per la propria strada …… e io a quel punto non ci sarei più stato, non avrei avuto il diritto di esserci …..

Sei cresciuta con il mito di tuo padre, piccola, di un padre che è rimasto troppo discreto …….. che non ha sentito o non ha voluto sentire….. che ha sottovaluto i litigi della coppia, tanto che vuoi che sia, tra moglie e marito …… le risposte sopra tono e la violenza verbale, quando tu lo giustificavi dicendo: “se è geloso, anche senza averne motivo, è perché mi vuole bene ……. 

avrei dovuto accorgermi di tanti piccoli segnali e non l’ho fatto, avrei dovuto accorgermi dei tuoi cambiamenti e non l’ho fatto, avrei dovuto accorgermi …..

eri lì, il giorno più brutto della mia vita ……… per terra in una strada anonima come una bambola di pezza, svuotata della tua vita a furia di botte, uno straccio, profanata senza rispetto, indifesa, quella bambina cresciuta con il mito di suo padre, che si fidava dell’amore, ma non era amore ……. una bambola di pezza martoriata vittima di una furia animale, vittima di chi pensavi oggi avrebbe dovuto amarti e proteggere, come ho fatto io ……..

….. ma io ero distratto, eravamo distratti ……… mentre ciò accadeva!……. Mai più!!

L’Indivia e l’Invidia?

Carissimi,
Mi meraviglio nel constatare come oggi siamo diventati tutti esperti di maree.

Ma del resto se è vero che non siamo paese serio e pur vero che siamo il paese dell’inventiva e dei sotterfugi, per cui ci basta guardare un notiziario, vedere qualche foto, sentire qualche discorso ed ecco che oggi diventiamo esperti della qualunque e parliamo, rilasciamo giudizi gratuiti senza conoscere i fatti.

Quel che mi rode e che nel farlo parliamo male degli altri o del loro impegno, perché abbiamo tempo da perdere o perché abbiamo interesse a fare da delatori, o ancor peggio, perché proviamo invidia per costoro non essendo riusciti a realizzarci e la nostra bocca nel frattempo si riempie di quel sapore amarostico come dopo aver masticato dell’indivia.

Io penso che uno dei peggiori difetti che possa presentarsi in un essere umano è l’invidia, quella cosa che porta ad odiare un altro essere umano a volte senza neanche conoscerlo e senza che questi ti abbia mai fatto del male. Provare invidia per qualcuno vuol dire essere seriamente ammalati, soffrire di turbe mentali, covare rabbia, insoddisfazione, insicurezza e proiettare sul prossimo tutti i nostri insuccessi volendo trovare in noi delle giustificazioni.

Crediamo spesso di conoscere il nostro prossimo, sapere tutto di chi ci sta al fianco eppure paradossalmente non sappiamo nulla di chi esso sia, di quali siano i suoi problemi, di come egli sia giunto dove è giunto.

Crediamo spesso che qualunque sorgente luminosa sia frutto di luce propria e di contro non siamo minimamente coscienti di quanta energia abbia avuto bisogno una luce per splendere e di quante difficoltà questa luce abbia dovuto affrontare per poter arrivare a splendere. Leggi il resto dell’ articolo »

Vorrei Che un Giorno

Carissimi, Vorrei che un giorno tutti si mettessero d’accordo ….

Aspettate, fatemi finire la frase,

Vorrei che un giorno tutti si mettessero d’accordo sulle notizie da darmi.

Certo, se mi fossi fermato alla prima parte della frase, avrei manifestato momenti di instabilità mentale, vi immaginate cosa potrebbe significare il fatto che tutti si mettano d’accordo?

In genere chi fa gli accordi sono i potenti o i delinquenti per fottere il prossimo e nel prossimo guarda caso ci siamo sempre noi poveracci, per cui e meglio che loro stiano sciarriati e non facciano cartello.

Anche se c’era chi diceva: “dividi et impera”, ma quella era un’altra storia.

Io vorrei solo che coloro che devono dare un giudizio obiettivo ,un giorno si mettessero d’accordo …. e che ci vuole?

Se guardi una cosa rossa, questa è rossa per tutti ……. forse …… anzi no, ci sono i daltonici che potrebbero avere qualcosa da ridire, …….. allora non è questo un esempio calzante.

Ma mi chiedo: “ci saranno cose che tutti noi possiamo vedere allo stesso modo?”

Esiste ancora l’obiettività?

Io credevo nella mia grande ingenuità che un giudizio semplice quale quello sulla propria “città” potesse trovare tutti d’accordo.

Come si può non amare la propria città?

Allora quando sento chi mi governa e mi ripete sempre “guarda come è bella la città, guarda come è diventata bella la città, guarda come è migliorata la città ………. e poi magari ………. aggiunge …….. sarà mica merito mio?

E di contro leggo i giornali e sento che la mia città nelle classifica che stilano il sole 24 ore, le varie università, gli istituti di statistica ricopre sempre gli ultimi posti.

Penso …….. c’è qualcosa che non funziona.

A chi devo credere, sono entrambi soggetti fatti di brave persone e io insieme a loro sono una brava persona.

Certo …… il più delle volte bisognerebbe vedere come vengono fatti questi campioni. Se io vivessi chiuso in città in una torre dorata, non usassi i mezzi trasporto collettivi o individuali, e mi facessi trasportare in elicottero o scortato da cortei di auto, potrei anche dire che la mia città vista dall’alto è migliorata certamente, se mai ne avesse avuto bisogno …….. e soprattutto che la mia è una città bellissima………. Purtroppo io mi muovo in moto……………Un abbraccio 

Sembra Facile?

A volte sentire parlare la massa ti mette nelle condizioni di dover contare fino ad un milione per non esplodere in violente risposte davanti a palesi affermazioni ipocrite o davanti alle omissioni.

Pensiamo sempre che i nostri comportamenti si auto moralizzano in automatico sol perché facciamo passare del tempo e tutto ciò purtroppo è umano, basta pensare alle nefandezze, le ruberie e i delitti e perché no, le guerre che hanno fatto diventare i prepotenti, nobiltà per diritto divino.

Col passare del tempo tutti dimenticano e non potendo fare cadere le colpe dei padri sui figli, tutto è sanato e quello che è più grave, tutto ciò diventa regolare, vi basti pensare all’invenzione di principi quali “l’usucapione”. La “roba”, sempre quella è la tentazione delle tentazioni!

A volte, per non vedere e per non sentire, vorrei essere come Schopenhauer e rifugiarmi deluso nell’affetto per gli animali, ma purtroppo non ho animali domestici, ma come molti di voi vivo in mezzo agli “animali d’abitudine”, in società, in quelle giungle che spesso si chiamano comunità.

La vita di per sé sarebbe una cosa semplice se tutti noi corressimo la nostra gara nella nostra corsia senza necessariamente sconfinare in quella degli altri per danneggiarli.

Leggi il resto dell’ articolo »