Carissimi …. La fila! Che brutta parolaccia. E’ già difficile trovarla nel vocabolario italiano, ma diventa impossibile o addirittura inesistente nel “vocabolario siciliano”. Ci beiamo e ci meravigliamo della compostezza delle persone nei filmati riguardanti le fermate dell’autobus, meglio detto “Bus”, in Inghilterra, ci mettiamo le mani nei capelli al sol pensiero di prendere il “Navettone” nell’ora di punta, osservando scene degne dei film di Fantozzi. Ed è così che le “Longobarde” abitudini in uno spirito di colonizzazione culturale, sono giunte fino a noi attraverso gli uffici e le aziende che operano sul nostro territorio locale. Non so immaginare lo sguardo del primo siculo che si trovò di davanti il primo “tornello” accompagnato da una macchinetta “obliteratrice”, il quale secondo me, preso dal panico, avrà pensato ad un notturno attacco degli extra terrestri e ad una conseguente colonizzazione marziana. Eppure, seppur di carnagione non verde, un omino di strane fattezze sta convincendo l’opinione pubblica che questi siano deterrenti per i “fannulloni”, categoria umana sulla quale torneremo quanto prima! Da questi aggeggi, il passo ad altri strumenti limitativi della fantasia sicula è stato un continuo crescendo, ed è così che senza colpo ferire sono stati introdotti i nastri con i piedistalli per orientare il percorso verso gli sportelli, e la striscia gialla per la privacy sul pavimento, che levava definitivamente la soddisfazione di sentire le storie altrui, evitando la contemporanea ressa davanti l’operatore. Quello che comunque rappresenta il capolavoro, è il pannello con i numeri del turno ed il distributore di biglietti, a seconda dell’operazione da fare. Ciò che in qualunque posto del mondo avrebbe garantito ordine ed una comoda attesa, da noi viene interpretata e riscritta in modo siculo, come chiederete voi? Ovvio mediante la ressa in attesa davanti il pannello luminoso…. Un abbraccio, Epruno.