Carissimi …..Il WOMAD ha dato l’opportunità di vedere grandi artisti, transitare per una sera sui nostri palchi, ma vi fu un periodo nel quale, i grandi musicisti con “M” maiuscola, non solo giungevano a Palermo, ma vi soggiornavano per alcuni mesi. Fu così che il 5 novembre 1881 Richard Wagner sbarco a Palermo dal vapore Simeto, dopo una traversata nel tirreno certamente accompagnata da “ammareggiamenti”, esperienza condivisa da altri grandi viaggiatori in visita alla nostra terra, mise piede città per dirigersi verso il “Grand Hôtel et des Palmes”. Il suo soggiorno in città durerà fino al marzo 1882.
E si quella a quell’epoca, con i grandi viaggiatori, gli albergatori si facevano la rendita, come si direbbe dalle nostre parti, vista la durata dei soggiorni.
Wagner, giunge in città “vicchiarieddru” e pure ammalato, nervoso, irritabile, soggetto a forti dolori al petto, ma con un obiettivo, quello di concludere il suo “Parsifal”. I medici gli avevano consigliato di lasciare l’umida Bayreuth e di andare a svernare in una città dal clima mediterraneo dove gli avrebbero giovato lunghe passeggiate. Wagner di fatti rimane conquistato dal clima di Palermo, tanto da dire: «Qui c’è soltanto primavera ed estate», ma ……
Immaginate una star dei giorni d’oggi, che giunge a Palermo, con problemi di salute e con il desiderio e la necessità di ultimare una propria opera. Non c’è alcun dubbio che la parola “privacy” doveva campeggiare a caratteri cubitali su tutto ciò che lo riguardava. Di fatti anche la scelta del miglior albergo avrebbe dovuto far capire che il Maestro era un individuo che non amava immischiarsi tra la gente. Ed è così che per rispettare il desiderio del compositore il “Giornale di Sicilia”, dà discreta notizia, all’indomani dell’arrivo, «E’ arrivato il celebre compositore tedesco…….tanto conosciuto per le sue ardite innovazioni musicali e come il capo di quella scuola che si chiama dell’avvenire».
Anche se qualcuno ancora non lo conoscesse, la frittata era fatta.
Inutile dire che i salotti nobili annoiati di una volta fecero da quel momento a gara per garantirsi la presenza e dare ospitalità all’illustre visitatore.
Ma credetemi, il Maestro era un tipo strano …. Un tipo di carattere. Per chi ancora non avesse compreso il personaggio, basterà citare un articolo di Roberto Alajmo dove si racconta dell’incontro a distanza, avvenuto ad Acireale, tra Wagner e l’eroe dei due mondi. Accadde che il treno che trasporta Garibaldi (siamo
nel 1882 e Garibaldi è anch’esso vecchio e famoso) si ferma alla stazione, proprio di fronte all’Hotel delle Terme, residenza temporanea di Wagner. Mentre la folla era in visibilio ed acclamante, il compositore in vestaglia scese in strada incuriosito e chiese al direttore dell’albergo chi fosse quel vecchio acclamato dalla folla. Il direttore dell’albergo, meravigliato rispose, “l’eroe dei due mondi” e Wagner disse: “Ah!“. A sua volta Garibaldi, non fu da meno, anche lui “un tipino” e vedendo dal treno, chiese ad un suo accompagnatore chi fosse quella figura venerabile in vestaglia, e gli fu risposto anche in questo caso con meraviglia, “l’inventore della musica dell’avvenire”. E Garibaldi disse: “Ah!”. Nessuno dei due si mosse, ed il treno ripartì senza che i due si “cacassero di striscio”!. Un incontro epocale scandito da due “Ah!”
Il Maestro non voleva fare vita sociale. A differenza di Goethe che andava cusciuliannu città, città, Wagner si limitò a vedere la valle dei Templi, la cattedrale di Monreale con i suoi mosaici e soprattutto, come tutti i tedeschi, la tomba del suo imperatore Federico II, in cattedrale. Wagner per sua sfortuna, non venne solo a Palermo, ma con sua moglie Cosima Liszt, figlia del famoso compositore, e si sa come sono convincenti le mogli, quando si mettono “cca minutiddra”. Cosima, scrive in una lettera «La mattina si lavora, a mezzogiorno si passeggia, all’una si desina, alle tre si ripasseggia, alle cinque si lavora, alle sette si pranza e dopo si va al letto». Avrebbe voluto dire: “Che palle!” Un programma ferreo che Wagner mantiene almeno sino a quando non finisce di scrivere il “Parsifal” e fino a quando non verrà irretito dalla ospitale e aristocratica mondanità cittadina. Ad esempio, certamente sarà stato grazie alle insistenze di Cosima che Renoir, anche esso a Palermo, potè fare il ritratto al Maestro. Questi fingendo allegria, mentre posava, ma nascondendo tanto nervosissimo, alla fine guardando il risultato finale del dipinto, smorzo l’entusiasmo del maestro pittore dicendo: “Ah! Assomiglio a un pastore protestante” il che era vero. Dicevamo che Wagner completò la partitura del “Parsifal” a Palermo, all’Hotel des Palmes che ne ricorda l’evento con una lapide ed un busto bronzeo. Non rimane, invece, traccia del Signor Ragusa, proprietario dell’Hotel con il quale Wagner litigava in continuazione, tanto da decidere di cedere alle insistenza di Cosima, certamente più tavuliddrara, e dopo aver declinato l’offerta della prestigiosa villa di Camastra dei Tasca, le offerte dei Lanza ed i Mazzarino, finirà per accettare
l’ospitalità di Villa Porrazzi di proprietà dei Gangi, non più esistente poiché distrutta dai bombardamenti, in località Porrazzi. Il Maestro per non smentirsi, pur grato dell’ospitalità passerà tutto il tempo a lamentarsi poiché a suo giudizio la villa appariva fredda ed umida tanto da ammalarsene e far fagotto e trascorrere le sue passeggiate dentro il parco della vicina villa Tasca. Cosa rimarrà in Wagner negli ultimi due anni della sua vita, di questo soggiorno palermitano? Ma certamente il ricordo del Signor Ragusa, del quale parlando con i suoi altolocati amici dirà:“ l’unico brigante che ho conosciuto in Sicilia”. …… Potenza della promozione turistica!!!!