Carissimi …. Qualche giorno fa, mi stavo per recare a piedi al lavoro approfittando delle belle mattinate estive, quando voltato l’angolo, ecco scorgere un capannello di gente ed un insolito vociare, vista l’ora. Mi avvicino e riconosco il nostro caro amico barbiere, Salvatore, nel bel mezzo di una discussione urlare in dialetto “A me machina! A me machina!” (La mia macchina) A questo punto io prontamente dico “Salvatore che succede? Le hanno rubato la macchina?” Ed il povero uomo disperato, mi indica una “catasta” di rifiuti alta due metri accanto ai cassonetti per la raccolta, di fronte la barberia del poveraccio! Ed io infastidito dal cattivo odore, turandomi il naso chiedo “Cosa c’entra l’immondizia con la sua macchina?” E lui continua “A vidi a me machina?” (La vede la mia macchina?) Ed io prontamente “No!” Ed il poveruomo tirandosi i capelli e dimenandosi gridava in direzioni del capannello di gente raccoltasi “Siete tutti cornuti e figli di ….. proprio sopra a me macchina dovevate buttare i sacchiteddi da munnizza ?” In un attimo mi fu tutto chiaro, il nostro amico era rimasto vittima dell’emergenza rifiuti, poiché non utilizzando da qualche giorno la sua auto posteggiata a ridosso del cassonetto di fronte la sua bottega, questa era rimasta sepolta dalla immondizia non raccolta e vittima di una delle tante discariche spontanee a cielo aperto che riempivano la nostra città! E più Salvatore agitandosi faceva scena, più ognuno si sentiva in dovere di manifestare il suo appoggio ed il proprio sdegno. Don Michele il portiere ad esempio disse “Si l’avi a pigghiari cu Bartulazzu!!” Ed io “Mi scusi con chi?” E lui “Bartulazzu chiddu cu la magliettina blu, chi è amicu di lu Cavalieri e chi arricogghi munnizza na tutta l’Italia e ca pirora travagghia na l’Abbruzzo!” …Beh, mi ci volle un bel po’ per capire che “Bartulazzu” era Bertolaso, ridotto al ruolo di un operatore ecologico nazionale. Anche Palermo cari amici ha vissuto la sua emergenza rifiuti, certo un po’ più piccola di quella napoletana e non supportata dalla visita del Presidente del Consiglio e del suo Governo, ma di vera emergenza si è trattato, tanto che c’è voluta la protezione civile e l’esercito per trovare una soluzione al problema. Ma del resto, non ci sono più da tanto tempo le romantiche abitudini del l’uomo dell’immondizia, che con un enorme sacco nero a spalle, saliva a piedi le scale e ti bussava accompagnandolo con il suo grido “A Munnizza!” Tu uscivi con la tua pattumiera e riversavi il tutto nel sacco. Poi venne l’epoca dei sacchetti dell’immondizia e dello sport del lancio del sacchetto dalle finestre “A cu pigghiu pigghiu!”. Infine l’epoca dei cassonetti, tipici contenitori della qualunque, attorno ai quali i palamiti hanno costruito moderne esposizioni artistiche degne del “Guggenheim”, mobili, poltrone, frigoriferi, tazze da bagno a ristagnare lì sotto il sole per giorni, in quella che tutti intendevamo come “raccolta differenziata” ossia, un giorno si, tre giorni no! ….Un abbraccio, Epruno.