Carissimi

Non mi aspetto più grandi cose positive dalla vita, in più di quelle che fino a qui ho ottenuto, ma essendo condomino di un mondo, non devo limitarmi alla mia visione egoistica delle cose ma vorrei pensare anche alle regole che ci permettono di vivere bene in comunità e allora qualche desiderio l’avrei espresso anche io in questa commemorazione dei defunti.

Vorrei come sempre che il mio paese diventasse più serio e aldilà dei soggetti “eletti” dal popolo chiamati a governare questo paese, mi aspetto un processo continuo di moralizzazione delle strutture di questo paese, un collaudo “tecnico” che giunga alla verifica dei “bulloni” che tengono in piedi la “nave paese”, ai “serraggi”, le “saldature”, la presenza di “corrosioni e ruggini” che ci portiamo dietro da anni e che mortificano il lavoro dei pochi “giusti” che ogni mattina escono da casa per guadagnarsi un tozzo di pane per se e per la loro famiglia, o peggio per vigilare e garantire che questo possa continuare a verificarsi.

Uno stato che si definisce “civile” prima di tutto si deve impegnare nella garanzia della dignità umana e sappiamo che questa passa per il lavoro e non per nulla il primo articolo della nostra costituzione lo mette come primo articolo fondante e basilare della nostra nazione.

Lo stato deve stare accanto a tutti coloro che vogliono portare avanti il proprio lavoro con onesta e serietà e deve proteggerli da tutta la “malavita” che attenta affinché ciò avvenga, ma quel che ancor più deve fare è non diventare esso stesso ostacolo delle condizioni di onestà, attraverso leggi non funzionanti, regolamenti sbagliati, burocrazie arroganti e in qualche caso in alcune figure disoneste.

Lo stato siamo noi, la repubblica e una “cosa pubblica” e come tale “cosa di tutti” e non possiamo permettere che uno di noi sol perché ha il privilegio di sedere su una sedia, su un gradino, possa permettersi di rendere difficile la vita del mondo “onesto”.

Allora mi viene in mente la domanda iniziale: “Quest’anno chi ti purtaru i muorti?

Direi di più, cosa ti hanno portato tutti i morti che in questi anni, eroicamente (consapevoli e inconsapevoli) hanno difeso i principi di questo stato, la legalità e la legittimità al servizio della collettività e a tutela delle persone oneste?

A che servono tutte le manifestazioni di cordoglio e le parate o spettacoli del “per non dimenticare” se non siamo riusciti quantomeno a preservare i principi? Con quale arroganza e dignità possiamo nominare i nomi dei giudici “eroi” e tenere le loro foto nelle nostre stanze, se non riusciamo a garantire una pulizia almeno intellettuale, abbattere le supponenze e allontanare e pulire le delinquenze?

Il cittadino inerme, quello semplice, quello che non ha alcuna amicizia altolocata guarda all’Amministrazione con tanto riguardo e verso di lui tutti i servitori dello stato hanno un dovere, non un diritto o ancor peggio l’impunità tipica delle dittature, monarchie e repubbliche delle banane.

Per questo, per me che non festeggio halloween ma mi limito a rispettare la “commemorazione dei defunti”, dirò una preghiera come sempre per i miei defunti e per tutti “i giusti che hanno lasciato questo mondo” e spero, vista la coincidenza dell’inizio di una nuova legislatura, addirittura con una nuova maggioranza che oltre a mettere mano ad una seria riforma della macchina pubblica, si possa affrontare seriamente e con incidenza la questione morale.

Un abbraccio, Epruno.