(RAIMOND – Renzo Botindari il 20/11/2015)
Di “afferra cazzi nt’allaria” ne è piena la storia, ma di pochissimi vale la pena ricordarsi. Ad esempio, Raymond Albert per gli amici “Ray” dell’Illinois nasce nel 1902 da una famiglia di immigrati cechi. Dimostrò grande talento per il pianoforte (anche sua madre era pianista) e fu proprio per questo da giovane che ebbe la sua prima grande intuizione, benché fosse scoraggiato dagli amici a farlo, riuscì a convincerne un paio ad entrare in società e ad aprire un negozio di musica, esperienza andata male, nella quale perse il negozio e due amici. Successivamente venne folgorato dall’idea della vendita dei gelati, e così benchè gli amici gli dicessero, lascia perdere, chi te lo fa fare, fece un ulteriore fallimento.
Per fortuna giunge la grande guerra a porre freno alle sue geniali intuizioni. Prestò servizio nella Croce Rossa come autista di ambulanza insieme a un suo commilitone, considerato da tutti un tipo strano e da Ray “un perdente che sprecava il suo tempo” perché tutte le volte che in libera uscita Ray e i commilitoni andavano in città a caccia di ragazze, Walt Disney, questo era il suo nome, rimaneva al campo a disegnare”.
Bisognava pur campare e congedatosi, decide di lavorare in una radio. Nel 1922 si sposa, e continua a sopravvivere praticando diversi lavori con fortune alterne, benché gli amici e questa volta anche la moglie, continuavano a consigliargli di lasciar perder, trovarsi un impiego come a tutti e di metter la testa a posto. Ma Ray, non desistette, lui era un uomo libero e mise in atto la sua dote naturale di venditore esercitata nelle cose più diverse, passando dalla vendita di case, terreni, bicchieri, e mettendo in serio pericolo il rapporto matrimoniale, avendo dilapidato pure i risparmi della moglie.
Per fortuna nel 1938, trova il lavoro che fa per lui, il venditore-rappresentante a provvigione, grazie all’incontro con Earl Prince, padrone della Prince Multimixer, che gli dà la possibilità di vendere i suoi frullatori. Porterà avanti il mestiere di venditore per tale azienda per sedici anni, creandosi una dignitosa vita per lui e la sua famiglia, ma il morbo delle grandi intuizioni non era stato curato, ma soltanto sopito e fu così che nel 1954, decidendo di non pensare alla pensione, torna a casa con un grande sorriso comunicando alla moglie, di aver impegnato la loro casa, per acquistare parte della proprietà del tipico ristorantino dietro l’angolo, gestito da due fratelli che avevano comprato da lui molti dei suoi frullatori. A questa notizia, la moglie stanca delle tante iniziative fallimentari del marito, considerandola come la goccia che fa traboccare il vaso, lo lascia.
Il povero Ray, forse genio incompreso, era rimasto folgorato dal metodo messo in atto dai due fratelli, a mo di catena di montaggio per accelerare le operazioni di pulizia e al tempo stesso di preparazione dei frullati. Ray entrando in affari insieme, decide di mantenere il nome del ristorante, di fatto il cognome dei due fratelli, ma benché le condizioni economiche non fossero delle migliori e gli amici, quei pochi rimasti, continuavano a dirgli ma chi te lo ha fatto fare, lui decide di rovinarsi del tutto impegnarsi quel poco che gli rimaneva, facendosi prestare anche del denaro, dietro l’ironia di tutti, per acquistare anche i diritti sul nome e una percentuale nelle vendite ipotizzando l’apertura di una catena di franchising. Così nel 1961 Ray rileva le quote dei fratelli.