Arrivò mentre dormivo, un venerdì! Non vi fu modo migliore. Fu così che a conferma di quanto mi avevano sempre raccontato, intrapresi a camminare in un breve tunnel di luce bianca, luminosissimo, abbagliante al quale non ero certo preparato, mista a fumo bianco e un miscuglio di odori che se non fossimo stati, avrete capito dove, avrei certamente affermato trattarsi di fumo di spinello. All’apparenza, non c’era nessuno, il cancello era aperto, sarà stato l’effetto del fine settimana e quindi entrai senza che nessuno mi chiedesse nulla.
Superato l’ingresso, sentii chiaramente della musica venire da una precisa direzione e mia somma sorpresa fu quella di percepire chiaramente, non un coro di voci bianche, ma del jazz, con la precisione, un terzetto jazz e non appena quella nebbiolina si dirado, mi trovai a qualche metro circa da un bianco pianoforte a coda dove un ridente anziano uomo “abbronzato”, vestito di bianco e con una barba bianca, si stava divertendo in piena jam-session, in compagnia di un contrabbasso, di un sax e una batteria.
Quel vecchio, non appena vistomi, senza smettere di suonare, trovò il modo con la mano destra di farmi cenno per avvicinarmi e spostando le dita verso la bocca mi fece intendere che aveva da parlarmi. Poi disse chiaramente: “Veni cca” ed io , facendo cenno a me stesso per chiedere se avessi capito bene, risposi balbettando per l’emozione: “Chi Io?” e lui fece cenno di si con la testa, mentre continuava a suonare il piano. Così avvicinatomi dissi: “Eccellenza, Santità, come dovrei chiamarla?” Lui rispose: “ne avete utilizzati tanti nomi, fa tu” ed io “ma parlate siciliano?” E Lui: “Io parlo tutte le lingue per farmi capire, del resto, la Torre di Babele, l’avete inventata voi”.
Continuo a suonare per altre quattro battute e all’improvviso mi chiese:“Sei felice?” Ed io sia con la testa che con la voce feci cenno di “no” e lui “neanche io! Mi mettete tante preoccupazioni, spesso inutili, l’avervi creato a mia immagine e somiglianza non si è rilevato un affare. Mi coinvolgete spesso nelle vostre miserie, mi mettete in bocca frasi che non ho detto, mi attribuite fatti che non ho fatto e la mia scrivania di lavoro durante la settimana è piena d’istanze e ricorsi, ma cosa avrei dovuto fare per voi, per farvi felici?”
Ed io molto in imbarazzo, facevo cenno con la testa, per chiudere il discorso con una frase fatta del tipo: “d’altronde!” E lui “C’è chi ha addirittura preso per un magnaccio e paraninfo, dicendo in giro che seguendo loro il mio volere in vita, io dopo la morte li ricompenserò con 72 vergini, ma cu sugnu u santi porta puddrasti?” “Vi ho dato la migliore religione di questo mondo. Fate ciò che volete per tutta la vita e alla fine con un pentimento, arrivate in paradiso qui, come tutti gli altri.” “Vi ho mandato mio figlio per avvisarvi e me lo avete rimandato indietro in malo modo!” “Adesso che non c’è più nulla da creare, nulla da costruire, faccio il burocrate per sei giorni alla settimana e il settimo giorno non voglio rotti i coglioni e suono!”
Ed io: “Santità, ma ha detto una parolaccia? Si possono dire le parolacce? Non è peccato?” E lui: “ormai, che ti può capitare? Muristi …..”
Quella musica fu interrotta a un certo punto da un suono terreno …….. (Suona un telefonino) Lui, alquanto infastidito, prese lo spartito e lo buttò per terra, poi successivamente aprì il telefonino e rispose: “Pronto, pronto, …. Come chi sono io? E’ lei che mi ha chiamato, quindi chi è lei e con chi vuole parlare? No scusi allora insiste, è lei che mi ha chiamato! Come ancuora? Che numero ha fatto? 333? E basta ……. si po’ firmari! Chi sono io? Ora ridiemu! Io sono Dio, ora comu ta sbuocci? Se …. A me suoru? Scostumato!”
Chiudendo il telefonino alquanto nervoso, voltandosi dall’altro lato, verso il contrabbassista, trattenendo l’ira con voce flebile disse: “Pietrooooooo, ………. Martin Couper! Appena arriva c’ha parrari ……..!”
Mi scusi Santità, ma qui prendono i telefonini? E lui “Nun mi diri nienti, eravamo na paci i lancili ….. e ora è un inferno? Si prima l’inferno era solo sulla terra, ma con queste frequenze libere ……. Nun c’abbastava Radio Maria, ca ma fattu pigghiari custioni cu me figghiu can un voli tuccata a so matri ….. un canali sulu, Radio Maria arriva puru fino a cca!”
L’inferno e sulla terra, chiesi io? E Lui “si, io sono pur sempre il buon pastore e dopo che avete vissuto su quella terra, che cosa vuoi trovare di più punitivo?” Quindi, niente fiamme, niente diavoli, niente forchettoni?
E Lui, “na vota, nel medio evo, ormai finiero i ndi ndi e mi permetto soltanto qualche piccola stravaganza!” Continuo: “Ad esempio, l’unica cosa che non riesco a digerire, sono tutti coloro che agiscono in nome mio, facendosi sulla terra i fatti loro, facendomi passare per co-reo e per loro c’è …… (indicandole) le vedi quelle buche, con la gente dentro appesa sotto sopra? Quella è la “ex zona XIX”, la pena per coloro che sulla terra hanno fatto nefandezze in nome mio, chiamandomi a correo ……”
Volli curiosare e mi avvicinai al bordo di una di queste buche dalle quali emergevano soltanto un paio di gambe pelose. La fossa era buia e non riuscii a scorgere il volto, ma sentii una voce dal fondo chiedere: “Cardinal Bertone sei Tu?” e dalle mie spalle sua Eccellenza rispose “No!” … “No! Ancora non è tempo!” Lu i disse: “Mi devi credere costui è una gran camurria e come quelli che negli uffici aprono la porta senza bussare e domandano, si è visto questo, si è visto quello. Qualche centinaio di anni fa aveva na fissazione “Bonifacio” adesso da qualche tempo aspetta a Tarcisio.
Mi venne spontaneo chiedere: “se non esiste l’inferno, anzi è la terra il vero inferno, ma qual’ è allora il senso della vita?” E lui, già pesantemente infastidito: “state a farvi troppe domande! Vi create problemi dove non ce ne sono. Vi ho dato tante cose belle e voi mi ripagate così? Ora fuori dalle palle, che voglio continuare a suonare!”
E si concentrò sulla tastiera. E io risposi: “E io dove vado?” E San Pietro intento sin dall’inizio a suonare il suo contrabbasso mi disse: “ma vattene un po’ a fanculo! Tornatene da dove sei venuto che ancora non è tempo ……” Molto glamour! Bell’ambiente …..
Fu così che mi svegliai sudato nel mio letto, dopo l’ennesimo incubo causato dalla cena pesante della sera, misi i piedi per terra nel volermi alzare e accanto alle pantofole, scorsi un plettro bianco con su stampato un triangolo equilatero ………….