Carissimi

Chi di noi per motivi vari bazzica sui social e ha un profilo Facebook avrà notato come nel tempo si sia trasformata l’utenza di questo strumento.

Non nascondo che inizialmente utilizzandola con parsimonia e non estendendo “le amicizie” oltre modo, sono riuscito ad entrare in contatto e mantenere “corrispondenza” con gente interessante e che soprattutto condividesse con me il principio del “serio cazzeggio”.

Ho agganciato anche gente importante, costruendomi un contesto gradevole, a volte protetto, dove poter scambiare opinioni su temi non necessariamente di alto profilo o esternare istantaneamente su cose che mi infastidivano, il tutto senza dover litigare con nessuno e quando qualcuno rispondeva sopra i toni a qualcosa da me scritto, restavo in silenzio, senza replicare e soprattutto senza cancellare poiché dovevo pur sempre andare alla ricerca di un estremo inferiore.

Essendo una persona che nella vita reale ricopre ruoli pubblici e il più delle volte di grande responsabilità, non ho mai voluto espormi su situazioni lavorative di certo fuori contesto in un social,  non essendo di certo il mio “profilo” un profilo ufficiale, di una autorità nell’esercizio del suo ruolo, ma un profilo di un qualunque individuo fuori dal suo impegno lavorativo.

Non ho potuto far meno di notare in questa evoluzione del social di come in molti si siano riversati in occasione delle competizioni elettorali con il proprio credo del momento, cercando la catechizzazione, non il confronto, ma spesso con il successivo scontro. Costoro sono diventati per me più fastidiosi di coloro che ostentavano i “piedi a mare”, ma col tempo ho fatto un po’ di pulizia.

Chi mi conosce bene sa anche della mia natura di “orso” nella mia vita privata che pur essendo per lavoro inserito nei vari cerimoniali, rifuggo quasi tutte le occasioni di uscite pubbliche o meglio sono molto selettivo nella scelta degli eventi a cui partecipare, essendo sovente soggetto partecipe, a volte determinante nella fattibilità degli stessi per lavoro. Quindi quando sono costretto o coinvolto in foto di contesti come direste voi, di “localmente V.I.P.” tengo per me gli scatti e li conservo gelosamente quali preziosi ricordi, senza alcuna ostentazione, tranne tirarle fuori in particolari ricorrenze.

Accade di contro che fb sia da tempo infestato di foto di feste “private” o di “eventi ad invito” dove si fa di tutto per ostentare il divertimento e soprattutto l’esser riuscito a far parte di quel contesto per “temporanei ruoli” o opportunità o imbucate. Tutto ciò dà la misura del provincialismo del nostro contesto, le grandi città sono piene di feste ed eventi privati che le rendono naturali per un certo contesto, da noi la caccia all’invito e la foto diventano ragione di esistenza in un mondo del tutto chiuso e riservato.

Siamo così, tra i tanti pregi mettiamoci anche i difetti, ma ciò ci può stare, la cosa che mi diverte e che questi gioiosi momenti dei gruppi delle tante carampane abbronzate o bacchettoni parvenu mai cresciuti e ubriachi, fanno girare gli zebedei ai tanti odiatori e leoni da tastiera che mettono commenti mielosi e ipocriti del tipo “come sei bella” (e pensano, ti tirassi una gatta morta in faccia) e il tutto diventa un sottile gioco tra coloro che vogliono ostentare occasioni di invidia altrui e chi da rosicone vive in ciabatte in casa propria la vita d’altri davanti il PC.

Chi malu cchi fari, che mondo virtuale e pensare che con la stragrande maggioranza di costoro ci si incontra per strada e neanche ci si saluta, ma cosa ve ne frega di ostentare, se potete tenetele per voi certe foto, custodendo il piacere di momenti gradevoli ma privati, onde evitare di trovare imbarazzanti pupazzetti con le spille sui luoghi di lavoro. Un abbraccio, Epruno.