Carissimi, questi sono i discorsi che sento sempre soprattutto a ridosso delle campagne elettorali e per i quali io non posso fare a meno che sorridere.
“La città è sporca”,
“Si signora, ma quale è la città pulita e su quale base valuta la pulizia di una città, su ciò che trova per i marciapiedi o sulla pulizia di chi la vive?”
Ho vissuto tanti slogan delle precedenti campagne elettorali e dei candidati a sindaco, finanche di quei candidati che si divertono a candidarsi per avere un momento di notorietà ed essere intervistato e partecipare ai dibattiti con i candidati più forti, certi che in famiglia, nel proprio nucleo familiare non prenderanno neanche un voto.
Tutta l’ironia dei pubblicitari si scatena ed escono fuori “santini elettorali” improbabili di persone che non hanno mai alzato il proprio “culo” da una sedia e che per una campagna elettorale si propongono come risolutori di tutti i problemi, è perché?
Perché loro amano la propria città, come se noi altri di contro ce ne fottessimo altamente.
Vedremo come al solito foto rubate alle carte di identità e già pronte per la foto ricordo della lapide del camposanto, ma li bella a colori con il cognome e un motto del caz.. sotto. Troveremo il ragionier tal dei tali che decide di scendere in campo.
“Si ma la città oggi è più sporca, ci vorrebbe …”
“Un Sindaco Spazzino?”
“No, ma un sindaco che almeno lo sa fare ……”
“Signora mia, imuci arasciu con queste affermazioni, signora lei è un po’ troppo distratta ….”
“Come distratta? Ma lei li ha visti quanti topi ci sono per strada?”
“Signora lei è po’ troppo distratta perché i topi sono sempre quelli di prima, ma li vede per strada perché sono i tanti che stanno abbandonando la nave che affonda ……”
E si, ci sono periodi e questi sono quelli delle mutazioni genetiche e mentre le orchestrine (qui ce ne possiamo permettere più di una, non come nel Titanic”) suonano in ogni dove, i più fortunati stanno afferrando le scialuppe di salvataggio e qualcuno ha pure fatto fuoco su gli altri fuggitivi pur di avere un posto, gli altri hanno cancellato le effigie dalle loro facciate e dalle carte stampate, in troppi distruggono l’album dei ricordi, i più temerari cancellando le facce nelle foto di gruppo e tutti pronti a rifarsi chirurgiche verginità che dopo un decennio d’uso continuo, capirete bene che diventano interventi difficili, anche per il Prof. Carlo Gasperoni, soprattutto se questo intervento si è dovuto ripetere a distanza di dieci anni dal precedente.
Basterà soltanto dire “io l’ho votato sempre …. ma negli ultimi tempi non ho condiviso il suo operato”, beh, certo, quando non c’era più nulla da grattare vorrei capire chi è in condizione di condividere l’operato.
Ci sarà di contro chi griderà “non l’ho mai votato, ma quannu sinni va” questa tipologia frequente e tipica di chi non ha votato mai nessuno ma ha domandato con il cappello in mano a tutti coloro che si sono succeduti.
Poi ci sono quelli che decidono (pochissimi, sparuti) di seguire i faraoni nelle tombe e faraone in questo caso non è un cognome, ma solo un ruolo. Accadde per Goebbels, la folle mogli, gli ignari figli e quei pochi generali che in attesa di tradire rimasero sepolti nei bunker e per coloro che finirono appesi a testa in giù accanto all’ombra di un capo che fugge.
Ma la maggior parte, quindi tutto il resto della nazione, è pronta con le nuove bandiere ad accogliere chi vince, al segnale lanciato da chi urla ……. correte è nella piazza accanto, svuotando in un istante (alle prime difficoltà) una piazza stracolma di gente che sta sotto un balcone ad ascoltare un urlatore che fa le faccette e che guarda indossa divise militari di un servizio militare mai fatto in gioventù e di una guerra che personalmente mai farà.
Si, sei sempre tu “uomo del mio tempo”.
Un abbraccio, Epruno