Dov’è Crongoli?
Questa è la seconda domanda che normalmente chi mi conosce e non mi vede da anni, mi fa, segno che in qualche modo anche se distrattamente in questi venti anni si sarà imbattuto in ciò che il venerdì scrivo, attraverso i vari strumenti della comunicazione che in questi anni ho percorso.
Non è semplice passare dal rapporto “uno-tanti” dove non sai quanti siano e chi siano come accade nelle partecipazioni radiofoniche o nella web editoria al rapporto “uno-pochi” dove difronte a te fisicamente c’è gente che è venuta a vederti e ascoltarti, nel buio di una sala.
Io me la sono cavata bene per due motivi, la passione liceale per la recita a teatro anche se mi sono dovuto cimentare in quelle poche esperienze fuori da quelle della filodrammatica di parrocchia con mostri sacri quali il Peer Gynt di Henrik Ibsen o il Crogiolo di Arthur Miller, non male per un ragazzino diciottenne.
Ma non nascondo che devo molto anche all’esperienza professionale del mestiere che ho fatto nella vita e mi ha portato spesso su una pedana, su un palco a dover parlare a centinaia di persone, dover fare il formatore, dover fare il conferenziere, dover accettare le ospitate a volte anche in TV le quali mi hanno certamente disinibito.
Si accende una luce, sei in onda e poco importa dove e come.
Questa lotta ancora in atto tra un professionista di una materia alquanto seria e razionale e lo scrittore dilettante per passione di editoriali e brani che scavano in fondo al comportamento umano attraverso gli strumenti della satira, mi ha permesso di smussare gli spigoli e le asperità che in questi ultimi anni mi si sono presentati.
Epruno ha aiutato l’ingegnere e di contro l’ingegnere si è servito di Epruno anche nel ricoprire ruoli di una certa autorevolezza.
Epruno mi ha permesso di conoscere tanti altri velati Epruno in molte persone che pur avendo un ruolo a volte alquanto serio, trovavano quella parentesi nella propria giornata per perseguire il proprio sogno, la propria passione e allora ecco che si sono create delle affinità elettive, grandi rapporti che hanno bruciato fiamme consistenti ma che come tutte le grandi fiamme si sono spesso esaurite in poco tempo.
Diceva Nino Manfredi nel film Nell’anno del Signore, interpretando Pasquino, che “diventare Pasquino non è difficile, il difficile è rimanerci” e così con le dovute proporzioni essendo Epruno stato in certi periodi un Pasquino dei giorni d’oggi, ha dovuto constatare che in molti aleggia questo spirito nascosto che se stimolato viene fuori per poi essere riassorbito dalla propria razionalità e seppellito dal contegno o dalla vergogna di mettersi a nudo con la paura di rimanere scoperto e senza scudi di protezione. Potrei farvi tanti nomi di amici autorevoli che in passato hanno voluto “cazzeggiare seriamente” insieme a noi, ma guardiamo sempre al presente e soprattutto siamo curiosi per ciò che verrà.
Non si finisce per essere Epruno perché si ha tanto tempo da perdere e non si ha nulla da fare, questa è la risposta che si danno i mediocri, posso dire che più la mia vita si è riempita di impegni professionali, più in me è nata l’esigenza di ritagliare dal mio esiguo tempo libero e perché no anche dal mio sonno, spazi per scrivere, per descrivere e a volte denunciare attraverso uno stile ironico leggero e molto personale ciò che quotidianamente ci accade.
Ecco Leggendo Epruno fa forza su questo coinvolgimento dell’attimo, ferma questo bel momento condiviso senza ambizione di voler cambiare nulla o di ergersi a momento di valore artistico, produce adrenalina nell’istante anche nei lettori da me coinvolti per leggere i miei testi che solo sul palco avranno la contezza globale dell’evento, proprio come il pubblico, avendo a differenza di quest’ultimo almeno conosciuto il proprio brano da leggere, la propria parte.
Per chi non ne ha visti neanche uno fino ad oggi, posso dare alcune cifre per fornire un’idea dell’impegno creativo.
Il format originale (insisto nel dirlo che si è evoluto nel tempo) consta di 15.000 parole divise equamente tra una narrazione che fa da filo conduttore (che quest’anno parlerà di Crongoli) letta mirabilmente come sempre da Mario Caminita, noto Dj, presentatore e voce radiofonica ma soprattutto Amico, incontrato circa dieci anni e complice ideale in questi progetti e 12 brani, in parte scritti per l’occasione e in parte presi dalla mia scrittura settimanale, correlati con l’argomento principale che quest’anno sarà la “semplicità”.
A leggere questi brani saranno Amici lettori dilettanti, come sempre, tranne una eccezione l’attrice Stefania Blandeburgo anche qui frutto di un rapporto di stima personale che per una serata giocherà insieme a noi e come sempre in quelle rare occasioni negli ultimi tempi, essendo una di noi.
Completano la lista Carmelo Castronovo, Fabio Cocchiara, Gaetano Perricone, Manfredi Agnello, Maurizio Salustri, Nadia Spallitta, Silvia Testa, Tiziana Caccamo, Tommaso Gioietta, Tony Paladino, Totò Cianciolo.
Anche per questa edizione sono riuscito a convincere e coinvolgere il “disegnatore” Franco Donarelli (anche egli ingegnere guarda caso) che ha rappresentato Crongoli in 20 splendide tavole originali che saranno di certo il valore aggiunto della serata.
Oltre ad aver scritto tutti i testi e creato il multimediale che sostiene il format, curerò la regia (parola grossa), mentre ci saranno veri professionisti alla regia audio e luci quali Roberto Fontana di AVL Produzioni e il suo staff.
Se in fine mettete il tutto dentro un contenitore magico come il Real Teatro Santa Cecilia di Palermo riconsegnato da pochi anni alla città e alla Fondazione The Brass Group avremo l’onore di “cazzeggiare seriamente dove gli altri lavorano”.
Come al solito l’evento è in unica serata, chi vorrà condividerlo con noi non dovrà fare altro che andare direttamente su http://www.bluetickets.it/ o attraverso il sito della Fondazione The Brass Group e presentarsi domenica 28 Ottobre in teatro perché alle ore 18.00 si comincerà puntualmente ……
Per tutti gli altri, potrete continuare a leggermi fin quando avrò voglia di scrivere, il Venerdì. Che volete è gente semplice.
Un abbraccio, Epruno