Ieri ho impiegato tempo, come sempre accade in questi casi, perché sollecitato da altri, a gettare testimonianze di quella che è stata la mia storia.
Una storia affidata a carte, fotocopie, appunti di cose conservate in angoli della nostra memoria, dove ci rechiamo di rado e quando lo facciamo, se abbiamo tenuto in origine un certo ordine, ci limitiamo a verificare da lontano, preziosi raccoglitori con esaustive etichette.
Eppure è strano, se ci pensate, il rapporto che abbiamo con gli oggetti e personalmente con tutto ciò che è scritto.
In genere gli oggetti passano dalle nostre stanze, ai sottotetti, alle soffitte, per poi finire nei box o garages o cantinette per quel lungo percorso che li accompagna all’oblio, prima che qualcun altro per noi li riscoprirà e nella maggior parte dei casi, li butterà.
Per questo, comprenderete quanto sia brutto procedere personalmente, senza alcun filtro, a gettare oggetti e documenti conservati, costretti a dover fare spazio per se o per altri.
Comprenderete quanto sia difficile sfogliare carte ed ad ogni foglio legare una mnemonica istantanea o brevi filmati in chi sa quale formato, vista che la mente non conosce mpeg!
Probabilmente è un volersi legare a momenti del nostro passato, della nostra storia che seppur nell’oblio, sono stati vissuti con la stessa intensità di come viviamo il presente.
I tempi cambiano e vero, e per la mia generazione, più che scritti e disegni, si trasmetteranno ai posteri foto, non più in bianco e nero, ma miriade di immagini a colori, in formato digitale e filmati, oltre ovviamente a testimonianze vocali e chi meglio di me e della mia “voce” è attento a lasciar traccia di tutto quanto.
Le carte, i documenti, sono stai da sempre oggetto di studio per chi ha voluto ricostruire le biografie e le personalità di chi è passato da questo mondo lasciando tracce significative, nel bene e nel male. Non sarà il mio caso.
Affideremo tutto pertanto alla digitalizzazione che terrà una illusoria memoria di tutta questa documentazione, poiché tradurrà in immagini virtuali tutto quanto ad oggi era fisicamente toccabile ed in grado di trasmetterci emozioni.
In queste idi di Marzo prendiamo consapevolezza che questa vita in comodato d’uso, come spesso dico, verrà tradotta tutta in “0” ed “1”, frutto soltanto di una interruzione o passaggio di energia elettrica, una banale traduzione energetica …….