Carissimi …. In questa stagione, quando i primi giorni di primavera hanno manifestato tutta la loro bellezza ci si rende conto del perchè la nostra città di Palermo nella storia è stata così amata dai tanti viaggiatori e del perchè alcuni di loro ci sono fin qui arrivati e non sono più partiti.
Per chi ha avuto il piacere di ricevere ospiti stranieri o soltanto provenienti da altre terre concorderà con me di come costoro sono rimasti meravigliati di cotante bellezze, della nostra ospitalità e della nostra cucina. E’ vero che a questi graditi ospiti abbiamo riservato la visione ed il godimento del meglio di noi stessi, ma è anche vero che coloro che non hanno goduto di tali attenzioni e si sono trovati da soli a giungere ed a girare per la nostra città, sono usciti comunque da questa esperienza, a meno di sporadiche eccezioni che confermano la regola, con entusiasti ricordi di usanze e luoghi fisici che questa volta hanno lasciato noi un pò perplessi.
Evidentemente, il nostro modo da abitanti di vedere la realtà che ci circonda, ed il loro modo da studiosi, turisti o viaggiatori è completamente differente e suscita emozioni diverse. La meraviglia da parte nostra di trovare, all’interno di un museo di arte moderna tedesco, una “panaro di babaluci” ritratto in una foto presa in un mercato, non è pari alla gioia dell’incauto fotografo che con costose attrezzature si era addentrato magari in uno scorcio poco raccomandabile, pur di trovare un soggetto così particolare da ripagare l’intero viaggio.
Per l’abitante locale, il solo pensiero di girare in alcune ore del giorno e magari mostrando evidentemente attrezzature o materiale appetibile per malintenzionati, invoglia naturali preconcetti e paure che certamente potrebbero esser dominate. Del resto quante volte noi da turisti ci ritroviamo a girare la sera per quartieri di città straniere notoriamente definiti malfamati? C’è poco da fare, l’incoscienza spinta dal desiderio di conoscere del viaggiatore ed il preconcetto di colui che abitandoci guarda sempre all’erba del vicino difficilmente si incontrano.
E così, quello che per noi è un sovrapporsi di interventi edilizi abusivi con sopraelevazioni fatte senza criteri e facciate non intonacate, per il viaggiatore straniero sono “esempi di architettura spontanea” da fotografare, per noi sono soltanto obbrobri che ti spingono a volgere lo sguardo da tutt’altra parte. Ma tra i due estremi, ci sta sempre il cittadino qualunque, ed è inutile dire che Salvatore, il mio caro barbiere li rappresenta tutti. E fu così che la scorsa mattina, dovetti intervenire davanti alla saracinesca della sua “barberia” con l’intento di calmarlo, mentre intento a minacciare degli ignari turisti, agitando un bastone, urlava …. “No foto! No foto! Vinni aviti agghiri!” Io del tutto meravigliato di questo suo comportamento sopra le righe, gli chiesi, approntandomi a difendere soprattutto i poveri malcapitati turisti, cosa fosse successo ed il buon Salvatore prontamente mi rispose “Dottore e menzora che sono qua davanti a fotografare questa catasta di munnizza, ridendo!!!” Ed io “ed allora? Per loro è un modo per memorizzare una inusuale esperienza!” E lui “Dottore, sono inglesi! Questi, neanche conoscono il bidet, e vengono a sfottere noi per un “poco” di munnizza non raccolta da cinque giorni? Si andassero a fotografare la loro regina!” E si, come dargli torto, in un attimo di orgoglio, stava per provocare un incidente diplomatico. Ma noi siamo fatti così, riusciremmo a farci sommergere dall’immondizia se qualcuno da fuori, non ce lo facesse notare, allora presi dall’orgoglio, dall’abitudine e dalla lagnusia ……Un abbraccio, Epruno.