Carissimi

….Ben ritrovati. Fa tanto caldo accompagnato dall’umidità che da queste parti assume proporzioni veramente imbarazzanti. Si vive con le finestre aperte poiché neanche l’aria condizionata nelle case può dare sollievo. Ed ecco che la sera si confondono suoni di vari programmi televisivi, che entrano attraverso le finestre e i balconi aperti, amplificano quanto stiamo vedendo e a quel punto capiamo che anche gli “auditel” servono a poco. Ma dalle finestre non entra solo il suono della TV, entrano anche le urla dei vicini che festeggiano un goal, specialmente se questo accade in concomitanza con gli anni del campionato del mondo di calcio. Ad onor del vero, quest’anno non abbiamo avuto il piacere di deliziarci con questi suoni, e quindi non abbiamo subito lo stesso effetto di quattro anni or sono, quando a causa dei calci di rigore e della differenza dei segnali non sincronizzati, analogico e satellitare, qualcuno di noi sentiva urlare ancor prima che il calciatore calciava. E si,  vecchie abitudini si mischiano con le nuove tecnologie. Ma “radio finestra”, non è l’unico effetto della canicola estiva, purtroppo il caldo riscalda le teste, poco le menti, in quanto questa è una delle riprove di quanto poco cervello ci sia in giro ed ecco che la gente inizia a urlare per nulla. Le nostre finestre diventano tante “finestre nel cortile di Hitchcock”  e qualcuna si spinge a curiosare da dove vengono le liti familiari, quelle imprecazioni a tutta voce, o le dichiarazioni esauste di quella tale donna.A mettere freno a questi spiacevoli rumori, quest’anno ci ha pensato la crisi della raccolta d’immondizia e quindi il “piacevole olezzo” che dalle nostre finestre, la sera grazie a timidi venticelli, s’innalza da quelle orribili e sgradevoli “invenzioni” che già in tempi normali, sono i cassonetti per la raccolta dei rifiuti e che diventano ancora più schifosi nel momento in cui sono sepolte da montagne di sacchetti e per giorni. Tutto ciò ci mette nostalgia per l’omino che ancora non si chiamava “operatore ecologico”, ma inteso comunemente “munnizzaro” che saliva le scale dei nostri palazzi con il saccone nero nel quale le nostre mamme svuotavano le pattumiere e le città erano pulite. Ennesimo effetto, non da poco, del caldo umido delle nostre latitudini è il traffico estivo, al quale non eravamo abituati, grazie al fatto che le città si svuotavano completamente da italiani villeggianti. Oggi, vediamo macchine guidate da gente in età, che procedono per linnee diagonali, senza l’utilizzo di alcun segnale luminoso, i pedoni che invece di attraversare le strade sulle zebre, cercano i punti più distanti da un marciapiede e l’opposto. In ultimo, il caldo porta le allucinazioni e queste garantiscono i gialli dell’estate e se non fosse che a Palermo c’è da aspettarsi di tutto, avremmo attribuito anche al caldo la visione di una pantera nella periferia a ridosso del Monte Cuccio, sembra “vegetariana”, perché lascia intatte tutte le esche….Un abbraccio, Epruno.