Carissimi
Ma che ve lo dico a fare. Ognuno di voi la mattina esce da casa dopo essersi guardato allo specchio con quella indistinguibile sensazione di essere il migliore, con la rabbia di Chuc Norris e pieno di click come a Clint Eastwood al quale hanno fatto cadere involontariamente il suo whisky per terra.
Uscite dalla Vostra tana pronto a rivoltarlo come un calzino questo mondo, poi mettete i piedi per strada, fuori dal vostro uscio di casa e scoprite che c’è la presenza ingombrante di tutta quella pletora di individui che non siete voi e che normalmente chiamiamo gli “altri”.
Gli altri, coloro che vi portano le infezioni e le pandemie, che mangiano pipistrelli o giungono con i barconi dopo aver mangiato chi sa che cosa e con il loro iPhone che non cresce nei loro paesi sopra gli alberi (anzi li non cresce proprio niente perché c’è la siccità ma ci sono le armi e i fuori strada), vi si presentano con il cappello in mano dicendo: “amigo, devo mangiare”.
Da li è facile fare proclami del tipo “la nostra libertà finisce da dove inizia la libertà degli altri” perché aprite il manuale d’istruzione alla pagina desiderata, guardate lo scontrino del turno della vita che avete nelle mani, vi guardate intorno a 360° gradi e urlate: “ma comu iu a finì?”
Esatto, ma mentre aprivate il manuale delle istruzioni, mentre vi avviavate al dispenser sotto il display per prendere il vostro numeretto del turno, il “Tavernaro” serviva da bere ai propri amici o agli amici degli amici e quando essi si erano esauriti continuava a servire “gli amici degli amici degli amici”.
Vi state a chiedere quindi, “ma quanto cazzo di amici aveva, tutta questa fratellanza, tutta questa con-fratellanza” e con il braccio alzato e il bigliettino ben evidente inizierete a gridare: “senta, senta, senta ……. ha chiamato il 69?” Vi sentirete rispondere “e che ti sembra che questa sia una tombola? Questa è la vita!”
La vita è fatta per gente che ha gli “scaglioni, per i draghi, i coccodrilli”, tutti animali sgradevoli da vedere che a volte come Visitor si rivestono dell’involucro esterno bello, gradevole, attraente ma nascosti alla vista di tutti continuano a mangiare topi.
“Cu è fissa si stavi a casa”, per gli altri non rimane che applaudire nelle piazze i venditori di pentole che vi invitano a mandare a vaffa lo status quo, nella speranza che in più si è, maggiore sarà lo sdegno e sarà possibile aprire i palazzi del potere come una scatoletta di tonno (sottile allusione), badate bene non Simmental dove al tempo per aprirla c’era la chiave in omaggio, qui chiavi non ce ne sono più, qui la lagnusia ci ha abituato all’apertura con i telecomandi, agli impulsi elettrici o informatico per cui chi governa la programmazione delle centraline possiede anche le vostre chiavi, le vostre auto, il vostro computer, la vostra casa, un cambio di pw ed è tutto fatto.
Ma credevate ancora che fulminati sulla via di Damasco, costoro in una notte cambiassero atteggiamento e si convincessero che il bene della collettività venisse prima del loro tornaconto? Se si spendono risorse per un salvataggio lo si fa per mettere al sicuro le ricchezze dei pochi e non la tanta miseria dei disperati.
Credete ancora alla buona fede di chi va in piazza ad aizzare le folle? Saper parlare è un’arte, saper indirizzare la gente è una professione, saper far ridere è una grande qualità degli attori drammatici e così in tutto questo bordello dopo aver sbattuto anche testa per bussare a quella porta dove c’è scritto “non disturbare” tornate a casa stanchi non ricordando neanche il motivo per il quale alzandovi quella mattina siete usciti per fare qualcosa che avrebbe cambiato il mondo, perché mentre avevate le idee chiare avete incontrato “gli altri” e la vostra libertà è finita perché iniziava quella loro, ecco che adesso è tutto chiaro, “la colpa e degli altri”. Quindi non vi rimane che tornare a fare i leoni da tastiera o a guardare la televisione dove scorrono tutte le nefandezze di questo mondo. Sara il momento che vi chiederete se era questo che aveva visto Roy Batty prima di calare lo sguardo sotto pioggia battente e dire “adesso, è tempo di morire!”
Davanti a grandi scenari apocalittici comprendi che intanto la vita è passata e non potrai neanche risolvere i tuoi di problemi, figurati quelli deli altri e allora accetterai anche che venga uno Zio Mario, tanto rimarrete chiusi in casa a protestare. Forse siete più replicanti di quanto non poteste pensare. Un abbraccio, Epruno.